Twitter punta a diventare intermediario dell’influenza social
Lo sviluppo di un brand è certamente uno dei punti focali del marketing di qualunque compagnia di prodotti o servizi, sia essa nata ieri o ben prima degli albori di internet.
Il concetto di “marchio” si è sposato in modo squisito con internet, che ha offerto un po’ a tutti l’occasione di rafforzare la presenza nella mente delle persone, grazie soprattutto agli strumenti social.
I social, come strumento principe dell’agglomeramento di pareri ed opinioni in rete, sono stati il fulcro dello sviluppo di molti brand, grazie soprattutto all’evoluzione di una particolare figura all’interno della comunicazione: l’influencer.
Un influencer è, come saprete, qualcuno che gode di una buona popolarità mediatica, tanto da poter effettivamente influire sulla popolarità (e dunque la capacità di vendersi) di un determinato brand.
Tra i vari social, Twitter, in particolare, con il suo animo smart e privo di fronzoli, è sempre stato lo strumento preferito dagli influencer, tale da far speso nascere non solo tendenze, ma anche mode, discussioni e movimenti sociali. La società deve essersi resa conto del potere del suo strumento, ed ha quindi deciso di divenire una sorta di “mediatore” tra il brand e l’influencer, togliendo ai vari marchi “l’onere” di dover provvedere da sé al recruiting di tali, fondamentali, figure.
Nasce, con questa idea, il “brand enthusiast gallery“, nulla più che un tweet di un dato marchio, sotto cui si riproporranno i tweet entusiastici degli utenti. Il punto è che sarà Twitter a farsi carico di questa ricerca e riproposizione, chiedendo persino il permesso ad ogni singolo utente, affinché la “gallery” sia effettivamente formata da entusiastici consenzienti. Ovviamente questo sistema punta a far figurare certe celebrità della rete in associazione a determinati marchi, ma avrà anche il pregio di mettere in evidenza la voce dell’utente comune, quello che non ha peso mediatico se non nella propria cerchia di amici.
Twitter, che molto si sta impegnando nel ristrutturare i servizi offerti alle società, ha anche annunciato che a breve si renderà disponibile un servizio video più efficiente pensato appositamente per le aziende. La società, che nel 2014 aveva acquistato SnappyTV, punta così a dare la possibilità agli account business di creare video meglio fruibili sia su Twitter che su Vine.
La cosa, del resto, ha perfettamente senso. Facebook sta lavorando già da tempo per migliorare il servizio offerto alle aziende, mettendo a disposizione una piattaforma che pone limiti di spazio, lunghezza o durata dei contenuti.
Twitter deve invece fare i conti con la sua anima più “veloce”, quella capacità istantanea di condividere pensieri da soli 140 caratteri che ha però, dalla sua, il primato di aver affascinato la stragrande maggioranza delle celebrità, siano esse cinematografiche, politiche o quant’altro… e forse ci riuscirà.