“La mia vita è una lingua di strada che va da Angri a Sant’Antonio Abate. Attendo la fine di un regno.Oppure l’inizio.
Non ricordo più” – così si definisce Gaetanina Longobardi che con il suo ultimo romanzo, “Tuono” edito da Homo Scrivens, regala ai lettori un singolare intreccio, quello di un’intensa storia d’amore con il mondo oscuro e controverso dei tombaroli.
Tuono di Gaetanina Longobardi, sinossi
Ilde, giovane guida turistica, resta affascinata da Carlo, un uomo avvolto da una spessa aura di mistero, coinvolto nel traffico illegale di reperti archeologici.La loro storia d’amore nasce in un ambiente carico di tensione e decisamente pericoloso.
Ogni ritrovamento archeologico comporta una corsa contro il tempo e contro la legge.Ilde e Carlo vivono un amore fatto di segreti, intrighi e forti passioni.
L’autrice dipinge con abilità le sfumature dei sentimenti dei due protagonisti, mettendo in luce le loro fragilità e i loro desideri più intimi. Parallelamente alla storia d’amore, in “Tuono”, la Longobardi esplora il mondo dei tombaroli, individui che operano ai margini della legalità.La narrazione è avvincente e ricca di colpi di scena e offre uno sguardo inedito su un fenomeno spesso trascurato nella letteratura contemporanea.
Il lettore si ritrova a percorrere antichi siti archeologici, a vivere l’adrenalina delle clandestinità e a interrogarsi sulle implicazioni legali e morali delle azioni dei personaggi.Ne abbiamo parlato con l’autrice che, in appendice, in quella che ella stessa chiama “La Stanza dello Scrittore”, al fine di lasciar comprendere il suo personale rapporto con la Storia, scrive: “Mi rappresenta perché in lei trovo senso e motivazione.
Quando la guardo mi è difficile non cadere nella trappola delle emozioni.Ha una personalità profonda.
I suoi pensieri sono le parole che scrivo.”
- Gaetanina, una storia d’amore decisamente singolare quella raccontata nel tuo ultimo libro.Partiamo dal titolo.
Perché “Tuono”?
“Tuono” è il nome dello strumento utilizzato dai tombaroli per andare in cerca delle tombe nel Cilento.Si tratta di un ferro a forma di “T” che assume nomi diversi a seconda dell’area geografica.
- Ilde e Carlo sono personaggi decisamente singolari.
Dei due sorprende maggiormente Ilde perché, nelle prime pagine, affidandosi ad uno sconosciuto, appare come una sprovveduta.Tuttavia, nel corso della narrazione il lettore scopre che non è affatto così.
Chi è realmente Ilde?A chi ti sei ispirata?
Volevo una donna che non avesse esperienza di archeologia illegale.
Una donna che ha tormenti morali quando scopre le attività dei tombaroli.Infatti, nel libro Ilde decide di allontanarsi da Carlo.
L’ispirazione parte da lontano.Il mio Medioevo che ormai non ha bisogno di giustificazioni.
Il Medioevo che non è una contrapposizione tra conservatorismo e rinnovamento, piuttosto una sintesi tra tradizione e realtà eterogenea.Il Medioevo nella versione più potente che esista: quella femminile.
- E Carlo?
Il nome è un omaggio a Carlo Magno.
L’uomo doveva essere fedele ai tombaroli che sono veri esperti.Non voglio esaltare l’illecito.
Io assumerei questi uomini, capaci di riconoscere il falso dal vero.La loro vita è immersa in questi oggetti a cui sono terribilmente devoti.
Si ingarbugliano le vicende nel buio tra i muri di pietra e persino gli alti noci, tra le colline intorno, deformano la notte.
ilde sorveglia l’antica strada con apprensione, fino a cedere all’impulso di scendere dall’auto.i passi sfregano la terra in un rumore che comprime l’impazienza, si arresta quando carlo sbuca senza fatica.
ilde non ha occhi che per la macchia bagnata sulla camicia.il varco silente dell’inquietitudine arriva a ondate, un singhiozzo melodioso e carlo la stringe tra le braccia per sussurrare piano: “sono qui per te”:
- Quanto lavoro di ricerca ti è costato “Tuono”?
Per “Tuono” ho seguito strade diverse dal mio metodo abituale.
I miei luoghi preferiti sono le biblioteche piccole, scaffali impolverati pieni di libri.La fortuna più grande di un vero scrittore è incrociare la propria vita con la lingua poetica dei grandi scrittori del nostro Meridione.
Un grande cambiamento provare a scrivere lontano dal mio Medioevo.Con “Tuono” sono tornata indietro: duemila anni fa hanno preso il posto dei miei secoli medievalisti.
Quando sono arrivata alla stesura finale di “Tuono”, sono arrivata a consolidare le mie poche certezze: non affidare il governo della propria vita ad altri e scegliere contro la capacità di restare docili.
- Chi dovrebbe leggere il tuo libro?
Un libro per chi vuole attraversare strade remote sconosciute ai più.Un mondo notturno che non si conosce.
Sono uomini e donne che non vogliono criteri di giudizio, ma ho scoperto quanto siano simili a noi quando non riescono a gettare la maschera o quando non possono rivelare l’essenza delle loro passioni.
Gaetanina Longobardi: “Sono tornata nel mio Medioevo”
- A cosa stai lavorando ora?
Sono tornata nel mio Medioevo.Un romanzo storico ambientato nel 1362 con una ricerca legata al mio territorio.
Materiale non se ne trova, ma io non mi arrendo.Sarò in biblioteca domani, dopodomani, oggi, ieri.
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