L’FBI non avrebbe più bisogno del consenso di Apple
Di quella che è la diatriba tra Apple e FBI sappiamo più o meno tutto. Una battaglia legale che il Bureau ha più volte perso e che vede come nocciolo della questione la spinosa questione della privacy, non necessariamente per fini spionistici. L’agenzia governativa statunitense era in attesa di appello, mentre Apple continuava a restare sui suoi passi, inamovibile nella decisione di tutelare gli iPhone e i loro proprietari e lasciando, dunque, l’FBI senza possibilità di accedere a dati sensibili spesso considerati preziosi per le questioni di sicurezza nazionale.
Il caso era nato in occasione della tragica strage di San Bernardino, quando Syed Rizwan Farook e Tashfeen Malik si sono resi responsabili dell’omicidio di diverse persone all’interno di un centro disabili lo scorso dicembre. In seguito al ritrovamento di un iPhone, probabilmente di proprietà di uno dei due attentatori, l’FBI aveva chiesto ad Apple di aiutare i propri agenti nello sblocco del dispositivo, al fine di ricavare informazioni sugli attentatori (probabilmente connessi ad una cellula islamica). Apple, prontamente, si era rifiutata, facendo nascere tra l’agenzia di sicurezza e la società un’aspra diatriba a suon di avvocati.
Ora, dopo settimane di confronto pubblico e privato tra le due parti, alla vigilia dell’ennesimo giro di boa in aula, il Federal Bureau of Investigations sembra fare un passo indietro, portando la questione ad una soluzione. Nelle settimane precedente l’agenzia governativa si era dimostrata incapace di risolvere la situazione da sé, da cui la richiesta direttamente a Apple; tuttavia stando a recenti indiscrezioni pare che l’FBI si sia reso capace di manomettere i dispositivi incriminati, aggirando le numerose protezioni che Apple ha imposto ai suoi dispositivi per proteggere la privacy dei suoi utenti.
Stando poi alle dichiarazioni dello stesso Bureau, pare che l’FBI sia entrato in possesso (non si sa bene come) della tecnica con cui “sbloccare” i dispositivi Apple, dando potenzialmente una svolta non da poco ad un caso che ormai ha assunto eco internazionale. La scoperta risalirebbe al recente 20 marzo, e la promessa dell’Agenzia è di sbloccare i dispositivi in proprio possesso entro il prossimo 5 aprile. Val la pena segnarsi la data, perché se l’FBI ci riuscisse, la linea di difesa Apple cadrebbe su ogni fronte, poiché proprio sull’inattaccabilità dei propri dispositivi Apple aveva basato la sua difesa. Già diversi esperti, tra cui Edward Snowden, si erano espressi sull’effettiva possibilità che un iPhone possa essere manomesso senza il consenso della Apple, operando sia a livello software che hardware.
L’udienza in merito al caso è stata dunque rimandata, in attesa dei risultati dei testi dell’FBI che potrebbero cambiare l’idea di Apple e del mondo sulla sicurezza dei propri dispositivi.