Dodici rose a Settembre di Maurizio de Giovanni


Con Dodici rose a Settembre Maurizio de Giovanni trascina il lettore in due corse parallele contro il tempo. Le vicende narrate scorrono su due distinti binari che lentamente finiscono per confluire in uno sviluppo comune. Gli argomenti trattati sono piuttosto spinosi (violenza domestica e una serie di omicidi), eppure de Giovanni, da buon napoletano, riesce a mantenere una perfetta armonia tra profondità e leggerezza. Il lettore si ritrova a sorridere spesso, ma vive anche forti stati d’ansia.

Dodici rose a Settembre

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Dodici rose a Settembre (Sellerio Editore) – Trama:

A Napoli, nei Quartieri Spagnoli, Mina lavora in fatiscente consultorio. Con lei lavora Domenico Gammarella (“chiamami Mimmo”), affascinante ginecologo, continuamente mortificato dall’ostilità di Mina.

Mina convive con due grossi problemi: la madre invalida che non perde occasione per sottolineare la sua inettitudine a trovarsi con uno straccio d’uomo (problema n.1) e un seno oltremodo generoso (problema n.2) che Mina tenta, con poco successo, di mascherare in ogni modo.

“Il senso pratico consiste nel pensare al futuro. Il pensare al futuro consiste in una sistemazione economica. La sistemazione economica consiste nel trovarsi un uomo. Trovarsi un uomo significa sceglierne uno, facoltoso e vulnerabile, e dargliela con parsimonia e progressivamente. Il che mi pare fuori dalla tua operatività da molto tempo, o sbaglio?”

Un giorno, al consultorio arriva Flor, una bambina in cerca di aiuto. La piccola  è convinta che suo padre prima o poi ucciderà sua madre.Da una serie di elementi Mina capisce che non si tratta di chiacchiere; madre e figlia sono realmente in pericolo. In una rocambolesca corsa contro il tempo, Mina, con l’aiuto di Domenico “chiamami Mimmo” e Rudy, il portiere del palazzo del consultorio, escogita un piano degno di lode.

Parallelamente a questa vicenda scorrono le indagini del maresciallo Gargiulo e del magistrato De Carolis, impegnati a scovare l’autore di una serie di delitti commessi tutti con lo stesso modus operandi.

Via via che le pagine scorrono, il lettore scopre i legami tra i personaggi e trova le chiavi per ricomporre il puzzle. Una storia coinvolgente, con personaggi pregni di napoletanità.

Che cos’è la napoletanità? Un patrimonio da difendere e valorizzare. La napoletanità è la fantasia, la passione, la vivacità, la genialità, la filosofia di vita che caratterizza il popolo partenopeo. Ecco che cosa significa “napoletanità”; ecco cosa significa essere napoletani.

 

Leggi pure:

“L’ignoranza dei numeri” di Francesco Paolo Oreste

“Il treno dei bambini” di Viola Ardone

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