La cucina internazionale: un viaggio nel viaggio
Viaggiare è un modo per scoprire nuove culture, arricchire il proprio bagaglio di esperienze e tornare a casa più ricchi dentro. La cucina è un tratto importantissimo per comprendere l’identità di un popolo. Attraverso i gusti, i sapori e i colori dei piatti tipici di una località si riesce spesso a cogliere l’aspetto più profondo di un popolo, la sua storia e il suo carattere. Nel modo in cui mangiamo, infatti, c’è tanto di quello che siamo, pertanto conoscere bene un popolo significa anche conoscere la sua cucina.
La cucina francese non è antica come potrebbe sembrare, al contrario pone le sue origini nel XVIII secolo, quando nacquero grandi gastronomi come Marin, inventore dei fondi per le salse, e Menon, autore di un importante libro di ricette. Tuttavia, è il XIX secolo a consacrare la cucina francese grazie a quattro maestri: Carème, Grimod de la Reynière, Brillat-Savarin e Monselet. Fu da allora, che essa venne copiata in tutto il mondo.
La cucina spagnola non ha un altissimo numero di piatti, ma è molto sostanziosa e condita, secondo le esigenze dei suoi abitanti, amanti di piatti rustici e saporiti. E’ caratterizzata da colori forti e da sapori vivaci e piccanti, grazie all’uso di aromi e spezie, come il peperoncino, lo zafferano, l’aglio, la cipolla.
Per quanto riguarda la cucina svizzera, essa vanta specialità create nei diversi cantoni, che il turista potrà gustare nelle varie birrerie o presso le famiglie di autentica origine svizzera. Il formaggio ne è il vero protagonista, usato in tanti modi, dall’antipasto al dolce.
In Inghilterra esistono abitudini culinarie completamente diverse da noi. La colazione, “breakfast”, è considerata un pasto a tutti gli effetti, vi è l’abitudine di bere il tè e si mangiano cibi sostanziosi, come il bacon e le uova fritte.
La cucina russa è una fusione di cucina francese e cucina orientale, fusione avvenuta talmente bene che si può parlare di vera e propria “arte culinaria”.
In Ungheria particolare è l’uso della paprica, un peperoncino rosso piccante molto coltivato in questo Paese, con il quale viene preparato il “gulash”, il loro piatto tipico.
In Cina la gastronomia è considerata una vera e propria arte, sia per la cottura dei cibi sia per la preparazione estetica, a cui i cinesi si dedicano con cura quasi sacra. Carne e verdure sono tagliate in modo geometrico, in modo anche da facilitare l’uso delle bacchette. L’alimento più importante della cucina cinese è il riso, l’equivalente di quello che per noi è il pane. Viene servito con altre salse o con la soia.
Quella indiana è un’altra delle grandi cucine del mondo. Essa richiede una certa abilità nel saper dosare gli ingredienti. Il curry, ad esempio, è un difficile miscuglio di spezie ed erbe, la cui quantità varia a seconda del piatto che deve accompagnare. In India l’alimentazione è strettamente legata alla religione. Qui è un tabù versare il sangue degli animali considerati sacri, come il bue, il bufalo e la vacca. Per questo motivo, ma anche per la diffusa povertà, la cucina indiana è per lo più vegetariana.
Marocco, Tunisia, Algeria, Libia, Egitto, che sono Paesi del Nord Africa, hanno una cucina grassa e piccante. Il piatto più caratteristico è il “cuscus”, una preparazione a base di semola di grano duro, lavorato a mano fino ad ottenere delle palline e cotto a vapore.
La cucina degli Stati Uniti non ha caratteristiche particolari, è molto varia. Una cosa in cui gli americani sono bravi è la preparazione del barbecue, cioè la cottura all’aria aperta di carni, come le bistecche di bue, vitello e maiale. Il piatto tradizionale è il tacchino ripieno, consumato in occasione del Natale e del giorno del Ringraziamento.