Un album di figurine andato a ruba. Intervista all’ideatrice Nadia Neri


Metti una ragazza che ha in testa un’idea assolutamente originale; metti un’amministrazione comunale capace di scorgere le potenzialità di tale idea; metti un’associazione culturale che ne consenta la realizzazione…e voilà, da settimane intere, un piccolo e grazioso comune come quello di Montecchio diventa improvvisamente il protagonista indiscusso dell’estate.

A parlarne sono diverse testate giornalistiche, ma anche telegiornali regionali e nazionali. A cosa deve questa improvvisa notorietà il comune di Montecchio?

“Il Paese”, l’album di figurine degli abitanti di Montecchio

A far parlare – in queste settimane – di Montecchio è il progetto artistico, ideato e realizzato da Nadia Neri con la collaborazione dell’Associazione Culturale L’Antica Torre di Melezzole.

Il progetto, patrocinato dal Comune di Montecchio, consiste nella realizzazione di un singolare album di figurine; una raccolta di figurine che ha per protagonisti gli abitanti del comune di Montecchio e delle due frazioni di Tenaglie e Melezzole. Quattrocentoventotto personaggi racchiusi in 13mila bustine di figurine (numero di bustine poi raddoppiato con la seconda ristampa dell’album).

Nadia Neri: “Il Paese”, la dilatazione di un album di famiglia

Per la rubrica DONNE PRAGMATICHE abbiamo avuto il piacere di intervistare questo mese Nadia Neri, l’ideatrice del progetto  “IL PAESE”.

Nadia Neri
  • Allora Nadia, raccontaci, come è nata l’idea di realizzare una collezione di figurine che abbia per protagonisti non calciatori, non supereroi, bensì i residenti del tuo paese?

Ho studiato presso l’Accademia delle Belle Arti di Firenze e mi sono sempre occupata di nuove forme di linguaggio artistico. L’idea dell’album di figurine nasce dal fatto che, a mio avviso, nelle arti in generale, occorre dare il proprio contributo partendo da ciò che meglio si conosce; quindi, partendo dal proprio tessuto familiare, dalle proprie radici, dai luoghi in cui si è cresciuti.

Nello specifico, quello dell’album è un lavoro profondamente radicato nel territorio che ricalca il presente e la quotidianità di persone che diventano protagoniste di una raccolta che può essere sfogliata e completata dagli abitanti stessi. Un aspetto che si collega all’idea di ‘‘celebrazione’’. Ogni civiltà ha esaltato momenti indimenticabili della propria storia affidandola a segni altamente visibili, atti a rimanere fisicamente presenti in un territorio;  pensiamo ai monumenti dei caduti, alle epigrafi, alle sculture di personaggi illustri o semplicemente ai nomi delle vie che ricordano un avvenimento importante. Migliaia di testimonianze lasciate ai posteri che parlano in maniera aperta e senza mediazioni – come se in un certo senso abbiano una sorta di consacrazione a livello collettivo. Si tratta di una storia ‘‘ufficiale’’ che in un certo senso sancisce ciò che puo’ essere ritenuto socialmente accettabile e condiviso.

Quindi. partendo da questi presupposti che perlopiù rivolgono il loro sguardo al passato, ho pensato si potesse creare una storia del presente, di quei volti, di quegli aneddoti di quelle storie con la ‘‘s’’ minuscola che non sono annoverate nelle pietre di un paese, ma che indubbiamente l’hanno costruita più di ogni altra.

  • Oltre a preservare la memoria di un luogo, quale altro obiettivo si prefigge di raggiungere tale progetto?

Oltre a quello di fornire uno spaccato di una comunità che faccia conoscere alle generazioni future la storia dei propri nonni, gli obiettivi di questo progetto sono molteplici.

Innanzitutto la sua realizzazione ha permesso l’incontro di diverse generazioni. Giovani e meno giovani impegnati in un unico progetto. L’album è stato il pretesto per metterli insieme, raccontarsi, confrontarsi.

Inoltre, l’album “Il Paese” è un modo per ridare valore alla fotografia, quella di un tempo, quella che testimoniava momenti di intimità: una gita al mare, una festa di compleanno. Oggi, sappiamo bene che non occorre più attendere lo sviluppo e non occorre sostenere un costo per avere delle foto. Un grande vantaggio che però va a discapito di ciò che realmente andrebbe testimoniato attraverso la fotografia. Oggi si fotografa di tutto, ma poi non si conserva quasi nulla.

“Il Paese” è, se vogliamo, la dilatazione di un album di famiglia, di quelli che una volta si sfogliavano insieme ad amici e parenti.

  • Quanto è stato difficile – se lo è stato – realizzare tale progetto? Quanto tempo ci è voluto per la sua realizzazione?

Il progetto è il frutto di due anni di lavoro – anzi, di quattro se si considera anche il periodo in cui ho maturato e progettato l’idea. Due anni sono trascorsi solo per la realizzazione dell’idea.

Non posso dire che sia stato particolarmente difficile. A tal proposito devo ringraziare l’amministrazione comunale e l’associazione culturale L’Antica Torre di Melezzole che hanno permesso che la mia idea si concretizzasse.

E’ stato impegnativo, quello sì. Ho fotografato personalmente le persone che si sono rese disponibili, ho curato la grafica, ho realizzato il sito web.

Se devo pensare alla cosa più difficile dell’intero progetto, direi sicuramente la scelta della collocazione dei personaggi nell’album prima di mandarlo in stampa.

Federico Gori, sindaco del Comune di Montecchio e Nadia Neri, ideatrice del progetto artistico “Il Paese”
  • E alla fine quale criterio hai scelto di adottare per la collocazione delle figurine nell’album?

Ho suddiviso l’album in rioni. Montecchio è suddiviso in quattro rioni e poi ho scelto di procedere per famiglie.

Nella cernita delle foto ho privilegiato quelle che avessero sullo sfondo le case o comunque elementi caratteristici del paese come ad esempio le sedie rosse, tipiche di un bar del nostro paese. Ho voluto mostrare volti, ma anche e soprattutto mestieri.

  • Come hanno accolto l’iniziativa i residenti di Montecchio?

Direi benissimo. Li vedi seduti sui muretti a scambiarsi figurine ed è bellissimo, oltre che gratificante.  E poi, i commercianti si sono prestati a vendere l’album e le figurine all’interno delle proprie botteghe. Devo ringraziare anche loro per l’entusiasmo e la grande disponibilità che hanno mostrato nel contribuire a dar seguito al progetto.

La prima parte del ricavato è stata destinata alla ristampa dell’album e delle figurine perché tutti hanno voluto l’album e la prima stampa è andata esaurita in soli due giorni. Il ricavato della seconda vendita, invece, andrà a finanziare nuovi progetti artistici in loco.

Nadia Neri: “Ho voluto dedicare l’album ad una persona scomparsa di recente

  • Tra tutti i personaggi ritratti sulla figurine ce n’è uno in particolare che più degli altri incarni il vero spirito del paese?

Ho voluto dedicare l’album ad una persona che è scomparsa di recente e che – a mio avviso – incarna proprio lo spirito del paese. Si tratta di Ceppetta.

Ceppetta era un uomo che conoscevano tutti. Parlava con tutti e nessuno, nel senso che aveva la sua riservatezza, ma anche un saluto per tutti e non disdegnava di scambiare qualche chiacchiera con chi si interessava a lui. Un uomo che incarnava i valori di un tempo, un uomo nobile d’animo.

  • C’è una figurina che viene considerata “rara”, quasi da collezione?

Per effetto di una curiosa e fortunata coincidenza è proprio la figurina di Ceppetta. Tutti quelli che hanno quasi completato l’album mi dicono che a mancare sia proprio la figurina di Ceppetta.

  • Cosa offre Montecchio? Cosa trovano i visitatori che giungono in questo antico borgo umbro?

Montecchio è un borgo medioevale inserito nel circuito dei Borghi più belli d’Italia. Sulle nostre colline si pratica la coltura degli ulivi e delle viti. C’è possibilità – in alcuni momenti dell’anno – di visitare i frantoi e le cantine.

Anche dal punto di vista culturale Montecchio offre interessantissimi tour. Merita sicuramente una visita la necropoli umbro-etrusca del Vallone di San Lorenzo alla quale, di recente, si stanno interessando l’Università di Perugia e un gruppo di studiosi americani; così come merita una visita anche il museo archeologico.

Per gli amanti del trekking, Montecchio costituisce una delle tappe del “Cammino dei Borghi Silenti” (circa 90 km), un tracciato ad anello suddiviso in cinque tappe che ruota attorno ai monti Amerini. Un’occasione per lasciarsi incantare dal fascino di borghi rimasti immutati nel tempo ed assaporare il silenzio di luoghi incontaminati. Percorso, naturalmente, da poter coprire anche in bici.

Inoltre, ad ottobre –  precisamente l’ultima domenica di ottobre – migliaia di visitatori accorrono a Melezzole, frazione di Montecchio, per partecipare alla Fiera della Castagna. Percorsi di degustazione di caldarroste e di prodotti tipici locali, ma anche artigianato, spettacoli lungo le vie del borgo e passeggiate tra i boschi.

 

Storia, cultura, tradizioni, natura, enogastronomia, figurine. Insomma Montecchio merita sicuramente una visita.  Voi cosa ne pensate?

Noi della redazione l’abbiamo già inserito nel nostro prossimo itinerario di viaggio. A tal proposito vi potrebbe interessare anche Narni sotterranea, una storia nella Storia.

 

 

 


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