Savina Priami fa outing per aiutare chi condivide il suo percorso doloroso e complicato
In questa autobiografia intitolata “La fatica di vivere nel groviglio” Savina ci racconta in maniera semplice, diretta, una maniera che arriva diritto al cuore , il suo percorso di vita, i suoi disagi, i suoi dolori, le sue sconfitte , storie di emarginazione infantile che non toccano solo lei, ma molte persone che spesso non hanno il coraggio di affrontare la questione. Savina ci racconta -e si racconta- il suo convivere con un disturbo denominato ADHD (Attention Deficit/Hyperactivity Disorder), che ha condizionato moltissimo la sua vita prima di bambina, poi di donna.
Questo disturbo -ancora oggi oggetto di studi e di ricerche- è un disturbo del comportamento ed è caratterizzato generalmente da iperattività, esplosioni di grida, difficoltà d’apprendimento, e comportamento generalmente indisciplinato. Savina rapisce con il suo consegnarsi a queste pagine, con molta sincerità, denudandosi , offrendo le sue debolezze, le emozioni che l’hanno attraversata e il dolore che l’hanno devastata. Dal suo racconto si evince che ha vissuto una vita iperattiva, un’ “allergia” per le regole.
In questo viaggio letterario, che nasce dal viaggio dentro di sè, ci consegna i suoi diari, le sue difficoltà, le sue movimentate relazioni, le scelte sbagliate, l’incontro con sè stessa e la sua volontà di guarire, qualunque sia il suo disagio. Il suo messaggio è forte e chiaro: “si può guarire”, e a dimostrazione di ciò, Sabina scrive, perché desidera -attraverso le sue pagine- aiutare chi, come lei, ha, soffre e convive con questo disturbo.
Invita a cercare una strada adatta, una qualsiasi, adatta al proprio sentire che porta alla guarigione. Lei l’ha trovata attraverso una tecnica hawaiana di autoguarigione che condivide in questo libro. Il suo percorso fatto di cadute e rinascite l’ha portata a ritrovare sé stessa, e anche a trovare un volto nuovo nello specchio, un volto che ha imparato a conoscere ed apprezzare: il suo vero Sé.