Una carriera militare e politica degna di esser ricordata dai posteri. Una vita trascorsa sostenendo in ogni scelta il sanguinario dittatore Silla; dunque, la nomina a Console, che lo innalza ai vertici del potere della Roma del suo tempo; purtroppo, però, proprio qui, durante le sedute del Senato, si ritrova innanzi Cesare, singolarmente adirato, da cui, sovente, è accusato di corruzione, concussione, mancanza assoluta di principi morali ed ideali, motivo per cui, non sentendosi al sicuro, sceglie di abbandonare la Capitale e ritirarsi a “vita privata”.
E’ così che, Lucio Licinio Lucullo, esce di scena dalla politica el dunque, da Roma. Ha accumulato grandi ricchezze durante le campagne militari al seguito di Silla, e, grazie a questo ingente patrimonio, può costruire megagalattiche ville tra la provincia romana, Baia, Miseno e Napoli.
Come sempre nella vita di ognuno ci sono sorprese, colpi di scena impensabili, ed è proprio da questo momento in poi che un così importante “personaggio politico militare” passa alla storia, per ben altro.
Si sposta a Napoli, e con la volontà di abbracciare ed accogliere la città, ed il suo popolo, sceglie come nucleo della nuova “Villa”, l’isolotto di Megaride: “Egli ha violato la dimora delle Ninfe oceaniche, per farla sua e, scacciate le sirene, vi ha introdotto le sue bellissime schiave!”
Tale ”fabbrica” ha ricoperto un’estensione talmente vasta da arrivare fino al Monte Echia (la collina di Pizzofalcone), attuale Via Echia e raggiungere Castel Nuovo, ma Lucullo ha voluto troppo: ”Ha voluto per sé i prati e i boschi di rose che digradano verso il mare”, ed ha dimenticato gli Dei, i loro capricci, la loro vanità.
La Villa, è grandiosa. Viene dotata di moli per agevolare l’attracco delle navi che, giungendo da Roma, hanno trasportato i numerosissimi volumi conservati nell’importante e maestosa biblioteca.
Tra Baia e Napoli, il suo nome è conosciuto per le affinate tecniche per allevamenti di gamberi, aragoste, murene dalla testa di serpente e dalla carne bianca e pregiata; inoltre, voliere per gli uccelli più rari e procedendo verso la collina, recinti per animali selvatici, la coltivazione di alberi di pesco e ciliegio importati dall’Asia, fanno sì che ai suoi banchetti si assaporino le pietanze più pregiate ed inusuali.
Un filosofo, primo fra gli Epicurei, un uomo, sposo di “Servilia”, la più bella tra le donne di Roma, un ospite eccezionale che accoglie presso questa sfarzosa dimora letterati e filosofi ai quali dona oggetti d oro ed animali preziosi.
I banchetti, sontuosissimi, durano giorni, accompagnati da musica e danze. La preziosità del vasellame, le diverse sale di accoglienza, ognuna con propri arredi e stoviglie, la ricercatezza delle portate, sono ancora oggi storia e ne hanno fatto leggenda.
Ma gli Dei non dimenticano, e questo si sa! In un momento inaspettato, quando Lucullo è a Roma per affari, Poseidone, per vendicare la cacciata delle sirene e, dunque, l’offesa a Venere, eleva fino al cielo le onde in tempesta – ed è così che la villa, i canneti, i vivai scompaiono, travolti dalle onde del mare.
A volte accade, però, che la volontà di un ”Uomo” superi la vanità e l’egoismo degli Dei; il nome di Lucullo è ancora oggi attuale e mantiene il garbo e la raffinatezza del grandissimo ed ineguagliabile “ospite”.