Il delitto del Pausilypon. Continuano le ricerche di Giulia Sarno – Decima Puntata


AMEDEO CARAMANICA
“I DINAMICI SFIGATI DI BAGNOLI”
“LE INDAGINI DELL’ISPETTORE VARRIALE”
DECIMA PUNTATA

Il delitto del Pausilypon. Continuano le ricerche di Giulia Sarno.

Attraverso la “discesa” di Coroglio e il Viale Virgilio, perché la famosa Grotta di Seiano era chiusa – come capita spesso ed è un vero peccato! -raggiunsero il Parco Archeologico del Pausilypon, ed entrarono.
«Che vista stupenda! Che grandezza di Dio!>>, esclamò Calopreso, che era stato trasferito da poco a Napoli.
«Ma anche che grandezza degli uomini, vuoi dire caro Andrea. E dopo tanti secoli! Fatto costruire, infatti, dal Cavaliere Publio Vedio Pollione nel I secolo a. C., per prendere “tregua dagli affanni”, per riposarsi, questo stupendo e antico Parco, tra il promontorio di Trentaremi e il vallone della Gaiola laggiù, guarda, con i resti del teatro, strutturato con 13 ordini di sedili nella prima cavea e 6 in quella media, in cui potevano prender posto circa 2000 persone, con l’Odeion, l’antico teatro coperto, destinato alle audizioni di poesie e musiche, con il Tempio o Sacrarium ad oriente e con il Ninfeo ad occidente, è uno delle attrazioni più stupende di questa zona. In lontananza, poi, cavalcando con gli occhi lo splendido panorama, si possono ammirare le isole partenopee e uno scorcio del golfo di Napoli. Peccato che è poco sfruttato!>>
«Lo conosci bene.>>
«Il professore di Storia dell’Arte nc’ha fatto sempre ‘na capa tanto, lui e stu monumento! Io ci venivo dai tempi del liceo, quando facevamo filone …»
«E ti appartavi con le belle pulzelle, eh, sciupafemmine!>>
«Già. Prendevamo posto sulle gradinate e, mentre l’aria ci carezzava le membra e il volto, passavamo delle ore da “padreterni”! Uè, uè! Basta con i ricordi e con il turismo, purtroppo siamo venuti per le schifezze e le cattiverie che ci propinano gli uomini di oggi …>>
Proprio in quel momento li vide il sovrintendente Sandri del 113, venne loro incontro e li aggiornò velocemente sul caso, conducendoli vicino al cadavere. L’uomo, sui quarantacinque anni, giaceva supino sul proscenio dell’Odeion di fronte alle gradinate, che avrebbe occupato il pubblico, quasi in piena azione teatrale. E questo fatto già impressionò l’ispettore superiore: quasi fosse insomma una messa in scena. L’impresario, quindi, se aveva subìto “il fatale colpo” – cosa che non era stata ancora accertato, perché il dottor Lo Versi non era ancora arrivato – non l’aveva ricevuto nello stesso posto dov’era, ma vi era stato portato, forse già cadavere, per imbastire magari un avvertimento a qualcuno …
Proprio in quel momento arrivò il dottor Lo Versi, accompagnato da due della scientifica. <<“E facimmece ‘a croce pure stammatina! Uhè, ispetto’, mi hai preceduto! T’hanno ‘nguaiate pure a te il fine settimana sta giornata?>>
<<Dottò, la polizia è sempre in servizio, non come i dottori che se la possono prendere anche comoda …>>
<<Comodo un cacchio, Varrià’! Per via di ‘sta maledetta crisi nella Sanità, ce l’hanno messo a quel servizio e ora in ufficio siamo rimasti solo in due.>>
Intanto si avvicinò al corpo dell’uomo, lo esaminò e poi:<< È morto forse per asfissia …>>
<<Cioè è stato soffocato, quindi ci dovrebbero essere delle abrasioni, delle ecchimosi sul collo …>>
<<Nessun’abrasione o ecchimosi … ‘E vero, ragazzi?>>
«Nessuna, dottò …»
«Quindi l’assassino forse ha usato i guanti oppure l’uomo è stato soffocato in altro modo.>>
«Deve essere stato proprio così …» risposero i due della scientifica.
«E nient’altro avete trovato in giro?>> incalzò il dottore.
«Nient’altro …»
<< A che ora, più o meno, risale la morte?>>, chiese l’ispettore superiore.
<< A occhio e croce a circa cinque, sei ore fa … Ti potrò essere più chiaro dopo l’autopsia, se mi mandi in tempo il fardello. Statte bbuone, ispettò! E felice weekend!>>
<<Ovviamente felice weekend pure a voi!>>
<<E già, felice d’’e muorte ‘e chi ll’è muorte!>> E il dottore, bofonchiando come al solito, stava per andar via, quando gli giunse all’orecchio una voce assai nota e detestabile.
<<Amabile dottore, il vostro fedele “schiavottiello” sta qui!>>
Ovviamente era Rosario Fossore, il becchino.
<<Pure ‘e chist’ate muorte t’è arrivata nutizia?>>, gli fece, storcendo la bocca, il Lo Versi.
<<Dutto’, purtroppo, io e voi ormai comunichiamo con la mente, telepatia …>>
<<Nientemeno pure senza vederci, senza sintonizzarci?>>
<<Vuol dire che ci pensiamo e comunichiamo …>>
<< Ma m’’o faje ‘o favore sì! Io me metto a pensà a te …>>
<<Per carità e chi vi vuole dare questo incomodo! Chille songhe ‘e muorte che me scétene a me e mi mettono in contatto con voi …>>
<<‘E muorte?! Chille songhe ‘solde, sono gli affari ca te scétena a te! Ate ca muorte! Cos’e pazze!>>.
E finalmente, allontanandosi dal noioso e insolito personaggio, stava per riprendere la via dell’ufficio, quando giunse il magistrato, la dottoressa Nappi, accompagnata dal suo autista. La Nappi si avvicinò a sua volta al morto, ascoltò con attenzione la relazione del dottore e dei due della scientifica e diede l’incarico di rimuovere il cadavere. Poi si fermò con l’ispettore Varriale e con Calopreso e ingiunse ai due di sbrigarsi con le indagini, perché era stata sollecitata da un assessore comunale, amico dell’ucciso. I due ispettori, dopo averla guardata in un certo modo e mossa la testa come chi accetta malvolentieri la perorazione, promisero che avrebbero fatto tutto il possibile per chiudere in tempo il caso. Allora la Nappi, dopo aver sollecitato anche il dottore, che rispose con una smorfia, raggiunse il suo autista e si allontanò perché era attesa in ufficio.
Sul campo rimase solo l’ispettore capo con i suoi uomini per proseguire con le indagini. Ma non potette fare a meno di “sfottere” l’ispettore Calopreso.
<<Che?! Ti è andata male stanotte?>>
<<Che cosa?! >>, gli rispose l’ispettore di prima nomina facendo finta di non capire.
<<Come che cosa?! Com’è che “la ministeriale” non ti ha rivolto nemmeno un sorrisetto?>>
<<Gennà, ho fatto la scoperta di una storia un po’ particolare, che poi ti racconterò, e abbiamo deciso insieme di darci un periodo di riflessione. Ora, per piacere, pensiamo alle indagini …>>, tagliò corto il Calopreso e l’ispettore superiore tagliò di botto ogni insinuazione.
Ovviamente il primo a essere interrogato fu il custode, il quale raccontò che la sera prima, dopo che, verso le undici, tutte le maestranze del teatro erano andate via, era rientrato nella casupola laterale, dove abitava, aveva cenato e, com’era suo solito, verso mezza notte aveva fatto l’ultimo giro d’ispezione e assicurò che aveva trovato tutto in ordine. Si era fatto accompagnare anche dal cane, il quale non aveva fiutato niente di nuovo. <<Chille, dottò, si avesse trovato il cadavere, si sarebbe messo a fare il pazzo!>>
<< E stanotte non l’avete sentito mai abbaiare?>>
<<Comme! Ma chille fa accussì tutte le sere, appena resta solo nella sua cuccia, abbaia alla luna! Poi non l’ho sentito più fino a stamattina. Anzi quando sono andato a fare il primo giro d’ispezione, stranamente l’ho dovuto svegliare, perché dormiva alla grossa, e, quando mi è venuto appresso, pareva ca l’avessero date nu cuofene ‘e mazzate, un sacco di botte, si muoveva lentamente, quase sgunucchiave, cioè veniva meno nelle ginocchia, e si lamentava, quasi per farsi perdonare di non aver vegliato quanto avrebbe dovuto …>>
<<Genna’ – intervenne Calopreso – l’hanno addormentato e si son potuti muovere agevolmente … >>
<< D’accordo. Ma chi? >>
<<Sarrà succieso qualche cosa nella Compagnia, dottò. Perché ieri sera ho visto litigare forte la prima attrice con il primo attore, che poi se non sbaglio è il marito.>>
<< Ah, allora bisognerebbe interrogare qualche membro della Compagnia …>>
<<Stamattina hanno la prova …>> precisò il guardiano.
<< Non credo, però, che vengano. Saputo che è morto l’impresario, avranno sospeso le prove>>, precisò l’ispettore di prima nomina Calopreso.
<< E chi gliel’avrebbe detto, Andrè? Il 113 solo stamattina è stato avvertito, è vero, signor custode?>>
<< A occhio e croce, un’oretta fa, dottò. Eh, sì! Mi sono svegliato un po’ tardi stamattina … Poi siete arrivati voi, cioè il 113 …>>
<<Perciò, se la notizia non si è ancora diffusa, dovrebbero venire a provare.>>
Dopo un po’, infatti, entrarono nel Parco gli attori e i tecnici della Compagnia della “Napoli in palcoscenico” quasi al completo, ignari dell’accaduto e, quando appresero la sorte del povero dottor Fulgenzio, rimasero tutti sconvolti.
L’ispettore li fece accomodare nella dependance del custode e uno per volta cominciò a interrogarli.
Non aveva neppure cominciato che si vide piombare addosso Tony Talpa di Telesensational e la sua troupe.
<< Ma che tieni le spie? >> gli fece subito l’ispettore capo.
<< C’è qualcuno che ci vuole bene e si fida di noi, uno che certamente non fa parte degli sfigati di Bagnoli, oh, scusate, cioè della polizia …>>
<<E ci mancherebbe altro! Tieniti, però, alla larga dalle nostre indagini, e non imbastire scemenze che alla fine i dinamici sfigati di Bagnoli te fanne rompere ‘e ccorne!>>
<<Solo qualche ripresa e qualche domanda qua e là per informare il nostro pubblico …>>
<<Ma senza istruire processi …>>
<< Agli ordini, spettabile sostituto commissario, dal fiuto inconfondibile!>>
<< E senza fare il buffone! Sostituto commissario e non sostituto commissario! Ispettore, mi sta bene e basta!>>
<<D’accordo, ispettore … superiore, posso dirlo?>> <<Accordato …>>
Risolta la questione della televisione, l’ispettore riprese gli interrogatori.
Il primo attore, Gino Torre, dichiarò che lui, ieri, dopo la prova, era andato via e, dopo aver accompagnato la moglie a casa, la prima attrice, Lidia Pardi, era andato agli “Astroni” per alcune riprese notturne di uno sceneggiato di RAI 3, a cui lui partecipava, e che Mario Gregori, il tecnico delle luci, che era con lui agli Astroni, poteva senz’altro confermare. Le riprese erano finite alle quattro di mattina e poi lui era andato a casa a riposare, come poteva confermare la moglie.
La moglie, infatti, confermò l’ora del rientro.
Le cose si cominciarono a complicare quando un’altra attrice, Mary Gatto, riferì che la Lidia Pardi “spesso faceva la gattina in calore” con il dottor Fulgenzio, e per questo spesso in compagnia erano avvenute scenate di gelosia, spesso con minacce furibonde da parte di Gino Torre.
Uscita la donna, l’ispettore formulò una prima ipotesi con Calopreso. <<Forse potrebbe essere un delitto passionale o d’onore … Andrea, che ne pensi?>>
<<Certo potrebbe essere>>, rispose il suo secondo.
<<Forse il Torre li ha visti in atteggiamenti compromettenti e, una parola tira l’altra, si è arrivati all’omicidio …>> << Plausibile, Gennaro …>>
<<Ma troppo semplice …>>, concluse l’ispettore superiore.
<<Eh, ti pareva?! Mi sarei veramente meravigliato, se avessi accettato al primo indizio!>>
<<Andrea, mai fidarsi solo del sentito dire …>>
Dopo l’interrogatorio, infatti, del tecnico delle luci, Mario Gregori, l’ipotesi del delitto passionale cominciò subito a vacillare. ‘E vero che la moglie del primo attore aveva confermato che quella notte il marito era tornato a casa alle quattro di mattina, solo che il tecnico delle luci, cioè Mario Gregori, aveva riferito che le riprese notturne per la RAI erano finite circa alle due di notte e non alle quattro. Nelle altre due ore, quindi, prima di rincasare, che cosa aveva fatto il primo attore? Certamente aveva avuto tutto il tempo di mettere in atto le sue minacce.
Richiamato, perciò, a riferire sulle altre due ore prima di rincasare, Gino Torre aveva dichiarato che era andato a zonzo sul lungo mare di Via Caracciolo, per prendere spunto per una scena notturna di un racconto che stava scrivendo.
<<Questa è la versione ufficiale – sentenziò subito sornione sottovoce l’ispettore all’interrogato – ma qual è quella vera, signor Torre? Ce la dica, non ci costringa a fare la figura dei cretini.>>
Costretto dagli occhi indagatori dell’ispettore, non potette fare a meno di dire a denti stretti che aveva fatto una visita notturna a una donna sposata, che non voleva compromettere. E precisò subito: <<Circostanza, caro ispettore, che, capirà, io negherò sempre …>>
<<Così, caro Torre, salva la donna, ma non lei, che resta il primo indiziato.>>
<< Fate pure, ma sono sicuro che in seguito la mia innocenza salterà fuori.>>
<<Passeggiata sul lungo mare, quindi?>>, replicò l’ispettore. E l’altro: << Sì… passeggiata sul lungo mare, Ispettò …>>
<< … Dalle due alle quattro di notte?>>, continuò … << Dalle due alle quattro di notte …>> rispose imperterrito il primo attore.
<<E allora mi dispiace, signor Torre, ma è troppo poco per un alibi, quindi sono costretto a fermarla. Sovrintendente Sandri, lo conduca in commissariato. >>
E i poliziotti del 113 lo presero in custodia per portarlo in caserma.
Appena, però, lo vide in manette, l’attrice giovane, Mary Gatto, si ribellò e cominciò ad apostrofare in malo modo la prima attrice:<<Finalmente sei riuscito a rovinarlo quel povero uomo?>>
<<Io?!>>, rispose la prima attrice e continuò: <<Ma che centro io con le levate di testa di mio marito?>>
<<Che centri? Ma se lo hai fatto diventare il “cornuto” per antonomasia, davanti a tutti, alla luce del sole … Il poverino non ce l’ha fatta più e si è ribellato.>>
<< Parli, perché Federico ha scelto me come prima attrice, e non te …>>
<< Sa quanto me ne frega della parte!>>
<< Allora era lui che volevi, ma ti ha schifato, nevvero?>> << A me?! A me?! >>
E la diatriba sarebbe sfociata sicuramente in un “corpo a corpo, con tirate di capelli e graffi sul viso”, se non fosse intervenuto Calopreso che aveva zittito le due donne e aveva ingiunto loro di tenersi a disposizione della polizia.
Dopo aver sentito le prime testimonianze di tutti gli attori, i due poliziotti, appartatosi, tentarono di fare il punto della situazione.
<<Genna’, mi pare che anche stavolta ci sia andata di lusso! Non ti pare?>>, commentò l’ispettore di prima nomina Calopreso e continuò:<< In quattro e quattr’otto la fine del tunnel ha fatto subito luce sul caso.>>
<<Boh! Speriamo … Ma io, caro Andrea, il tunnel lo vedo ancora avvolto nel buio più assoluto. >>
<<Insomma il delitto passionale continua a non convincerti?>>
<< Sì, sì … Sono convinto che, di primo acchito, le tracce portano al delitto passionale, ma c’è qualche pezzo del puzzle che non sta al suo posto. >>
In realtà gli era sorto qualche dubbio sulla colpevolezza del primo attore da quando, da solo, interrogando Pasquale Perna, un attore anziano, aveva saputo che qualche settimana prima erano venuti nella sede, dove la Compagnia faceva le prove, due giovanotti, che lui non aveva mai visto prima, i quali, con fare aggressivo e violento, avevano minacciato il dottor Fulgenzio.
«Caspita, Gennà! E questo è una notizia importante … Racconta, racconta …»
E l’ispettore Varriale cominciò a raccontare …
(Allora si rinsaldava il delitto passionale o si profilava una pista diversa? Ovviamente, amici lettori, un po’ di pazienza … Alla prossima puntata la risposta?)

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