Uscito per la casa editrice Oakmond Publishing nel 2017, Per Francesco che illumina la notte è il primo romanzo della scrittrice Elsa Flacco ed ha ottenuto la Segnalazione d’onore al XXXV Premio Firenze nella sezione “Narrativa Edita”.
Insegnante di lettere ai licei da oltre un ventennio, autrice di saggi sulla letteratura e storia d’Abruzzo, e di un testo teatrale sui briganti della Maiella, l’autrice Elsa Flacco si è voluta cimentare per la prima volta in un romanzo, seppur dai connotati marcatamente storici. Per Francesco che illumina la notte ruota attorno alla la vita di San Francesco, il protagonista è la figura più prossima a Francesco, Tommaso da Celano.
Sprono alla scrittura di questo romanzo, in una donna piena di curiosità e fervida sostenitrice della magnificenza della cultura, è il ritrovamento nell’ottobre del 2014 della cosiddetta Vita intermedia di Tommaso da Celano, che va a colmare il vuoto tra le due biografie di S. Francesco fino ad allora conosciute, scoperta avvenuta grazie a Jacques Dalarun – medievista francese ed un’autorità nel campo degli studi francescani –durante un’asta negli Stati Uniti. A Tommaso da Celano la tradizione attribuisce anche la celebre sequenza della liturgia dei morti Dies irae a cui si ispirarono anche Mozart e Verdi.
PER FRANCESCO CHE ILLUMINA LA NOTTE
è un titolo evocativo che rende appieno il filo del romanzo, una luce che illumina il cammino; nella notte buia dei compromessi a cui dovrà piegare Francesco per far approvare la Regola francescana dall’autorità pontificia, le lotte tra Guelfi e Ghibellini, quelle intestine dei francescani che non conobbero Francesco, e il potere temporale e non che voleva impadronirsi delle reliquie del santo, su tutto questo, prevarrà l’amore per Francesco che permetterà ad Elia e Tommaso di portare a termine le loro opere.
Le premesse farebbero pensare ad un romanzo impegnativo, di non facile approccio poiché ricco di citazioni storiche, errato! Il grande merito di questo romanzo storico è la sua duttilità, è affascinante, appassionante, intrigante e romanzato quanto basta, non lede l’importante valore storico; implicitamente e sommessamente svolge un ruolo didattico nello scorrere le pagine.
Protagonista è Tommaso da Celano, il frate dotto, chierico di nobili origini che lasciò tutto per seguire Francesco e primo biografo del Santo, colui che tramanderà le gesta del poverello di Assisi. Ambientato fra Umbria, Abruzzo e Cortona, il romanzo ci cala in un periodo storico i cui personaggi seppur importanti sono lontani, vuoi per i secoli che ci separano, vuoi per l’incredibile rinuncia a cui si votarono seguendo le orme di Francesco.
Ruotano nel romanzo i frati della prima ora, quelli che condivisero il cammino con Francesco come Frate Elia che commissionerà a Tommaso da Celano la vita del Santo, frate Leone, Masseo, Giacomo, Angelo, Rufino, Chiara e Jacopa de’ Settesoli.
Sullo sfondo del racconto, un periodo storico burrascoso, quello fra il 1224 e il 1253; inizia tutto col ritorno di Tommaso dalle gelide terre d’Alemagna. Trent’anni narrati passando per le vicende storiche, alcune conosciute, altre meno, che abbracciano il momento più difficile della gestione dell’ordine francescano, ormai esteso e impossibile da gestire per Francesco, vuoi per la salute ormai sempre più d’intralcio alla sua volontà e fede, vuoi per le enormi distanze che il loro voto di povertà portava a colmare con lunghe trasferte a piedi.
Ed è in queste lunghi viaggi attraverso l’Italia e poi stanziali tra Assisi e Cortona si snoderà il periodo più triste, quello dell’oblio di San Francesco. Ai frati che si ritireranno sui monti in meditazione, poiché non si riconosceranno più in quest’ordine e in cosa sta diventando, a Frate Elia dal piglio imprenditoriale, combattivo ed abile stratega, porterà avanti la costruzione dell’imponente Basilica di Assisi, di tono opposto sarà la vita di Tommaso sempre un po’ nelle retrovie, suo cruccio dal quale per indole o formazione non sarà mai capace di liberarsi, ma entrambi fedeli a San Francesco e al suo messaggio, la Regola originaria.
L’armonia della natura, lo spogliarsi del superfluo, il gelido inverno, la madre primavera è quello che persiste di questo romanzo, avanzando con loro, nei loro discorsi, partecipi dei tumulti e le sofferenze dell’animo. Nello scorrere delle pagine c’è un sole che splende su tutto, l’aura di Jacopa de’ Settesoli, nobildonna, da Francesco chiamata Fratella Jacopa poiché si spese ad aiutare i malati e i poveri. L’unica parte romanzata riguarda proprio lei e la passione travolgente che Tommaso provò per lei e mai consumata. A pagina 197 la speranza del lettore si tinge di rosa, poi l’oblio del gelido inverno a pag. 225: “Non dimenticarmi” sussurrò a Tommaso.