Le novità sui bitcoin arrivano grazie a un’inchiesta di Wired US
Quella di Bitcoin è una storia che non smette mai di affascinare. Per chi non sapesse di cosa stiamo parlando, con “Bitcoin” ci si riferisce ad una moneta elettronica, nata nel 2009 e ben presto diffusasi in modo virale in tutta la rete, divenendo ben presto un’ottima alternativa all’acquisto per mezzo di carte di credito, PayPal, o dei sistemi più diffusi e noti. Bitcoin è poi diventato un vero e proprio modello, e molte altre società hanno seguito il business delle valute digitali creando la propria versione di Bitcoin, anche se la più diffusa e utilizzata resta sempre l’originale, l’omonima “bitcoin” (tutto in maiuscolo) creata dal misterioso utente della rete noto come Satoshi Nakamoto. Proprio Nakamoto, e nello specifico la sua vera identità, sono dal 2009 oggetto di discussione. Chi è costui? Perché ha deciso, nonostante il successo della sua invenzione, di restare nell’anonimato?
Ebbene dopo un bel pò di ricerche e speculazioni, Wired US ha riacceso l’attenzione verso il misterioso inventore, grazie ad una serie di scoperte che, unite alle ricerche del ben noto portale Gizmodo, parrebbero fare luce sull’identità di Nakamoto. Secondo l’edizione statunitense di Wired, a nascondersi dietro il nome di Satoshi Nakamoto ci sarebbe un imprenditore australiano, tale Craig Steven Wright, una persona che non era mai apparsa tra i possibili candidati per il “ruolo” di Satoshi Nakamoto ma che, secondo la rivista, rispecchierebbe il profilo tracciato dell’inventore. In particolare Wired si farebbe forte di una fonte, tenuta anonima, che si direbbe vicina a Mr. Wright. Tale fonte sarebbe poi stata persino confemata dalla ricerca di un’analista (sempre anonimo) del dark web, che avrebbe riscontrato “trascrizioni e moduli contabili che dimostrano il collegamento” tra Nakamoto e Wright.
Il problema è che risulta, ad ora, molto difficile dimostrare l’autenticità della documentazione che avallerebbe la connessione tra i due, tuttavia analizzando i post del blog di Wright (risalenti sin al 2008, e pertanto corrispondenti alle prime “tracce” del progetto Bitcoin in rete), sembrerebbe esserci una connessione tra la creazione della valuta e un progetto su cui Wright sembrava al lavoro. Il businessman e informatico australiano scriveva infatti di essere al lavoro su di un “cryptocurrency paper”, ossia su di un documento inerente una criptovaluta (aka una “moneta digitale”). Nonché all’imminente lancio della valuta stessa, anche se proprio questo ultimo messaggio sembrerebbe essere stato cancellato dal blog. Inoltre, come riportato da Wired, pare che nel 2013 ci sia stato uno scambio di battute tra Wright e il defunto David Kleiman, analista ed economista, con cui Wright avrebbe parlato di un fondo fiduciario da un milione di bitcoin (all’epoca 1 bitcoin corrispondeva a circa 540 dollari).
Ora non è ancora possibile dimostrare che Wright e Nakamoto siano la stessa persona, tuttavia fa riflettere come proprio i questi giorni la polizia australiana abbia perquisito la casa di Wright per motivi fiscali, anche se – comunica la polizia locale – il controllo non sarebbe conseguente alle ultime informazioni sui bitcoin rilasciate dai media. Verremo mai a capo del mistero?