Da pochi anni riaperta, forse la più antica di Napoli, nata grazie al celebre Editto del 313, che permise i luoghi di culto all’aperto.Qui, nel tempio pagano che Costantino riconvertì in basilica nel IV secolo d.C.
i napoletani invocavano protezione ritenendo che a San Giovanni Maggiore, fosse sepolta colei che diede origine alla città di Napoli.
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Una lapide in latino per il mito della sua tomba: “Omnigenum Rex Aitor Scs Ian Partenopem tege fauste” cioè “Sole che passi nel segno del mese di Gennaio, tu che generi tutto, proteggi felicemente Partenope”.
La scultura del Maestro
Lello Esposito raffigura una
Partenope classicheggiante con i capelli raccolti e un corpo senza braccia, affinché, come nelle statue greche, tutta la forza espressiva si concentrasse nel volto.Il seno è nudo, forse un po’ hot in una chiesa, ma non raro nella iconografia cattolica.
Seno come fonte di vita, seno di mamma.Una Partenope che attrae come donna fascinosa.
(testo e foto di Enzo Longobardi, In bici nel tempo)