Ha abbandonato gli “Studi” dell’Accademia senza concluderli per seguire la sua indole sicuramente lontana dagli schemi e dagli stereotipi impostigli.Così ha scolpito, forse, per rivelar Se Stesso.
L’esecuzione delle sue opere procede secondo tradizione: vi è una bozza grafica, un modello d’argilla, un calco di gesso da cui, infine, l’Opera si sprigiona dalla materia.La figura umana ne resta il soggetto prevalente.
Rappresenta, sicuramente, l’Artista Contemporaneo per eccellenza; personaggio in cui un talento spiccato ed una elevata capacità comunicativa si fondono.Di tutto ciò si accorge Vittorio Sgarbi quando lo convoca per far sì che partecipi alla Biennale di Venezia, dove viene premiato con la Medaglia Pontificia per aver presentato il busto di Papa Benedetto XVI.
Ma JAGO è “uomo del suo tempo”, vi appartiene, e alla notizia delle dimissioni del Pontefice, provvede ad eliminare i paramenti sacri dalla sua opera cosicchè “HABEMUS HOMINEM” è un ritorno all’umanità del DIVINO un corpo quello di Joseph Ratzinger tornato uomo, toccato dal tempo, che, però, incanta con un dolce sorriso.E’ nato appena nel 1987 Jacopo Cardillo, ormai, noto al mondo come JAGO: THE SOCIAL ARTIST.
Sono infiniti i suoi followers; sì proprio così, in quanto artista dei nostri giorni, dalla capacità comunicativa notevole, grazie alla quale i giovani si avvicinano all’Arte, riscoprendola, forse non troppo lontana e assolutamente comprensibile, in quanto l’intero processo inventivo è una “diretta streaming”.Da maggio 2020 la Chiesa di S.Aspreno ai Crociferi è stata eletta a suo “STUDIO”; e da Maggio 2023 tale Chiesa diventa Polo Museale dell’Artista; qui al centro “LA PIETA’”, opera che rappresenta con elevata solennità una tragedia senza tempo, quella di un padre che sorregge il corpo esanime del figlio.
Volgendo lo sguardo, c’è una Donna in una posa aggraziata e, anche se il suo corpo è segnato dal tempo, la sua bellezza, e la sua eleganza, non si sono perse, anzi, acquistano ancor maggior pregio ed unicità; in fondo se una Donna é Venere, è Venere sempre!
La Chiesa di San Severo fuori le mura, nella Cappella dei Bianchi, ospita, invece, il FIGLIO VELATO, opera prodotta in America, ma che ha trovato casa qui a Napoli.In questo caso, l’Autore, parte da un qualcosa di già conosciuto: il Cristo Velato e lo ripropone nel titolo, ma non nelle intenzioni, tantomeno nella rappresentazione.
Il Cristo Velato, infatti, identifica Colui che si è sacrificato per l’ umanità.
Il FIGLIO VELATO, invece, rappresenta ogni bambino vittima di crimini e di stragi che, non a caso, trova la sua giusta collocazione proprio in una zona, tra le tante, difficili di Napoli, dove due progetti stanno tentando di ridar forma ai Sogni dei giovani del Rione Sanità: Luce al Rione Sanità e Tornaccantà.