Grande attesa mercoledì 15 marzo al Teatro Augusteo di Napoli per Vinicio Capossela, con il suo tour dal titolo: Ombra. Canzoni della Cupa e altri spaventi.
L’ eclettico artista irpino Vinicio Capossela, famoso per le sue canzoni, i suoi libri e per lo Sponz Fest – festival itinerante della zona irpina – sta portando in questo suo tour invernale, continuo di quello estivo, la seconda parte dell’album “Canzoni della lupa” e altri brani legati all’immaginario popolare. Quest’ultimo album ha come tema principale l’inconscio personale e collettivo, il presente come un’ombra che rivela sentimenti, ritrovamenti, assenze, animali totemici, duplicità, un confine labile tra Coscienza e Incoscienza.
Sicuramente Vinicio Capossela è un’artista completo e dal 1990 ha realizzato un percorso artistico fatto di folk, jazz e pop; dieci dischi al suo attivo, l’ultimo Canzoni della Cupa è uscito lo scorso maggio e ha dato vita a ben due tour: il primo iniziato questa estate dal titolo Polvere a cui è seguito Ombra. Canzoni della cupa e altri spaventi. Quest’ultimo, è iniziato il 28 febbraio all’Arcimboldi di Milano, prevede ventidue date in giro per l’Italia in cui il cantautore presenterà gli ultimi brani e i grandi successi del passato. Tutti i brani avranno come filo conduttore sempre le evocazioni ancestrali, agresti e di frontiera.
“Canzoni della Cupa mi ha dato la possibilità di declinare due concetti che sono alla base della condizione umana, la polvere e l’ombra. Lo spettacolo Polvere si è svolto all’aperto, in una specie di campo di stoppie, un’evocazione insieme ancestrale, agreste e di frontiera. Ora, al chiuso dei teatri, iniziamo ad avventurarci nella zona dell’Ombra, zona meno definita, dove il materico scompare per lasciare il campo alla proiezione dell’inconsistente”.
Dunque approda a Napoli al Teatro Augusteo con uno spettacolo tutto da scoprire, con accessori che genereranno ombre e strumenti ad arco che tenteranno di trasportare il pubblico in uno stato ipnotico molto suggestivo in cui è consentito addormentarsi, o uscire di sé, ma non usare lo smartphone.
Un concerto –show con impianti scenici di tulle e specchi, approntati dalla “animatrice d’ombre” Anusc Castiglioni e le macchine di Max Zanelli.
foto: fonte web