AMEDEO CARAMANICA
“I DINAMICI SFIGATI DI BAGNOLI”
“LE INDAGINI DELL’ISPETTORE VARRIALE”
UNDICESIMA PUNTATA
Proseguono le indagini del caso del Pausilypon e del caso Bagnoli – Undicesima puntata
L’ispettore Andrea ascoltò con attenzione dalla bocca del suo superiore le dichiarazioni che l’attore anziano gli aveva reso sulle minacce subite dal dottor Fulgenzio da parte dei due giovanotti sconosciuti, e subito gli chiese: <<Pensi, quindi, che questo dottor Fulgenzio fosse implicato in qualche cosa di losco? >>
<<Di losco non so, ma il poliziotto indagatore, quando apprende che un soggetto di indagine sia stato minacciato, non può tralasciare la notizia senza verificarla. Non ti pare? >>
<<Giusto, hai ragione …>>, rispose il Calopreso.
Lasciando, quindi, il Pausilypon, l’ispettore Varriale ingiunse al suo secondo di passare per qualche attimo per l’ufficio, per essere aggiornato sul caso della figlia del suicida di Bagnoli, e poi di fare un sopralluogo a casa Fulgenzio.
<<Insomma hai subodorato qualche altra pista, Ispettò? >>
<<Per il momento c’è solo un pensiero strano che mi frulla per la mente e se, come ti ho detto, non lo verifico, mi scoppia la testa.>>
E in quattro e quattr’otto confidò all’ispettore ordinario la strana, nuova idea che cominciava a frullargli nella testa, scaturita dalle notizie che gli aveva reso l’attore anziano.
<<Una causa, quindi, differente da quella passionale?>>, chiese Calopreso.
<<Già. Completamente differente, ma tienila per te, senza farla passare assolutamente a Tony Talpa, altrimenti ne ricava un’altra delle sue … E ora a casa Fulgenzio! >>
<<E gli attori? Ti sei dimenticato che li abbiamo convocati in caserma per degli approfondimenti sulle indagini?>>
<<Se ne occuperà il sovrintendente Sandri, che è stato con noi al Pausilypon. Chiamalo e avvertilo. Noi, invece, dopo avergli passato le consegne, andiamo difilati a fare una visita all’appartamento del dottor Fulgenzio, al “Parco Monte Dolce” di Bagnoli. Ho l’impressione che l’impresario potrebbe nasconderci parecchie sorprese.>>
Detto fatto, telefonarono a Sandri, gli passarono le consegne e raggiunsero l’ufficio a Piazza Bagnoli. Nel rientrare, però, l’ispettore capo si accorse che era quasi l’una.
<<Andrè, è l’una, fermiamoci in ufficio almeno per uno spuntino … E che diavolo di vita è questa! Anzi mi meraviglio che la tua pancia non si è ribellata ancora!>>
<<Non si è ribellata?! Ma se mi sta tormentando da mezz’ora, ma non volevo passare per il solito crapulone …. Ma, poi, Gennà, in ufficio? E che mangiamo plichi con scartoffie? Io non mi son portato niente da casa …>>
<<E mia moglie mi ha dato biscotti senza zucchero … Dice che ho messo un po’ di pancia e devo dimagrire … Hai ragione. Alla malora la linea! Andiamo alla tavola calda …>> << Andiamo.>>
In ufficio, però, trovarono anche la vice ispettrice Manna e il vice ispettore Ruotolo, così tutti insieme decisero di pensare prima allo stomaco e poi, nel caso avrebbero fatto il “meeting di rito”. Nell’uscire ovviamente non potevamo passare inosservati a Pasquale Scimone, che, all’entrata, non era nella guardiola. <<Dottore, dottore! Allora al Pausilypon? >>
<< Pascà, si tratta di un morto ammazzato …>> <<Allora 62, duttò …>>
<<… E di una femmina assatanata…>> <<Allora 21, o 78, duttò …>>
<<… E di un uccello … >> <<35, duttò, l’aucelluzzo …>> << Pasquà, l’uccello, ‘o pate d’’e ccriature …>> << Ah, allora 29!>> << … E 17 ‘a disgrazia ca capita a te, si nun te lieve stu vermene ‘a capo! >>.
E finalmente potettero allontanarsi per raggiungere la pizzeria il Calamaro di Viale Campi Flegrei, dove, bando alla dieta, tutti assaporarono quattro belle “pizze capricciose”, e dopo si portarono al bar Sandomingo, nell’area pedonale, a gustare un bel caffè e scambiare due parole con i simpatici barman.
Dopo la pausa pranzo-caffè, ritornarono in ufficio per il consueto e programmato “meeting” sulle indagini dei due casi. Ruotolo riferì che era riuscito già a reperire alcune foto di malavitosi e avrebbe in breve tempo completato l’opera.
<< Appena siamo pronti – aggiunse la Manna – andremo a interrogare gli operai della Ditta Sarno.>>
<<Manuela, ma non vi dimenticate, però, del “MARE BLU’”, dove dice che ha trovato lavoro la ragazza. Questo lavoro così, all’improvviso, mi puzza. Appena possibile, mi raccomando di fare una visita in questo locale …>>
<<Sì, hai proprio ragione. Se ce la facciamo, dopo l’interrogazione degli operai, ci andiamo, altrimenti, domani sono di riposo, lunedì mattina sarà il nostro primo servizio, è vero, vice ispettò! … >>
<< Sicuro, vice ispettrì!>>
<< A proposito, Genny, e il caso Pausilypon?>>
<<Un’altra bella rogna! Quando ti pare che le indagini filino su di una strada dritta, liscia, che ti convinci ti porterà di sicuro alla meta, ecco pararsi davanti ai tuoi occhi ostacoli che ti portano da tutt’altra parte!>>
<<Non più, quindi, delitto passionale, come ho sentito dire?>>
<<Certo sarebbe stato troppo bello e sbrigativo! Tu lo sai, le nostre indagini si devono sempre complicare, se no come ci guadagneremmo lo stipendio da fame che lo Stato ci passa? Andiamo, Andrè, andiamo … E speriamo che l’abitazione di questo dottor Fulgenzio ci apra i suoi scrigni e ci indirizzi verso una giusta soluzione del caso.>>
Proprio in quel momento rientravano quelli del 113 e l’ispettore capo passò le consegne degli interrogatori degli attori al sovrintendente Sandri e lui con l’ispettore Calopreso si diresse verso l’abitazione del dottor Fulgenzio.
Durante il tragitto l’ispettore superiore chiese al suo secondo se per caso avesse saputo della situazione familiare del dottor Fulgenzio.
<<Hanno detto durante gli interrogatori che era uno scapolone impenitente, quindi presumo che vivesse da solo …>>
<<A casa, quindi, non dovremmo trovare nessuno …>> << Già …>>
Raggiunsero il Parco “Monte Dolce” e si diressero verso una villetta privata. Bussarono più volte. Nessuno venne ad aprire.
<<Andrè, sai fare il ladro?>>
<<Gennà, so fare il poliziotto che s’industria …>> E con un aggeggio particolare aprì la porta. Entrarono. Era, stranamente per un single, tutto in ordine. Cominciarono, perciò, la ricerca di qualcosa di compromettente … Dopo aver rovistato qua e là, aprirono una borsa di pelle, nascosta dietro dei libri.
E qui, tombola! Trovarono prima il numero di conto corrente della banca intestato al morto, poi delle ricevute per spese per circa 500 mila euro. Un documento addirittura riportava che il suo conto in banca era in rosso da circa un anno. Quindi … gli interrogativi di rito: << Ma questo da dove prendeva i soldi per sovvenzionare la Compagnia e gli spettacoli?>> si chiese Calopreso.
<< Non certo dagli incassi- gli fece eco l’ispettore – che erano sempre magri; non dalle sovvenzioni statali eliminate completamente o ridotte al lumicino, per la crisi economica. Allora o erano soldi provenienti da prestiti a usura, o forse l’impresario era invischiato in affari magari sporchi e illegali? Boh?! Tutto da verificare …>>
Proprio in quel momento trillò il cellulare dell’ispettore superiore. Era Sandri che gli riferiva i risultati dell’autopsia del dottor Lo Versi:” tracce di acqua salata nei polmoni e lungo la trachea “.
<<Acqua salata nei polmoni?! È morto, quindi, annegato a mare, magari di fronte al Pausilypon … e poi portato nell’Odeion … Altro che delitto passionale! Siamo di fronte a una pista completamente nuova, Andrè. Ma che vita faceva st’omme? In quale losco affare era invischiato? Ora bisogna cominciare d’accapo, magari proprio dai due soggetti che l’attore anziano, Pasquale Perna, potrebbe riconoscere nella lista dei delinquenti, inserita nel computer della polizia, o magari fare un identikit per chiedere in giro …>>
<<Giusto, Gennà, mo’ sono convinto pure io che la pista del delitto d’onore non c’entri per niente.>>
<<Ma acqua in bocca, Andrè! Soprattutto Tony Talpa “nunn’addà sapé niente!” Non deve sapere niente di niente.>> <<E chi parla! Si’ pazze!>>
Intanto il sovrintendente Sandri in caserma aveva continuato a interrogare alcuni attori della Compagnia, soprattutto Nora Sari, un’attrice anziana, che aveva confermato le illazioni dell’attrice Mary Gatto sulla prima attrice Lidia Pardi e che pure lei era convinta che la lasciva condotta della donna avesse spinto il marito a vendicarsi del rivale.
<<Lei, quindi, – le chiese il sovrintendente Sandri – è convinta che il marito, il Torre, sia stato portato dai tradimenti della moglie a un’esasperazione tale da vendicarsi del rivale e ucciderlo?>>
<<All’esasperazione per i tradimenti della moglie senz’altro, all’uccisione del rivale, non so … Marescia’, quella gli faceva le “corna” alla luce del sole, senza ritegno, spesso sbeffeggiandolo e umiliandolo. E un pover’uomo quanto può resistere!>>
<< Per lei, quindi, è senz’altro un omicidio, diciamo, passionale?>>
<<Non ci metterei la mano sul fuoco, ma mi sembra proprio un delitto passionale. >>
A mano a mano che gli attori della Compagnia uscivano dall’ufficio della polizia, però, diventavano prede in strada di Tony Talpa, il quale così poté impostare per la serata una bella trasmissione basata proprio sul delitto passionale. Il povero Torre diventò così il marito tradito dalla moglie, che per “salvare il suo onore” aveva fatto fuori il rivale. Ormai non c’erano più dubbi. <<Solo l’ispettore capo Varriale non ne è ancora convinto …>>, rimarcò alla fine della trasmissione il conduttore, innescando il solito contrasto con la testardaggine del detective della polizia.
L’ispettore Varriale non aveva assistito alla trasmissione, ma, appena rientrato in ufficio, gliene riferirono i contenuti. Il suo commento fu soltanto:<< Ride bene, chi ride ultimo!>>
Solo che aveva assistito alla trasmissione anche il Vice Questore, il quale, come sentì che era rientrato, lo fece chiamare nel suo ufficio e, con il sorriso sulle labbra, lo affrontò: <<Varrià, allora stavolta la patata ce la togliamo subito dal fuoco, nevvero?>>
<<Dottò, mi dispiace contraddirla, ma la patata, come dice lei, non è cotta ancora …>>
<<Ispettò, possibile che tu ti devi complicare sempre la vita? Il delitto passionale sembra così evidente, che io ci metterei la mano sul fuoco.>>
<<E se la brucerebbe, perché sono quasi sicuro che la pista passionale non c’entri per niente. Sembra la pista giusta, ma non lo è …>>
<< Io non ti capisco! Possibile che tu debba fare sempre il “Bastian contrario”, “il Cacasenno di turno”?>>
<<Dottò, io non caco nessun senno, ma cerco la verità reale non fittizia …>>
<< Ma perché, quale strada nuova stai percorrendo? Quali prove hai?>>
<<Per il momento nessuna prova concreta, ma nuovi indizi … che pare … portino il delitto da tutt’altra parte.>>
<< Ma possibile che devi vedere sempre nero dov’è bianco, e bianco dov’è nero? Ti devi sempre complicare la vita e ovviamente complicarla alla polizia?>>
<<Veramente io non complico la vita né a me, né alla polizia, anzi cerco quanto più è possibile di sbrogliargliela, di evitare che si facciano brutte figure … >>
<<Chi farebbe brutta figura? Chi? Ti riferisci forse ai superiori, a me? >>
<< Ai superiori? A lei?! Nooo! Ovviamente alla polizia! >>
<< Allora, la polizia stavolta ti da 24 ore, per romperti le corna, solo 24 ore, poi procediamo con il delitto passionale. Avverto il p.m. Mi raccomando, ispettore Varriale, 24 ore, vista l’ora tarda, solo l’intera giornata di domani, anche se è domenica! Insomma, 24 ore, poi stop! Delitto passionale … Capito?>> E lo congedò.
Uscendo dall’ufficio del capo, volse lo sguardo al cielo e, dimenando la testa, disse tra i denti:<<Maresciallo Peppino Varrià, e come avevi ragione!>>
Raggiunse il suo ufficio, chiamò Calopreso, gli riferì dell’aut aut del Vice Questore e si gettarono a capofitto sull’altro versante delle indagini, l’indizio, diciamo per il momento, economico. Fece chiamare l’attore anziano Giovanni Perna, che per fortuna era ancora sotto interrogatorio da Sandri, e con lui cominciò a passare in rassegna al computer il volto di tutti i delinquenti che erano nel “data base” della polizia, ma l’anziano attore non ne riconobbe nessuno.
Sbuffando contrariati, i due funzionari di polizia chiesero, allora, all’anziano attore di aiutarli a tracciare gli identikit dei due malviventi, che l’uomo, dopo molte incertezze e titubanze, dopo circa due ore, riuscì a montare. Intanto si erano fatte quasi le dieci e trenta. Così non potettero fare altro che lasciar perdere per quella sera qualsiasi visita esterna e programmare soltanto per l’indomani, anche se era domenica, un’indagine a tappeto in tutti i locali vicini alla casa del dott. Fulgenzio e a quelli che erano vicini alla sede, dove la Compagnia provava, augurandosi che la fortuna stavolta non li abbandonasse.
Lasciarono l’ufficio e ognuno cercò di tornare in famiglia.
Si erano fatte quasi le 22:00. Ovviamente i due viceispettori, Manuela e Franco, nel piazzale poco distante dalla casa della vice ispettrice, si fermarono per “limonare” un poco. E qui successo un fatto che per poco non minava i rapporti tra i due.
Ad un tratto squillò il cellulare della Manna. Lei lo prese, guardò il display e sbuffò inviperita: «Ma porca miseria! Stu figlio di puttana, ancora lui! Ma che vuole? Che vuole?>> e spense l’apparecchio.
«Che cos’è, Manù? Che succede?>>
«E c’addà essere! Un atto di stalking becero e insolente! Da due giorni un disgraziato di stalker mi sta tormentando con le sue schifose telefonate e i suoi luridi messaggi a sfondo sessuale … Non tiene manco il coraggio di mettere il nome … Si firma “Lupariello” »
«Nientemeno! E non hai detto niente, nemmeno a me?! Lo sai che lo possiamo neutralizzare e possiamo arrivare alla fonte. Basta utilizzare un semplice I.p.>>
«E che cos’è sto coso?>>
«Si vede che non è il tuo campo. l’I.p., l’Internet Protocol andress è un codice univoco che ci fa identificare la provenienza di una connessione, anche se viene cancellata. E viene utilizzata anche da noi della polizia per l’identificazione, per esempio, degli atti di cyber bullismo. Basta che mi passi la connessione del tuo cellulare e lo stalker è smascherato, anche se si firma con un nome falso …»
«E già, con tutto quello che teniamo da fare, ci manca solo la ricerca dello stalker a noi! Per il momento lasciamo perdere … Vedrai che non vedendosi corrisposto si stancherà …>>
«Io non lascerei perdere … Comunque, come vuoi tu … Io ci sono, quando vuoi lo smascheriamo … O ci tieni a non farmelo scoprire? Che cosa vuoi nascondermi?»
«Ma niente. Che cosa ti devo nascondere? Mo’ ti ci metti pure tu?!>>
E con uno scatto mal represso, aprì la portiera e sgusciò via, lasciando interdetto e un po’ sconvolto il povero Ruotolo.
Andrea Calopreso, invece, insistette per accompagnare a casa l’ispettore superiore, con l’intenzione di ragguagliarlo sulla situazione familiare della Nappi, anche per avere da lui qualche consiglio.
«Allora, Gennà, che mi consigli?>>
«Andrea, ma m’he pigliato per uno psicologo o per un prete?>> fu la prima risposta dell’ispettore superiore all’amico collega.
«Dai, Gennà! Né psicologo, né prete, ma amico … Un giudizio da amico di esperienza questo ti chiedo …»
«Esperienza?! Andrea, la mia con Giusy è stata una strada lineare e asfaltata: incontro, conoscenza, convinzione e matrimonio …»
«Va be’! Un suggerimento, un consiglio spassionato …»
<< E va bene. La prima osservazione che mi sento di fare, caro Andrea, è che la donna è stata onesta. Ti ha messo al corrente della sua situazione familiare; ha detto che ha una figlia di tre anni e, quindi, giocoforza nei vostri rapporti, entrerà pure lei; ha una mamma da mantenere; sfortunata com’è stata con il primo matrimonio, vuole ora una situazione seria e stabile … Sta a te decidere e interrogare il tuo cuore. Ha detto che, se sono rose, fioriranno. Benissimo, continuate a frequentarvi, senza forzare la mano alla passione e ai sensi, il tempo senz’altro vi illuminerà. >>
L’ispettore Andrea lo ringraziò, lo lasciò vicino casa e tornò a casa della madre.
Ma quella sera il lavoro per l’ispettore superiore Varriale, purtroppo, non era ancora finito …
Appena rientrato a casa, la prima cosa che la moglie gli chiese fu ovviamente in che stato avesse trovato la sua alunna Giulia Sarno. <<Tutto sommato, bene … Ha detto che si era allontanata per trovare lavoro, poiché la morte del padre aveva lasciato la famiglia in bolletta …>>
<<E tu ci hai creduto?>>
<< Ovviamente no, ma ora devo stare alle parole della ragazza e farla pedinare un poco, perché non vorrei che si mettesse in qualche pasticcio.>>
<<Ma tornerà a scuola? Non vorrà dare forfait negli ultimi mesi?!>>
<<Ha promesso che a scuola tornerà con questo programma: la mattina – a scuola, il pomeriggio – studio, la sera – lavoro.>>
<<Vuol dire che lunedì mattina le parlerò anch’io. Magari vedremo come fare per aiutarla … E per domani sera te la sei presa libera?>>
<< Ma come non hai saputo niente?>> << Che cosa?>>
<<Non sai che hanno ammazzato il dottor Fulgenzio, l’impresario della Compagnia del Pausilypon?>>
<< Tu che dici? Allora devo telefonare, anche se è tardi, alla mia collega, quello è il fratello … E com’è stato?>> <<Se lo sapessi, avrei già risolto il caso … >>
E così in poche parole raccontò della sorte del povero dottor Fulgenzio e delle ipotesi che si facevano sull’assassinio … Alla fine la signora Giusy stava per attaccarsi al telefono per dare le condoglianze alla collega, quando trillò il citofono di casa e la professoressa andò a rispondere. <<Pronto? Chi è? Sì … sono io, la professoressa Fimiani … Pino Schiavo? C’è anche Aldo? E che è successo? Dovete parlare con mio marito? A quest’ora? Si tratta di Giulia? Siete giù al palazzo? E salite, salite …>> E subito comunicò al marito che due suoi alunni volevano comunicargli qualche cosa d’importante su Giulia Sarno. xxxxxx
<<Cosa da pazzi! Ma sti’ guaglioni hanno veramente la testa dura come la pietra! Ho detto loro di non mettersi a fare i Maigret … Sicuramente si saranno messi in qualche guaio!>>
<< Non ti dimenticare che uno è sempre il fidanzatino … Però, ora calmati e ascoltali …>>
I ragazzi entrarono e raccontarono che quella sera, per un caffè, erano andati con la moto a Varcaturo, al “Mare Blu”. Di nascosto vi avevano visto sì Giulia Sarno, ma non a fare la cameriera, come aveva detto lei, ma a intrattenersi in modo alquanto … sconveniente ed equivoco con dei tipi strani. Addirittura a un tratto si è staccata dalla comitiva e se n’è andata con uno di loro in una macchina di grossa cilindrata …
<<Per noi, ispettò, Giulia ha detto una bugia e chissà in quale giro di, come si dice, “ragazze di alto bordo”, sia entrata … Ispetto’, professore’, Giulia è una brava ragazza, non vorremmo che si fosse messa in qualche brutto pasticcio … Dovete aiutarla …>>
<<Tu, Pino, hai il telefono di casa?>>, chiese la signora.
<<Certo>> e glielo passò. << Che cosa vuoi fare?>> chiese il marito.
<< Con la scusa di salutarla, voglio vedere se è tornata …>> << Quasi a mezza notte? >>
<< Non ti preoccupare … Pronto? Casa Sarno? Mi scusi per l’ora, signora, sono la professoressa Fimiani, ho saputo solo ora del ritorno a casa di Giulia e vorrei salutarla …>> <<Professoressa, che piacere! ‘E tornata cinque minuti fa, gliela passo … >>
<<Pronto? Professoressa, che piacere sentirla …>>
<< Ah, cara Giulia ma il piacere ovviamente è soprattutto il mio! Ma perché, perché l’hai fatto?>>
<<Perché l’ho fatto? Levata di testa di ragazze, prof.>>
<<Ma ora la sbandata è finita? Lunedì torni a scuola, eh? Promesso?! Va bene. Allora ti do la buona notte e ci vediamo lunedì … Ciao …>> Depose la cornetta e tutta felice si rivolse al marito e ai due ragazzi: << ‘E tornata! … >>
<<Meno male … Ci scusiamo del fastidio, ma quando l’abbiamo vista andare via con un brutto tipo, ci siamo veramente preoccupati.>>
<<Ragazzi, mi fate un piccolo favore, sì? Preoccupatevi pure per la vostra compagna, o fidanzatina che sia, ma non fate i commissari “Montalbano o i Maigret”. D’accordo?>>
<<D’accordo, ispettò …>> Salutarono e i due ragazzi uscirono.
<<Li hai ripresi e va bene, ma spero che un’indagine su quello che hanno detto sia necessaria. Non ti pare?>>
<<Quella ragazza per me sta diventando un vero enigma. Ho già parlato con Manuela e Ruotolo. Stasera non hanno fatto in tempo, ma lunedì – domani Manuela è di riposo – sarà in programma una loro visita al “Mare Blu” … E speriamo che riescano a scoprire qualcosa di concreto. >>
<<E tu che fai? Non te ne occupi?>>
<<Lo sai che mi ha imposto il Vice Questore? Solo 24 ore, anche di domenica, per risolvere l’altro caso, quello del Fulgenzio …>> <<Veramente?! E perché?>>
<< Perché, come al solito, mi ha detto che nelle indagini io gli metto sempre il bastone tra le ruote …>>
<< Insomma, come sempre, l’indagine ha preso una piega e tu ti sei messo di traverso …>>
<< Giusy, io cerco la verità, non di risolvere il caso al più presto possibile …>>
<<E così i superiori si mettono di traverso alla tua carriera … Non è così?>>
<<Capitava a mio padre e ora capita a me … Ma è più forte di me, non ci posso fare niente.>>
<<Comunque fai bene, nel tuo lavoro la verità innanzitutto … Tanto alla fine, di solito, hai sempre tu ragione …>>
<< E, come dice mio padre, loro si pigliano i meriti …>>
Così tra discussioni, novità, preoccupazioni e programmazioni anche quella giornata, a notte inoltrata, finalmente finì.
(Insomma erano fondate le preoccupazioni dei due ragazzi per la loro compagna Giulia Sarno? E che cosa scoprirono i due funzionari sul caso del Pausilypon? Alla prossima puntata)