Torre del Greco, capitale della lavorazione del corallo, dove tradizione e arte creano meraviglie


Napoli,1807 – “Anche mio fratello avrà un gioiello dal regno che m’appartiene!” – Questo il pensiero, queste le intenzioni di Carolina, sorella di Napoleone, al tempo sposa di Gioacchino Murat, dunque Regina consorte a Napoli.

Da quando è arrivata in città ha conosciuto una cultura nuova ed un gusto sicuramente diverso dal suo: un gusto in cui l’antico riecheggia nei secoli, se non addirittura nei millenni. Carolina Bonaparte, così, fa sue le abitudini dell’Italia meridionale; nel contempo assiste all’iniziale recupero della città di Pompei, ritrovandosi in luoghi che sono parte fondamentale della storia; da questo momento comincia a gradire cose diverse, cose a sé stessa nuove.

Tra tutto, Sua Maestà s’innamora della preziosità e dello sfarzo dei gioielli che si ispirano al passato, quelli di “corallo”; facendo diventare sua consuetudine regalarne a coloro i quali fossero di passaggio a Napoli; decretando, così, quel successo che non ha mai smesso di esser tale.

Ed allora il sangue sgorgato dalla testa di Medusa che, in un tempo lontano, ha irrigidito i vegetali marini divenuti, al contatto,dello stesso colore, finalmente, con la venuta a Napoli dei Bonaparte, raggiunge la fama che mai, fino ad oggi, è tramontata.

La splendida spada da “gala” che accompagnava Napoleone e che veniva esibita come il più prezioso dei gioielli, oggi è custodita presso il Museo di Fontainebleau; adornata da dieci splendidi cammei provenienti dalla Real Fabbrica di Torre del Greco diretta, a quel tempo, da Paul Barthelemy Martin, rappresenta la giusta cassa di risonanza per un’antica arte, portata in “auge” da una principessa napoleonica: la lavorazione del corallo.

I banchi di corallo, quelle colonie di polipi bianchi non più grandi di un centimetro, dotati di otto tentacoli con cui afferrano il cibo, hanno uno scheletro calcareo, adattissimo ad esser utilizzato nella produzione di gioielli. Fin dall’antichità, questi banchi sono disseminati lungo le coste della Sicilia, della Sardegna, della Grecia e della Tunisia; gli arabi ne inventarono la raccolta tramite un” ingegno” appesantito che danneggiava fortemente i fondali.

Utilizzato come medicina per combattere i dolori ai denti e gli incubi dai romani; amuleto contro il diavolo durante il Medioevo; dal Rinascimento, in poi, è considerato in modo assolutamente diverso: in corallo, infatti, furono oggetti sacri e monili ricercatissimi in tutta Europa.

Fu la grande Flotta di Torre del Greco ad occuparsi del recupero del corallo in Sicilia, Sardegna, Tunisia; per quei marinai era “la spugna d’oro”.

Originariamente, il corallo a Torre del Greco era soltanto smistato, fino a quando, sul finire del XVIII sec., Paolo Bartolomeo Martin, marsigliese, esperto di incisione di cammei, intuisce il potenziale della cittadina ed ottiene una concessione da Re Ferdinando per iniziarne la produzione nei locali della Villa del Marchese di Castelluccio, presso via Colamarino.

I primi ad esser assunti furono i lavoratori del porto che in pochissimo tempo divennero abili artigiani, prima inglobati nella “Real Fabbrica di coralli di Sua Maestà la Regina”; con sede a Torre del Greco , poi, successivamente, all’interno dell’Albergo dei Poveri.

Qui, ispirandosi al riemergere di Pompei, i coralli cominciarono ad esser lavorati a “Cammeo”, la fama di questi gioielli pervase l’intera Europa, a tal punto che a Via Toledo si stabilirono i più famosi gioiellieri esteri del periodo.

La lavorazione del corallo e del cammeo di Torre del Greco è stata definita quale ulteriore gemma che impreziosisce il ricco panorama di attività culturali e paesaggistiche della Regione Campania, allineandosi, così, alla lista dei Patrimoni Italiani per l’Unesco.

spot_img

LEGGI ANCHE

Maximall Pompeii apre al pubblico

Pompei (Torre Annunziata)  – Apre al pubblico oggi sabato 14 dicembre Maximall Pompeii a Torre Annunziata (NA), l’ambizioso progetto di Irgen RE Group, che con una...

Lungo il bilico, la raccolta poetica d’esordio di Alessandro Fanchi

La casa editrice Chiocciola Edizioni annuncia con entusiasmo l’uscita di Lungo il bilico, la prima raccolta poetica firmata da Alessandro Fanchi, un’opera che segna...

spot_img

ULTIME NOTIZIE

PUBBLICITA