Gli acquisti del futuro saranno “fai da te”?


Dai consigli per gli acquisti alla digitalizzazione della spesa

Nel corso degli ultimi giorni, Epson ha reso pubblico uno studio in cui è stata impegnata nel corso degli ultimi mesi e incentrato sulle abitudini di consumo dei consumatori di buona parte d’Europa, Italia compresa. Lo studio si concentra su quella che è la chimera di praticamente tutto il popolo di consumatori: le code alla cassa.

Ma a cosa serve definire l’indice di gradimento (o sarebbe meglio dire, “di frustrazione”) degli acquirenti in coda? L’idea è quella che una coda, soprattutto se drammaticamente lunga, possa influire negativamente sull’acquisto, e se la cosa vi riesce difficile pensando una dinamica simile per il mercato sotto casa, immaginate piuttosto cosa accade per quei marchi che sono, ad esempio, legati ad un’ampia attesa. Pensate a cosa accade quando esce fuori un nuovo dispositivo Apple, o piuttosto quello che spesso si verifica quando arriva sul mercato un nuovo attesissimo videogame: la fila è effettivamente una problematica che, se da un lato va a favore di una certa visibilità mediatica, dall’altro certamente non fa le gioie delle persone in coda.

Le file, dunque, influenzano sia l’immagine che il gradimento di un marchio (o di annesse catene), ma è possibile trovare una soluzione al problema? Soluzioni, a ben vedere, già esistono grazie alle diverse modalità di pagamento digitale che, da almeno un annetto, sono anche approdate sui nostri cellulari. Il punto è che, specialmente in Italia, si senta ancora un certo scarto tra una mentalità vecchia scuola e, per certi versi, “analogica” di talune imprese, e la volontà da parte degli acquirenti di velocizzare il tutto con i tempi dell’era digitale. La ricerca di Epson, in effetti, evidenzia come il compratore (64% degli interrogati) spinga affinché le catene propongano quanto meno un’alternativa self service, con postazioni per poter cercare e ordinare gli articoli in autonomia. C’è poi una buona fetta (il 62%) che vorrebbe la possibilità di pagare lontani dalle casse e comunque con una certa elasticità, configurando l’esperienza d’acquisto secondo le proprie necessità.

Non meno importante, la ricerca evidenzia come ci sia un generale bisogno di velocizzazione e digitalizzazione nelle dinamiche di acquisto, un qualcosa che purtroppo è ancora molto lontano dalla mentalità del nostro paese e che va nettamente in contrasto con quello che è un trend invece ampiamente sdoganato oltreoceano. Effettuato su di un campione di uomini e donne fra i 18 e i 50 anni, la ricerca Epson evidenzia come, in netto contrasto con il passato, le persone siano ormai pronte a gestire da sole le dinamiche commerciale che scandiscono scelte, acquisti e pagamenti. Il punto è che forse, con lo sdoganamento della tecnologia smart ad opera di telefoni cellulari e simili, si sia ormai fatta strada nella vita delle persone una certa dimestichezza tecnologica la cui conseguenza è una presa di coscienza nei confronti delle possibilità offerte dal digitale. Tant’è che proprio i pagamenti mobile (ossia quelli connessi direttamente ad un portafoglio digitale disponibile su cellulare) sono nella hit parade dei desideri del compratore europeo e, in particolare, di quello italiano.

Questo è un trend che va nettamente controcorrente già solo alla mentalità di pochi anni fa in cui il bisogno di una certa “materialità” dei pagamenti era inteso come un fattore di sicurezza; come a dire che non c’è truffa e il pagamento è cartaceo, lasciando nella titubanza ogni forma di acquisto per mezzo di mezzi digitali. L’ingresso nel mercato dei compratori più giovani, ha poi dato una sferzata decisiva a questa dinamica, poiché gli under 30, cresciuti a pane e internet, hanno già ampiamente sperimentato la comodità e la duttilità dell’acquisto digitale desiderando ora, e più che mai, che quell’esperienza si possa adattare ad ogni altro aspetto della loro “vita commerciale”.
C’è bisogno, dunque, che i negozi – onde divenire a prova di futuro – ascoltino e seguano quello che è un trend ormai crescente. C’è bisogno, insomma, che anche le mentalità analogiche diventino digitali per gli acquisti del futuro e che i negozi abbraccino la tecnologia a servizio del consumatore, cosicché non solo spariscano le odiatissime code ma si possa configurare un tipo di commercio a misura di utente.

Un utente che vuole sempre più essere padrone della propria scelta, dei propri acquisti, e, soprattutto, del proprio tempo.

photo: www.sostariffe.it

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