Ha fatto dietrofront l‘Università Bicocca di Milano che aveva bloccato il corso sull’autore russo Fedor Dostoevskij che lo scrittore Paolo Nori aveva in programma. Era stato lo stesso Nori a comunicarlo attraverso i social.
Nori, durante una diretta, aveva detto di aver ricevuto una mail dall’Università Bicocca con la quale gli si annunciava la volontà di rimandare il corso (aperto e gratuito) su Fedor Dostoevskij, che sarebbe dovuto partire il 20 marzo e ciò al fine di “evitare ogni forma di polemica, soprattutto interna, in quanto momento di forte tensione”.
Ovvia conseguenza, la nascita di una grandissima polemica. In poche ore sui social sono rimbalzate migliala di foto di testi di Dostoevskij accompagnate dall’hashtag “#iostoconpaolonori”. Per non parlare dei commenti:
“Bisognerebbe dare un Nobel a quei geni che hanno provato a bloccare il corso su Dostoevskij di Paolo Nori alla Bicocca perchè non opportuno in questa fase storica”;
“Ma ci rendiamo conto? Ma cosa si pensa di fare? Di rimuovere dai libri ogni riferimento alla storia, all’arte, alla musica e alla letteratura russa?”;
“E’ una cosa dell’altro mondo sospendere un cosrso su Dostoevskij dopo l’attacco della Russia all’Ucraina”
solo per menzionarne alcuni.
L’Università Bicocca di Milano fa dietrofront
Date le dimensioni del polverone sollevato qualcuno alla Bicocca ha pensato bene di rimediare e con una nota l’ateneo milanese ha comunicato:
La Bicocca è “un ateneo aperto al dialogo e all’ascolto anche in questo periodo molto difficile che ci vede sgomenti di fronte all’escalation del conflitto”. L’ateneo “conferma che tale corso si terrà nei giorni stabiliti e tratterà i contenuti già concordati con lo scrittore. Inoltre, la rettrice dell’Ateneo incontrerà Paolo Nori la prossima settimana per un momento di riflessione”.
La rettrice, infatti, ha parlato di un malintesto. Nessuna censura. Solo un malinteso.
“Nessuna censura, il corso si terrà come previsto. Ho invitato Nori per un caffè in rettorato e lui ha accettato. C’è stato un malinteso in un momento di grande tensione. Dall’idea di questa università non c’è niente di più lontano della censura”.