Cuma e la Sibilla, di lei non restò che l’eco nel suo antro – La leggenda


Anche oggi l’ennesimo Questuante ha esposto la sua preghiera, ed anche oggi all’ennesima folata di vento i suoi “vaticini” (responsi) sono volati via, confusi, gli uni con gli altri, affinchè l’interpretazione ne risulti ancor più difficile.Tanto tempo è passato ormai; i giorni trascorsi sono innumerevoli, tanti quanti i granelli di sabbia che ha raccolto nella sua mano, quando, il dio Apollo, pur di averla, le ha concesso di vivere lo stesso numero di giorni di quei granelli.

Avrebbe potuto cambiare le cose concedendosi al Dio che le ha donato l’immortalità, sì,  non la giovinezza, ma lei “Sibilla” preserva con tutta se stessa la sua castità.E’ una Sacerdotessa!

Così, attraversa i secoli, restando sospesa in una vita tra l’umano e il divino; una vita che le risulta insopportabile: la sua bellezza è trasfigurata, ormai; è una vecchia orrida e terrificante.Il Dio si aspetta che prima o poi  ritratti, concedendosi a lui, ma ciò non accade.

L’eterna vecchiaia consuma talmente il suo corpo da renderla invisibile; ne resta soltanto la voce a riecheggiare nel suo antro oscuro percepita per “sinestesia” come il canto delle Sirene. (Ovidio, le Metamorfosi, libro XVI)

I culti religiosi di origine pagana sono stati alla base delle antiche civiltà.I Greci e i Romani hanno disseminato il mondo antico di templi dedicati agli Dei dell’Olimpo, soprattutto Giove.

Apollo e Venere.Da qui il bisogno dell’uomo di affidarsi ad un Ente Supremo.

Il tramite tra terreno (uomo) e Divino è identificato nei  Sacerdoti, nelle Sacerdotesse, nelle Sibille e negli Oracoli.La più importante e famosa della storia antica resta la Sibilla Cumana che viene portata alla gloria da Virgilio con la sua Eneide. Il Narratore la pone a custodire l’ingresso dell’Ade e quando Enea giunge a Cuma, con lo scopo di rincontrare suo padre,  proprio qui, sul Lago d’Averno, la incontra.

Alla domanda di Enea risponde: “La discesa all’Averno è facile, la porta della città infernale: Dite è aperta sia di giorno che di notte” (Virgilio Eneide libro VI).Cuma, nel corso dei secoli, è stata culla di antiche civiltà.

Il lago d’ Averno, specchio d’acqua formatosi in un cratere, è stato con facilità rapportato a luogo nefasto in quanto le esalazioni solforose hanno impedito la vita intorno ad esso.

L’antro della Sibilla

Questo ambiente così particolare è stato sempre fonte di ispirazione per poeti e scrittori: qui, per gli antichi Greci, Zeus ha combattuto contro i Titani; qui, Annibale ha compiuto sacrifici di sangue; qui Dante, Torquato Tasso, Galileo Galilei e Leopardi hanno individuato l’ingresso all’oltretomba; qui, nel  bosco intorno,  regna Ecate regina degli spettri e dei demoni malvagi.Ancora nelle “Bucoliche”, Virgilio annota una sua predizione  in cui  annuncia la venuta di un bambino che riporterà il mondo all’età dell’oro.

Tale “Esametro” viene interpretato, poi, da San Agostino come la venuta di Cristianesimo.A Roma tra il 1508 e il 1510 Michelangelo impiega solo 7 giorni per trasferire il disegno dal cartone all’intonaco,  la raffigura come una vecchia in là con gli anni dalla presenza scenica potente e vigorosa , intenta a consultare il libro dell’oracolo.

Il maestro la pone, consapevolmente,  al centro della Cappella Sistina  come elemento di giunzione tra il Paganesimo e il Cristianesimo poiché Lei, Sibilla, ha profetizzato la venuta di Cristo.

Michelangelo Buonarroti, La Sibilla Cumana, 1511 circa

(in copertina Apollo e la Sibilla Cumana di Gian Domenico Cerrini 1640-1649)

 

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