Villa Literno: Previsioni per domani 27 settembre la pioggia fa la sua comparsa in molte zone della regione campania
<strong>Villa Literno: Oggi giovedì 26 settembre 2019, la pioggia sta facendo la sua comparsa in molte zone della regione campania. La pioggia e’ arrivata nel cuore della notte e nelle prime ore del mattino a dare la classica “sveglia” a molti cittadini. Nuvole e pioggia, anche se in pomeriggio dovrebbe esserci un miglioramento della situazione.
Nella giornata di domani, venerdì 27 settembre 2019, secondo il parere degli esperti e come riportano i maggiori portali nazionali sul meteo, il tempo dovrebbe avere un sostanziale ed importante miglioramento,sulla zona interessata, infatti, il sole dovrebbe tornare protagonista della giornata.
I Venti previsti avranno una fascia tra moderati e deboli. Come sempre seguiranno aggiornamenti per il fine settimana, dove capiremo se il sole sarà protagonista oppure tornerà ancora una volta la pioggia.
Villa Literno cenni storici:
In epoca romana e fino alla conquista normanna la denominazione della attuale località era Vicus Feniculensis[2] con riferimento alle prime colture della zona adette alla produzione del fieno. La strada via Feniculenze ne perpetua il nome in ricordo.
Vicus Feniculensis fu eretta a diocesi in epoca costantiniana (IV sec. d.c.)[2]. Con Cuma e Atella, Vicus Feniculensis fu infatti una delle tre sedi episcopali che nel 1053 vennero incorporate nella diocesi di Aversa. Il nome originario dell’odierna Villa Literno fu, dunque, quello di Vico Feniculenze.
Nel corso della dominazione normanna, tra i piccoli feudi, in cui vennero smembrate le diocesi di Capua e di Aversa, si trova notizia di San Sossio del Pantano, oggi zona periferica del Comune, e di Vico di Pantano con chiaro riferimento alla zona acquitrinosa che circondava il paese. Dopo la dominazione normanna, Vico di Pantano passò agli Svevi fino al 1266. Del periodo si sa soltanto che il possesso del territorio era della Famiglia De Apolita e che ad esso risale la costruzione del Castello del re Carlo I d’Angiò, come riserva di caccia.