Claudiopoli, Turchia,123 d.C. – E’ alto, muscoloso, elegante con capelli e barba sempre ben pettinati per coprire le cicatrici; un appassionato di letteratura ed arte, dal raffinato gusto estetico rivolto costantemente all’amata Grecia ma, nonostante tutto, sempre schivo, sempre modesto.Designato Princepe dallo zio, Adriano, diventa Imperatore; uno tra i più importanti del mondo antico e che, come pochi, conosce ogni angolo del suo vasto “Impero”.
E’ giugno, Adriano arriva con il suo esercito in Bitinia, entra in città acclamato dalla popolazione ed in un attimo di smarrimento, tra mille volti, incrocia lo sguardo in cui il suo si perderà per sempre, quello di Antinoo.Adriano ha più di 40 anni, Antinoo non più di 13; tra di loro un legame indissolubile, fatto di complicità ed affinità, che supera di gran lunga quello dell’ imperatore con la propria moglie.
Dopo i primi due anni trascorsi viaggiando in lungo e in largo per l’Impero, i due vanno a Roma: è il 125 d.C: e Villa Adriana a Tivoli è ancora un progetto in fase di attuazione, la “coppia innamorata”, si alterna così tra Tivoli e la capitale, dove sono perennemente additati e meschinamente adulati, il loro legame,però, è così forte da resistere a tutto.Alessandria d’Egitto, ottobre,130 d.C.- I riti di devozione ad Osiride sono in corso, Adriano insieme al suo Antinoo, il più bello del mondo (così lo chiama) ed al seguito reale, si imbarcano per intraprendere una crociera sul Nilo;finalmente sono lontani da Roma dove un bieco complottismo li circonda ma, soprattutto, vogliono distrarsi dal funesto presagio riguardo l’imminente morte dell’ Imperatore.
Avviene che, durante una notte in cui il cerchio lunare non è visibile e la navigazione notturna è silenziosa e misteriosa, il giovane Antinoo scompare, inghiottito dalle acque; si racconta che, alla notizia, il dolore di Adriano sia stato devastante e che egli stesso si sia convinto, forse per la disperazione, che l’amato abbia sacrificato sé stesso, in occasione delle liturgie di Osiride affinchè gli fosse assicurato il ritorno alla vita.E, forse, così è stato; da quel momento,infatti, Adriano ha fatto erigere templi in suo onore in ogni angolo dell’impero, e le raffigurazioni sono state infinite ed eterne come il loro legame.
Chiesa di San Giovanni Maggiore, tempio dedicato ad Antinoo
Ebbene, anche Napoli conserva un tempio dedicato a quell’amore; infatti è nella Chiesa di San Giovanni Maggiore, che il profano: il Tempio dedicato ad Antinoo, le cui colonne in marmo, sormontate da capitelli corinzi, si fonde con il Sacro: la tribuna centrale dell’abside.
Nella stessa chiesa un’epigrafe, risalente al IX-X secolo, che si pensava identificasse la Tomba perduta della sirena, risulta essere, invece, un’invocazione-raccomandazione allo stesso San Giovanni o, forse, San Gennaro, di protezione per l’amata Partenope.