Castel Sant’Elmo, baluardo di conquista della città di Napoli


Luisa Sanfelice trascorre un periodo a Castel Sant’Elmo che in epoca borbonica viene adibito a prigione politica, abbandonando la sua veste di importante baluardo militare.

Aprile 1799 – Napoli è Repubblica, ma una repubblica dalla vita breve e meschina, continuamente alle prese con intrighi e malfatti;da un lato v’è chi sostiene le nuove idee giacobine-repubblicane arrivate dalla Francia e, dall’altro chi, nonostante tutto, desidera il ritorno del Re (Ferdinando IV scappato a Palermo), dunque, della monarchia.

E’ in questo scenario talmente variegato e contraddittorio, ma fervido politicamente ed intellettualmente che si muove Luisa de Molino Sanfelice, donna talmente bella, affascinante e colta da avere dalla sua parte e, soprattutto ai suoi piedi, sia repubblicani che monarchici.

Dopo un matrimonio combinato da sua madre con il cugino, Andrea Sanfelice, dal quale viene separata su ordine del Re, in quanto entrambi incapaci di gestire patrimonio e figli; quando il marito decide di impegnarsi per rimettersi in sesto, assumendo incarichi pubblici, il matrimonio naufraga ed ella si ritrova, irresponsabilmente, a frequentare i salotti più importanti della città, siano essi liberali o monarchici; soprattutto sceglie apertamente chi frequentare, restando, comunque, legata ad Eleonora Pimentel Fonseca, grazie alla quale conosce Vincenzo Cuoco (storico) e Ferdinando Ferri, cancelliere che, come del resto tanti altri, sono completamente assoggettati al suo fascino.

Quando Domenico Cimarosa la vuole al San Carlo per intonare l’Inno Patriottico della Repubblica Partenopea, Napoli è ai suoi piedi.

Nonostante sia tra le donne più ambite della città in quel momento, resta vittima di sé stessa e, soprattutto, vittima di quel bisogno infinito e continuo d’amore.

Intanto, da lontano, Ferdinando IV osserva e muove le sue pedine e, tra queste, i due fratelli Baccher, estremamente filoborbonici, che, insieme ad altri, preparano una congiura; tra i due, Gerard è follemente innamorato di Luisa e quando un uomo è innamorato, si sa, commette ogni tipo di pazzia; volendo salvare la vita della sua amata, nonostante sia a conoscenza della “liaison” con Ferdinando Ferri, le procura un salvacondotto che, a sua volta, da donna innamorata, passa a quest’ultimo il quale informa il Cuoco.

Da qui il fallimento dei monarchici; la congiura Baccher episodio reale dallo scenario appassionato e romantico ha ispirato non solo Dumas che scrive “La Sanfelice”, ma è stata anche soggetto di film e sceneggiati.

“La nostra Egregia concittadina Luisa Molina Sanfelice, svelo’, venerdì sera al governo la cospirazione……la Nostra Repubblica non deve trascurare di eternare il nome di Lei”. Eleonora Pimentel Fonseca, Il Monitore Napoletano

LUISA SAN FELICE E LA CONGIURA DEI BACCHER di BENEDETTO CROCE

E’ di Gioacchino Toma il dipinto del 1874 che ritrae “Luisa Sanfelice in carcere”. Le parole di Eleonora Pimentel Fonseca al ritorno di Re Ferdinando divengono conferma, dunque, dell’intervento della donna nella fallimentare congiura tant’è che viene condannata a morte: il Re vuole vendicarsi, non accetta ragioni, i tentativi di richiesta di grazia sono tanti, addirittura una finta gravidanza, ma il destino deve fare il suo corso: l’11 settembre del 1800 Luisa Sanfelice viene decapitata sul patibolo di Piazza Mercato: una delle tante ingiuste morti di chi ha creduto nell’amore sia esso per l’altro/a, sia esso per la propria patria.

In attesa della grazia del Re, Luisa Sanfelice trascorre un periodo a Castel Sant’Elmo che in epoca borbonica viene adibito a prigione politica, abbandonando, ormai, la sua veste di importante baluardo militare.

Voluto fortemente da Roberto Il Saggio, nel 1329, sulla collina di Sant’Erasmo, nel periodo  aragonese Castel Sant’Elmo diviene castello a più livelli ma è nel XV secolo che Don Pedro De Toledo lo reputa fondamentale per la difesa della città. Del progetto viene incaricato l’ingegnere militare Pedro Luis Escrivà, il quale si occupa, successivamente, anche della progettazione del Forte Dell’Aquila.

L’ingegnere si propone un grande obiettivo: una fortezza in grado di difendersi da ogni lato, tenere sotto tiro la città e, allo stesso tempo, prestare aiuto repentino ai castelli sul mare. La realizzazione di Castel Sant’Elmo avviene in tempi brevi poichè è la stessa collina tufacea a fornire il materiale da costruzione; inoltre viene ricavato un fossato che cammina lungo tutti e tre i lati, un fossato in cui il nemico è costretto a scendere per poi incontrare, a livello, le bocche di fuoco.

castel Sant'Elmo
Castel Sant’Elmo

Nel tempo, per gli invasori, Castel Sant’Elmo ha rappresentato il baluardo di conquista della città di Napoli e del regno; infatti, quando i suoi cannoni vengono sconfitti nel 1734 dall’esercito di Carlo di Borbone, da qui, avviene la resa della città; una resa che rappresenta il punto di svolta per la città che, assoggettata agli Spagnoli, diventerà capitale di un grande regno.

 

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