La raccolta fotografica Storie di viaggiatori è ambientata nelle stazioni della Circumflegrea di Napoli e parla di viaggiatori in transito. Tra arrivi e partenze, si sviluppa questo racconto in scatti e dei suoi protagonisti.
Alla sua prima e vera raccolta fotografica, la fotografa per passione Antonella Barra, parte in questo percorso di scatti – fermando istanti di vita quotidiana – laddove si svolge il quotidiano di molti napoletani come lei, ossia in una stazione della Circumflegrea. Attendendo il famigerato treno che la condurrà a lavoro o di ritorno da esso, si sofferma, osserva lo scorrere delle emozioni sui volti appena svegli o stanchi, irritati o gioiosi. Nessuna foto è edulcorata negli scatti, il bianco e nero di quasi tutta la raccolta (di cui accenniamo una parte) rende ancor più graffiante e incisiva l’immagine. Sono viaggiatori e Antonella Barra li racconta nella semplicità della loro straordinaria quotidianità.
È una Street photographer, come nasce questa passione e da quanto tempo?
Ho sempre amato la fotografia e fotografare, ma la passione, ovvero l’amore vero e proprio è nato con l’acquisto del mio primo i-phone nel 2011; poi su consiglio di un mio caro amico ho installato Instagram e da lì ho iniziato a fotografare e a non fermarmi più. Ho iniziato ad osservare tutto ciò che mi circonda, a fermare quegli attimi facendoli miei, cercando di trasmettere la stessa emozione a chi osserva le mie foto. Voglio precisare però: non mi ritengo una Street photographer.
Scatta quasi sempre in bianco e nero, perché?
La fotografia non ha colore, la vera essenza della fotografia è vista in bianco e nero. Dal punto di vista tecnico, lo vedo molto efficace a mettere in risalto le forme e le tonalità del soggetto. C’è una famosa frase di un fotografo (Ted Grant) che dice “Quando si fotografano persone a colori, si fotografano i loro vestiti. Ma quando si fotografano persone in bianco e nero, si fotografano le loro anime”.
La raccolta che pubblichiamo è Storie di viaggiatori, è la prima?
Si, è la prima volta che mi dedico a realizzare una raccolta o meglio, un progetto che racconta una storia.
Come le è venuta l’ idea di fotografare persone in transito?
Questo progetto nasce dalle mie lunghe attese sulla panchina della Circumflegrea, in attesa del treno per andare in ufficio la mattina e per rientrare la sera a casa, o raggiungere amici dopo il lavoro. Queste lunghe attese, mi portano ad osservare le persone e tutto ciò che mi circonda. Osservo gli sguardi assenti, assonati, talvolta arrabbiati, o bambini divertiti, perché magari il treno per loro è un po’ come stare in una giostra. Mi fa viaggiare con loro, con i loro pensieri e mi piace fermare quell’attimo.
Cosa le dà uno scatto?
Mi dà emozione, è come far uscire quella parte nascosta di me. Infatti, mi dico sempre: per me fotografare è fermare immagini della mia vita.
Riesce sempre a trasmettere con le foto ciò che vorrebbe?
Non sempre, c’è stato un periodo in cui le mie foto non mi trasmettevano nulla. Ultimamente, non per presunzione, noto e percepisco che sono molto motivata e riesco pienamente a trasmettere ciò che vedo e che voglio, ovvero: vedere la parte bella della vita.
foto: Antonella Barra