In una stupenda serata di inizio primavera Yakir Arbib ha colorato di musica il salone dell’ Hotel San Francesco al Monte
Nella scenografica cornice della struttura cinquecentesca di San Francesco al Monte, organizzazione del famoso locale OTTOJAZZ , Yakir Arbib, il pianista non vedente, ha deliziato con la sua musica gli spettatori e cultori della musica jazz presenti.
Il jazz di Yakir è molto intuitivo , riempie gli spazi musicali con un insieme di note e assonanze che si avvicinano tantissimo al Free Jazz puro, ma il suo virtuosismo nelle improvvisazioni lascia trasparire lo stato d’animo del momento e così lo rende unico.
Indubbiamente un grande artista, un jazzista ed un pianista classico allo stesso tempo, tecnicamente encomiabile, scorre la tastiera del pianoforte con estrema naturalezza e con una velocità impressionante in alcuni passaggi.
La sua serata inizia all’insegna proprio della improvvisazione, probabilmente a lui molto cara e preferita, dove si esprime meglio, ed infatti nei due brani iniziali tira fuori tutta la sua bravura e tecnica, partendo da alcune note basi di musiche celebri e lasciandole in un background sonoro dove i colori e le sfumature della Sua musica erano gli attori principali.
Coinvolge il pubblico, chiedendo loro di intonargli solo le prime tre note di qualsiasi brano; da qui poi è partito in una improvvisazione a dir poco entusiasmante, bellissima la versione di All Blues di Miles Davis ed un omaggio a Napoli con ‘O Sole Mio dove come al solito ha tenuto una base delle prime sei note melodiche del famosissimo brano ed improvvisando una musica con uno stile molto particolare a tratti apparentemente vicino a Keith Jarrett.
Yakir dice che bisogna parlare con il pubblico, coinvolgerlo e ci è riuscito alla grande: tutti felici di ascoltare quella musica, una musica suonata li e che sarà unica e mai più eseguibile ed eseguita in quanto purissima improvvisazione.
Yakir Arbib possiede due doni incredibili: l’orecchio assoluto che gli permette di ricordare perfettamente ogni tipo di musica che ascolta ed un altro dono molto particolare, la “Synesthesia “ una condizione in cui due o più sensi si mescolano insieme producendo risultati strani e particolari.
Yakir così, ascoltando quello che gli si dice o sente, come un numero, i giorni della settimana, le lettere e le note musicali, vede un colore; dice “ è stato sempre così fin dalla nascita “. “
Se sento un “si”, vedo un nero molto, molto scuro, scurissimo e che fa da contrasto al rosso del “fa” o al bianco e blu del “sol”. Quando scrivo un pezzo, quindi, cerco di guardare i colori che mi suggerisce. Lo vedo come una mappa di colori e forme astratte e, a mano a mano che mi ci avvicino, si trasformano in note che poi scrivo”.