Ercolano,1738 – E’ stato, sicuramente, per caso; sarà, successivamente per gran fortuna che, nel corso di alcuni scavi, siano venuti alla luce elementi di un antico pavimento in ‘Opus Sectile’ (pietre tagliate per pavimentazione) relativo ad un ambiente a pianta circolare; tale episodio resta al mondo come l’inizio di una delle scoperte più stupefacenti della storia dell’archeologia.
Alla notizia, Re Carlo è entusiasta:finalmente il sogno si avvera!Finalmente l’antica parte della nostra storia, ormai leggenda, torna alla luce intatta, come se il fango l’avesse imprigionata in un eterno splendore.
L’ ingegnere militare Alcubierre, successivamente affiancato da Weber, si occupa dei lunghi e complicati lavori di scavo portati avanti tra mille difficoltà per la realizzazione di numerosi cunicoli e pozzi opera di un esercito di ergastolani.E’ così che sezioni di pavimento,corpi centrali di affreschi, statue, ornamenti vengono portati via, andando ad arricchire le più belle ed importanti stanze dei Palazzi borbonici, alcuni dei quali, addirittura, oltrepassano i confini per andare ad allietare lo sguardo e da qui, l’animo di una cerchia ristretta di amici/alleati di corte.
Karl Weber impiega ben 4 anni per redigere una planimetria precisa dello stato dei luoghi e, soprattutto, individua i punti di rinvenimento dei numerosi reperti; lavoro certosino grazie al quale gli studi successivi hanno potuto ben identificare ed individuare chi abbia mai potuto abitare quella magnifica villa, perfetto esempio di Villa d’Otium, tra i più importanti del litorale campano in età imperiale.
Tali imponenti dimore ricordavano nell’architettura, nell’arredo dunque nelle funzioni, gli antichi luoghi della Grecia tanto ammirata; luoghi dotati di palestra, Accademia, Biblioteca e Ginnasio dove gli aristocratici e colti romani, profondamente intrisi di cultura greca potevano vivere tranquillamente il proprio “Otium”.Una dimora lussuosa, imponente,a strapiombo sul mare che, correndo parallelamente alla linea di costa per ben 250 metri ha restituito 65 bronzi,28 marmi,30 busti e due erme.
Cicerone racconta, nelle sue lettere, le difficoltà enormi riscontrate nell’arredare una Villa d’Otium, un lavoro complesso che doveva tenere ben presente il fatto che ogni scultura od ornamento dovesse essere adeguata alla funzione ed al significato dello spazio ospitante.Ed allora, nel Gymnasium, i bellissimi “Corridori” rinvenuti presso il peristilio rettangolare della villa; lo stesso Eracle è adornato da una corona di ulivo che,per l’occasione, lo vuole vincitore di gare atletiche; nonostante la chiara connotazione sportiva il gimnasium è anche luogo di educazione e cultura, dunque,le statue di filosofi e poeti, che si alternano alle personalità di spicco della vita politica andando a comporre un’ autentica celebrazione dell’ Imperialismo Romano; su tutti Ermes protettore dei “Ginnasi” posto sul lato ovest della vasca a fronteggiare la statua di Atena accentratrice unica del peristilio.
Nell’atrio ritorna il “tema dionisiaco” con putti e satiri mentre non è certa l’ ubicazione delle Danzatrici, forse poste lungo i lati lunghi della vasca del più piccolo peristilio quadrato, che ricordano le ” Danaidi” del Tempio di Apollo al Palatino.I “Papiri”, custoditi in casse, uno per uno avvolti in scorse di legno, vanno a costituire la parte più importante dei reperti e, l’apparato decorativo è strettamente legato alla funzione di una mera e propria biblioteca.
Negli anni ‘ 70 del secolo scorso, rivolgendosi al noto studio di architettura di Langdon e Wilson, il magnate americano Paul Getty fa realizzare in scala 1:1 una rediviva Villa dei Papiri, grazie alle precise planimetrie di Weber, a Malibu un pezzo di storia rivive, combinando magistralmente dettagli ripresi da Ercolano, Pompei e Stabia.I manuali di archeologia moderna proponendo le foto della “Getty Villa” ridonano vita, concretamente, a quell’ antico e ritrovato “luogo” di studio, riflessione e cura dell’ anima che riecheggia e rievoca lo splendore dell’ intramontabile ed assoluta cultura greca.