Vittime innocenti della criminalità, protocollo d’intesa tra Ordine Psicologi e Fondazione Polis


Vittime innocenti della criminalità, rinnovata l’intesa tra Ordine degli Psicologi della Campania e Fondazione Polis. Tra le novità un sostegno più strutturato alle donne vittime di violenza e agli orfani di femminicidio.

Vittime innocenti della criminalità, quando la vita improvvisamente non è più la stessa

Quando si perde un familiare per mano criminale la vita non è più la stessa. Specie se quel familiare non aveva alcun legame con quel mondo criminale basato sulla violenza, la sopraffazione e l’illegalità. Ma i traumi della perdita, uniti al dolore che mai si riesce a lenire, nonostante il passare del tempo, rendono necessari strumenti che possano in qualche modo alleviare la sofferenza delle famiglie di queste vittime innocenti. In quest’ottica è stato rinnovato un patto fondamentale a sostegno di chi ha perso un congiunto tra gli psicologi campani e il braccio operativo della Regione per quanto riguarda i parenti delle vittime e il riutilizzo dei beni confiscati alle mafie.

L’intesa

«L’accettazione del dolore indescrivibile che abbiamo provato per la perdita dei nostri cari è stata la base per riprendere in mano le redini della nostra vita e andare avanti. Per questo, il percorso che abbiamo intrapreso con l’Ordine degli Psicologi e la Fondazione Polis è per noi davvero prezioso e necessario». Così Maria Romanò, sorella di Attilio, ucciso durante la prima faida dell’area nord di Napoli il 24 gennaio 2005 e Mary Colonna, sorella di Ciro, vittima di un agguato di camorra a Ponticelli il 7 giugno 2016, intervenute alla presentazione della sottoscrizione del rinnovo del protocollo d’intesa tra Ordine degli Psicologi della Campania e Fondazione Polis.

All’incontro, trasmesso in diretta social da Radio Siani, hanno partecipato Armando Cozzuto, presidente dell’Ordine, don Tonino Palmese, presidente della Fondazione Polis, Giuseppe D’Ascoli in rappresentanza dell’assessorato regionale alla Sicurezza, Legalità e Immigrazione ed Enrica Amaturo, presidente del Comitato scientifico di Polis.

Il protocollo, attivo dal 2011, è finalizzato a garantire un adeguato sostegno psicologico ai familiari delle vittime innocenti della criminalità. Negli ultimi 10 anni, in forza dell’intesa, sono state prese in carico 30 famiglie. Tra le novità più significative introdotte dalla nuova sottoscrizione da segnalare l’individuazione e la sperimentazione di percorsi di tutela psicologica per le donne vittime di violenza e gli orfani di femminicidio; l’attivazione di un servizio specialistico per l’aiuto alle vittime dei reati nel corso delle fasi processuali; l’implementazione di gruppi di riflessione con l’obiettivo di elaborare i vissuti degli operatori della Fondazione, al fine di prevenire traumatizzazioni dovute al coinvolgimento emotivo nell’esperienza diretta con i familiari delle vittime.

La partnership

«L’aiuto alle vittime innocenti di criminalità e alle loro famiglie rappresenta un’azione sociale importante nell’ambito delle politiche di sicurezza rivolte ai cittadini», ha sottolineato il presidente dell’Ordine degli Psicologi campani Armando Cozzuto.

Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente della Fondazione Polis don Tonino Palmese: «Prendersi cura, in modo scientifico, dei familiari delle vittime ha una forte valenza civile e serve ad affermare il senso di comunità necessario ad elaborare il lutto generato dalla mano violenta».

Un protocollo che assume una valenza ancor più simbolica, alla luce dell’ultimo caso di femminicidio che ha sconvolto la città di Napoli, quello di Ornella Pinto. Uccisa a coltellate dall’ex convivente lo scorso 13 marzo, la donna ha lasciato il figlioletto di 4 anni, oggi affidato alle cure di nonni e zii. Un dramma che rappresenta quello di tanti minori figli di vittime di femminicidio, al quale intende appunto rispondere il protocollo stilato tra i due enti.

«Il rinnovo di questa intesa suggella l’azione meritoria che la Fondazione Polis svolge in Campania per le vittime innocenti della criminalità, al punto da essere ormai un vero e proprio modello anche per le altre regioni del Mezzogiorno», ha evidenziato Giuseppe D’Ascoli. Mentre Enrica Amaturo ha concluso che «L’intesa appena rinnovata è la strada giusta per fare comunità, ricostruire tessuti lacerati e testimoniare come certi problemi vanno affrontati insieme, ognuno con le proprie competenze».

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