Ernesto Sica, consigliere comunale di Castellammare di Stabia, si è fatto firmatario, insieme ad altri 10 avvocati penalisti, di una importante proposta legata ad una opportunità di cambiamento radicale della vita quotidiana degli avvocati penalisti stessi.
Il contenuto della proposta
Con la proposta, già in commissione giustizia, gli avvocati penalisti firmatari chiedono:
- Il riconoscimento del valore legale delle comunicazioni tra gli avvocati e gli uffici giudiziari tramite la posta certificata e l’attivazione della firma digitale per il deposito di tutti gli atti previsti dal codice (istanze, impugnazioni, liste testimoniali, memorie, ecc…) che esenterebbe i difensori dal doversi recare costantemente negli uffici onerandoli dell’invio telematico di un file PDF. Questa prassi che è al momento in atto, si ribadisce, dovrebbe divenire una costante dell’offerta giudiziaria;
- L’accesso al fascicolo da parte del difensore tramite l’installazione di software, certificati dal Ministero della Giustizia, che consentano, a seconda della fase procedimentale e processuale, previo riconoscimento ed autorizzazione, di visionarlo ed eventualmente estrarre copia. Ad oggi è previsto soltanto, per i titolari di chiave digitale e soltanto per i Tribunali e le Procure convenzionate, l’accesso alle trascrizioni delle udienze dei fascicoli dibattimentali, con esclusiva facoltà di richiedere copia, e l’inoltro di richiesta ex art. 335 c.p.p.;
- Il permanere della possibilità, alternativa e su richiesta, per i difensori di fiducia di effettuare il colloquio con i propri assistiti, detenuti presso le case circondariali e di reclusione, attraverso lo strumento delle videochiamate con le modalità sperimentate durante questa fase d’eccezione. Detta misura consentirebbe di rafforzare il rapporto con il detenuto anche nei momenti “fermi” del processo.
Esprimono, inoltre, contrarietà ad ogni tipo di smaterializzazione del processo penale.