TORRE DEL GRECO – La città si mobilita per rendere omaggio a una delle sue figure più illustri. L’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Luigi Mennella, ha avviato l’iter ufficiale per chiedere a Papa Francesco di proclamare San Vincenzo Romano “patrono secondario” di Torre del Greco, accanto a San Gennaro.
L’iniziativa è contenuta in una delibera approvata dalla giunta nel corso dell’ultima seduta, nella quale si sottolinea il profondo legame tra il santo e la comunità torrese. Per questo motivo, il Comune ha chiesto all’arcivescovo di Napoli, il cardinale Domenico Battaglia, di intercedere presso la Santa Sede affinché il Pontefice possa concedere tale riconoscimento.
San Vincenzo Romano, simbolo di identità e rinascita
La richiesta si fonda su un principio chiaro: San Vincenzo Romano è un punto di riferimento storico, religioso e culturale per la città. “L’amministrazione comunale ha sempre manifestato particolare attenzione a tutto ciò che può rappresentare e valorizzare l’identità del popolo torrese, con le sue tradizioni storiche, culturali e religiose. In particolare, la religiosità popolare, toccando l’anima dei cittadini, esprime il sentimento di un’intera comunità, che l’accompagna nella sua evoluzione sociale e culturale, entrando a pieno titolo nell’esperienza quotidiana della vita stessa” – si legge nel documento ufficiale.
Questa volontà era già stata espressa dal sindaco Mennella in una lettera inviata lo scorso ottobre al cardinale Battaglia, nella quale veniva ribadito il desiderio collettivo di affiancare San Vincenzo Romano a San Gennaro nel ruolo di guida spirituale della città.
Il “parroco santo” e il suo impegno per la comunità
San Vincenzo Romano, proclamato santo da Papa Francesco nel 2018, ha lasciato un’impronta indelebile nella storia di Torre del Greco. Ordinato sacerdote il 10 giugno 1775, dedicò la sua vita all’educazione dei giovani, aprendo una scuola gratuita per insegnare italiano, storia, matematica e scienze ai ragazzi, compresi coloro che aspiravano alla vita sacerdotale.
Il suo operato non si limitò alla formazione religiosa e culturale, ma si estese anche al settore economico della città. Fu infatti coinvolto nella redazione del “codice corallino”, un regolamento che disciplinava i rapporti tra i proprietari e i pescatori di corallo, settore cardine dell’economia locale.
Il coraggio nella tragedia del 1794
L’evento che segnò profondamente il suo ministero fu la devastante eruzione del Vesuvio del 15 giugno 1794, che distrusse gran parte della città, compresa la parrocchia di Santa Croce. In quel momento di disperazione, San Vincenzo Romano si distinse per il suo impegno instancabile nella ricostruzione materiale e spirituale di Torre del Greco. Su richiesta dell’arcivescovo di Napoli, fu nominato economo curato, con il compito di guidare la comunità nella ripresa e ricostruire la chiesa di Santa Croce.
La sua opera proseguì con dedizione fino alla sua nomina ufficiale a parroco nel 1799, trasformandolo in una guida essenziale per la rinascita della città.
Un riconoscimento atteso da tutta la comunità
Il percorso per il riconoscimento di San Vincenzo Romano come patrono secondario di Torre del Greco è ora nelle mani della Santa Sede. La comunità torrese attende con fiducia la decisione di Papa Francesco, nella consapevolezza che il “parroco santo” continuerà a essere fonte di ispirazione e simbolo della resilienza e della fede di un’intera città.