Il Museo Nitsch, dedicato all’opera dell’artista Hermann Nitsch, fondato da Peppe Morra, fa ormai parte, da anni, della vita culturale di Napoli.
Peppe Morra, oltre ad essere un curatore, è un abile immobiliarista, che sa cogliere le potenzialità di luoghi ed edifici, che altri non vedono. È così che è nato il Museo, dalle ceneri di una ex centrale elettrica Enel, abbandonata.
Museo Nitsch, ingresso libero
L’evento che inaugura questa stagione autunnale del Museo permette di apprezzare le opere nel modo migliore. Forse perché ci troviamo a Napoli.
È tutto completamente libero, si entra e si segue il percorso dall’inizio alla fine o viceversa, senza limiti di tempo o barriere tra l’opera e l’osservatore.
Tutt’intorno ci sono i suoni di una festa, con musica, vino, amici ed artisti della scena partenopea, ma anche studenti stranieri dell’accademia di belle arti, o appassionati di Nitsch.
Passioni, ritualità, religione, paganesimo, chimica, alchimia,
Le opere sono inquietanti. Una liturgia del sangue, in cui appaiono corpi straziati, in croce, che bevono sangue o vengono eviscerati. (Spesso le viscere sono rappresentate da grappoli d’una schiacciati, oppure, ad esempio, salsicce; non mancano viscere di animali). Il tutto accostato ad alambicchi, strumenti chirurgici, ma anche pigmenti, policromie.
Passioni, ritualità, religione, paganesimo, chimica, alchimia, si fondono, in una dimensione libera, profonda oppure superficiale, qui al Museo Nitsch, Napoli.