Castellammare di Stabia – “Un ospedale focolaio, una struttura pubblica diventata ad uso privato.” Inizia così il comunicato con cui la maggioranza politica stabiese si scaglia contro l’ASL Na3 Sud.
Castellammare di Stabia: 18 operatori sanitari contagiati da Covid-19
Sono ben 18 gli operatori sanitari contagiati, ma non è dato sapere nulla sulle vicende all’interno dell’Ospedale San Leonardo all’esterno dello stesso.
Castellammare di Stabia – Alcuni episodi di questa quarantena
Ora, la situazione è davvero incandescente, perchè le risposte che tardano ad arrivare (una richiesta di relazione del 20 marzo per il caso della donna partoriente è arrivata dopo ben 20 giorni, giudicata letteralmente ” evasiva e poco chiara”), la lentezza dei tamponi, episodi gestiti male come i casi di operatori contagiati che continuano a lavorare o ancora i tamponi fatti all’unisono a tutti gli operatori sanitari in una mattinata, a mò di blitz.
La cittadinanza chiede risposte chiare
Nel comunicato viene spiegato tutto. A questo punto, il Comune di Castellammare di Stabia e la cittadinanza, non solo stabiese perchè l’Ospedale San Leonardo non è solo della Città delle Acque ma lo è anche di tutti i paesi limitrofi anche, chiedono risposte veloci ed esaurienti.
Comunicato stampa dei consiglieri comunali e delle forze politiche di maggioranza.
Un ospedale focolaio, una struttura pubblica diventata ad uso privato. Non sono bastate le denunce, le invocazioni, gli appelli, le interrogazioni, per mutare uno scenario ai limiti della follia e una sciatteria senza eguali nella gestione del San Leonardo.
Sono 18 gli operatori sanitari già contagiati, perché privi di dispositivi di protezione adeguati per fronteggiare l’emergenza.
Un numero che rischia di essere ancora provvisorio. Ed ognuno di loro è diventato potenziale veicolo del virus.
I nostri eroi, che ogni giorno lottano senza sosta per salvare vite umane, sono stati lasciati allo sbando.
Uno scandalo di portata nazionale. Una gestione scellerata che mette a repentaglio la salute del personale sanitario e di migliaia di famiglie.
Già lo scorso 20 marzo la vicenda del parto di una donna positiva al Covid ci aveva messi in allarme.
E soltanto 20 giorni dopo il sindaco ha ricevuto una relazione dalla direzione sanitaria, evasiva e poco chiara, riguardo al rispetto delle procedure adottate per garantire che il parto avvenisse in condizioni di totale sicurezza.
Il 1 aprile siamo venuti a conoscenza dei tamponi effettuati d’urgenza a tutto il personale sanitario. Un caos infinito rispetto al quale noi pretendiamo risposte, tutti i cittadini pretendono risposte. Ormai è chiaro che i nostri medici, i nostri infermieri, i nostri operatori non sono stati salvaguardati. Pensiamo alla vicenda dell’anestesista, che ha continuato a lavorare a venire a contatto con operatori e pazienti, pur avendo sintomi sospetti. Ed anche sulle procedure di isolamento ci arrivano testimonianze inquietanti, come quella dell’infermiere contagiato nel reparto di medicina d’urgenza, riportata in queste ore sulla stampa.
Abbiamo chiesto chiarezza a gran voce, abbiamo denunciato, abbiamo preteso risposte perché i cittadini non possono restare all’oscuro di quello che sta accadendo tra le corsie dell’ospedale San Leonardo. Non sono bastati però l’appello dei sindacati, le invocazioni dei lavoratori, la denuncia in Procura del sindaco Cimmino, l’interrogazione parlamentare dell’onorevole Pentangelo. L’ospedale continua ad essere ad uso e consumo di una gestione dissennata e confusa, mentre gli operatori sono sviliti e abbandonati al suo destino.
Ma noi non arretreremo di un millimetro e andremo avanti nella nostra operazione verità. E chiediamo al Ministro della Salute di intervenire in fretta, chiediamo ai consiglieri regionali e ai parlamentari di zona di sostenerci, di affiancarci, di far sentire la loro voce insieme a noi. Ora è il momento di essere uniti e di fare fronte comune per la nostra città.
Pretendiamo di conoscere i responsabili di quello che accade all’interno dell’ospedale San Leonardo e di sapere come è stata gestita l’intera situazione. In gioco c’è l’incolumità di tutti i pazienti, del personale dell’ospedale e di tutti i cittadini. E non possiamo più accettare questa vergogna. Lo dobbiamo agli eroi che hanno sacrificato la loro vita, lo dobbiamo ai cittadini, lo dobbiamo a noi stessi.
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