Gioco d’azzardo: un business per l’economia italiana, considerato come la terza industria del “Bel Paese”
L’industria del gioco d’azzardo in Italia ha registrato nel 2013 introiti per un totale di 82,7 miliardi di euro, mentre nel 2014 la cifra totale ha superato il tetto degli 81 miliardi. Il 55% della raccolta proviene da attività quali slot machine e video poker, il segmento dominante per introiti e utenti, seguito dai giochi online come il poker, dai Gratta&Vinci e dal Lotto.
Tali numeri che ne confermano l’ottimo stato di salute sembrano cozzare con quella che è la situazione generale di un Paese, come il nostro, da tempo afflitto dalla crisi e dimostrano allo stesso tempo come il gioco d’azzardo rappresenti un business di portata non indifferente per l’economia italiana, tanto da essere considerato la terza industria del ‘Bel Paese.
Dove risiedono i motivi di tanto successo? E perché ciò che dovrebbe considerarsi come semplice passione si tramuta in una ossessione dai risvolti patologici?
Diversi sono i fattori che stanno contribuendo alla diffusione del gioco d’azzardo in Italia. Alle motivazioni personali che spingono la gente a dedicarsi all’attività, tra cui spicca la possibilità di ottenere guadagni facili e migliorare la propria condizione economica, si aggiunge la crescita del settore online e la nascita di portali dedicati interamente al gambling. Per cui diventa sempre più difficile desistere e ignorare il richiamo della ‘dea bendata’ e la sua aurea onnipresente non solo nei luoghi considerati fisici, quali bar, sale da gioco, ma anche virtuali, su dispositivi ormai alla portata di tutti, quali smartphone e tablet, che permettono agli appassionati di giocare da qualsiasi posto si trovino.
La crescita del gambling viene considerata da psicologi e politici come la causa principale della dipendenza patologica dal gioco, nota come ludopatia. La ludopatia o azzardopatia, ovvero la dipendenza ossessiva per i giochi d’azzardo di ogni tipo, è stato introdotta solo di recente nella letteratura dei disturbi patologici.
La giornalista del format televisivo Le Iene Nadia Toffa, coadiuvata dalla consulenza dello psicologo specializzato Cesare Guerreschi, ha racchiuso nel libro-inchiesta “Quando il gioco si fa duro” tutti i numeri del fenomeno ludopatia in Italia. Gli ‘azzardopatici’ nel nostro paese sono 800.000 (quasi l’1,65% dell’intera popolazione), mentre sono 2 milioni le persone considerate a rischio di diventare dipendenti dal gioco d’azzardo.
Il fenomeno continua a crescere e desta sempre più preoccupazione tanto che istituzioni e aziende del settore intavolano continuamente dibattiti sul tema. Le regioni cercano di dotarsi di legislazioni per la regolamentazione del GAP e tutelare i propri cittadini.
L’Italia è al centro di un feroce dibattito tra i sostenitori del gioco responsabile e i proibizionisti a priori del gambling. In diverse regioni è in atto una vera lotta senza quartiere per limitare il raggio d’azione di tutte le attività legate al gambling, in particolare di slot machine e new slot.
Per approfondimenti sul tema potreste consultare la guida sulle leggi e normativi vigenti in Italia redatta da Gambling Italy.