Marsala: MOBBIDICCHI da Hermann Melville
MOBBIDICCHI da Hermann Melville
un progetto di Teatro Libero Ac Castelvetrano e Tam Marsala
Martedì 28 Agosto – ore 21.30 – ANTICA SALINA GENNA
Con MASSIMO PASTORE, MARTINA CALANDRA, ALESSANDRA DE VITA, GIOVANNI LAMIA, GUIDO DI STEFANO e gli attori del Kepos Performing Theater
Con la partecipazione di DEBORA MESSINA
scena e costumi di MONICA GUCCIARDO
drammaturgia, traduzione, trasposizione, tradimento e regia di GIACOMO BONAGIUSO
Da più di un secolo e mezzo uno spettro si aggira nelle acque extraterritoriali della letteratura: “Moby Dick”. Un testo che affonda la penna nel male profondo, nei mostri, nei fantasmi delle anime umane e disumane. Achab, il capitano, cerca la fine, nel segno di una insensata vendetta, una faida, che certamente coinvolge la sua stessa esistenza e non certo un grande cetaceo, la balena. “La balena non ti cerca, sei tu che cerchi lei!” – così l’equipaggio del Pequod cerca di far rinsavire il capitano.
Se trasponiamo il tutto nello straordinario ed unico contesto della Antica Salina Genna, dove il cielo è una trapunta di stelle, nella sera, dopo e oltre il tramonto, e dove l’acqua si accende di mille riflessi dati dall’illuminazione teatrale, mentre sul palco sale uno dei personaggi cui Marsala è più legata per il suo ruolo nella vita culturale della Città, ed ovvero Massimo Pastore, allora ogni ingrediente è predisposto per faorire la narrazione di questa drammaturgia. Massimo Pastore vestirà i panni di Achab in questa “riscrittura, traduzione e tradimento” dell’opera di Hermann Melville – come ha detto il regista ed autore Bonagiuso. In scena anche la giovane attrice Martina Calandra che si cimenta con un ruolo ostico, quello appunto di Mobbidicchi. A supportare la scena con la loro bravura altri due attori del Teatro Abusivo di Marsala, Alessandra De Vita e Giovanni Lamia nelle vesti di Ishmael e Parsi. Altra sorpresa in scena l’incantevole voce di Debora Messina, marsaese di adozione, che canterà alcuni brani di accompagnamento davvero unici.
“Mi ha sempre sconvolto questa storia – spiega Giacomo Bonagiuso- che ho pensato di prenderne spunto per una riscrittura in siciliano arcaico, che tenesse conto del viaggio attorno all’uomo. Ne è venuto fuori un testo furioso, che costringe a fare i conti con i propri demoni. Volevo ritmi frenetici e parole risuonanti, volevo una struttura internazionale pur facendo parlare idiomi arcaici, insomma volevo che lo spettacolo diventasse uno specchio collettivo dove guardare per spogliare ogni vanagloria. Con Mobbidicchi il re è nudo. Il male è “ a siccu” (a terra, dentro l’uomo), non a mare, né in presunti “mostri” esterni alla volontà dell’uomo. D’altronde, se esiste un testo che descrive il viaggio nel male radicale che attanaglia l’uomo e il suo cieco dolore, quello è proprio il “Moby Dick” di Melville, una sorta di Iliade della letteratura americana, che oggi, in questa riscrittura diventa anche segno linguistico profondo della nostra oscura radice. Nel nostro Mobbidichhi, il cui suono evoca la storpiatura popolare della pronuncia inglese, Achab racconta un male atroce, indicibile, una violenza perpetua e non facilmente confessabile; e la “piccola” Mobbidicchi è la destinataria di questo inconfessabile male.
Nell’opera di Melville il capitano Achab insegue per tutta la vita una balena bianca, Moby Dick appunto, colpevole di avergli staccato una gamba durante una caccia. Nel nostro Mobbidicchi Achab porta con sè un indicibile segreto, una malvagia colpa che non è ascrivibile a Dio, al Demonio o alla Sorte, ma che è una sorta di marchio oscuro dell’umanità. Mobbidicchi insegna che i mostri non sono a mare, altrove, fuori di noi, ma che spesso essi vivono dentro di noi, nella nostra pancia, tra i segreti inconfessabili del nostro ego e della nostra smania di possesso sulle cose, sul mondo e sugli altri
Biglietti 12 a 10 euro. Biglietteria sui siti. Prenotazioni , prevendite e info wapp 348 3727782 e 3474587137
Lo spettacolo, Patrocinato dall’Amministrazione comunale, comincerà alle 21.30.