I DINAMICI SFIGATI DI BAGNOLI
“LE INDAGINI DELL’ISPETTORE VARRIALE”
un’opera di AMEDEO CARAMANICA
distribuita da Magazine Pragma
UN OMAGGIO AGLI INFATICABILI POLIZIOTTI DI PERIFERIA – GIALLI POLIZIESCHI
I casi e i personaggi sono completamente inventati, ogni riferimento a persone o cose è del tutto casuale.
Riproduzione Vietata, ogni abuso sarà perseguito a norma di legge
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NONA PUNTATA
“L’enigmatico ritorno di Giulia Sarno”.
“Un nuovo caso:” Un delitto al Pausilypon”.
Quella notte l’ispettore e la moglie si amarono come due sposi novelli, ma mentre le fatiche d’amore conciliarono alla moglie un sonno profondo, all’ispettore regalarono, invece, un inaspettato dormiveglia popolato di personaggi strani, e un susseguirsi di scene raccapriccianti in cui appariva il volto ora triste, ora sereno, ora strafottente, ora minaccioso di Giulia Sarno, la figlia del suicida di Bagnoli. “Ma perché quei personaggi strani e, poi, quelle immagini torvi e cangianti del viso della ragazza?” si chiedeva l’ispettore.” Che cosa, insomma, mi vogliono dire?>>
Certo, ora che era riuscito a risolvere felicemente e con una punta di orgoglio il caso della “Donna di Coroglio”, all’ispettore scottava moltissimo non riuscire a risolvere l’enigma del “caso di Bagnoli”, soprattutto ora che era scomparsa anche la ragazza, alunna particolarmente stimata dalla moglie, e il caso si era complicato maggiormente. Come sempre auspicava un input del padre. Meno male che, proprio durante quella notte, il sovrintendente Peppino Varriale gli venne nuovamente in sogno. Ovviamente con le solite frasi sibilline, che poi mettevano a dura prova l’intelligenza del figlio:” Caro Scioccolm, ma come puoi risolvere un caso solo con le supposizioni?” “Meno male che c’è, invece, chi non pensa, ma agisce!”
L’ispettore, sempre nel sonno, cominciò ad agitarsi, a muovere le labbra e a farfugliare silenziose parole:<<Papà, ma per risolvere un caso, lo sai, bisogna supporre, imbastire delle ipotesi e poi verificarle … Dici che, secondo te, non vado a verificarle di persona? Che le faccio verificare da altri? Il nostro, però, come sai benissimo pure tu, è un servizio di squadra … No, non sei convinto?! … Insomma secondo te dovrei verificarle di persona … D’accordo. Mi dici, almeno, chi è che” non pensa, ma agisce”? Forse la mia collaboratrice, la vice ispettrice Manna? Veramente finora, però, non è che abbia riportato risultati soddisfacenti … No, non è lei, dici? E chi allora potrebbe essere? La figlia del suicida?! Sarebbe sparita volontariamente per seguire il caso del padre? E come? Perché poi? Che cosa sa che, forse, noi non sappiamo ancora? Ecco forse il perché di quelle sue diverse facce stravolte? Forse ce l’ha anche con noi che non riusciamo a risolvere il caso. Se lei sa qualcosa, quindi, ce la dovrebbe assolutamente dire, dovremmo partire proprio da lei. Bisognerebbe, quindi, interrogarla … Ma se è sparita? Va be’, hai ragione … allora bisogna trovarla … E poi? Uffa, ma perché non mi dai, per la miseria, qualche dritta? No, eh! Proprio come quando ero ragazzo e in un lavoro ti chiedevo come proseguire e tu rispondevi: … “Non io ma la tua testa ti deve guidare, anche se fai errori, altrimenti non impari mai e in una professione non faresti mai carriera …” E come allora, a malincuore, ti devo dire:” Grazie, lasciamo perdere e tiriamo avanti!” … “E devi tirare avanti, – gli sembrò che gli sussurrasse la voce – lavorare di cervello e d’intuito e vedrai che quando meno te lo aspetti, il caso si risolve …” E la visione sparì.
Lui si sollevò sul letto, vide che la moglie continuava a dormire e non si era accorta di niente, e riprese a dormire …
Alle 7 di mattina, però, il telefono di casa Varriale trillò ripetutamente. La signora corse a rispondere, senza ovviamente mancare di farfugliare considerazioni impertinenti contro la polizia.
<<E che è? Manco adesso che hanno risolto un caso, i poliziotti si permettono un’ora in più di riposo? Pronto? Certo, casa dell’ispettore capo Varriale … Sei tu, Manuela? Ma, insomma, voi della polizia non vi concedete mai qualche ora in più per poltrire a letto, pur dopo aver risolto un caso? No, eh! È il lavoro, dici? L’ispettore? Certo che c’è … Ecco te lo passo.>>
<<Pronto, Manuela? Sei già in ufficio?” – “No, ma mi sto preparando per andarci … Mi hanno chiamata dal commissariato e mi sto precipitando” – “E perché?” – “Mi hanno detto che ha telefonato la mamma di Giulia Sarno e ha riferito che la figlia è tornata. Volevo avvisarti.” – “Perbacco, splendida notizia! … E allora preparati, vieni a prendere me, invece, e andiamo prima a casa Sarno. Eeeh, cara Manuela, per la miseria, dobbiamo andare subito a fare quattro chiacchiere, con questa ragazza, un po’ “svitata” … Sì, sì … Una mezz’ora e sono pronto … D’accordo … sotto casa …>>
Poi si rivolse alla moglie, che gli aveva già preparato una veloce colazione:<< Hai sentito? Giulia Sarno è tornata a casa …>>
La signora Giusy accolse la notizia come una liberazione: <<Veramente?! Sia ringraziato il cielo! Peccato che debba andare a scuola, altrimenti sarei venuta pure io a casa sua ad incontrarla! …>>
<<Non ti preoccupare, cara, che a scuola te la faccio ritornare io, nel caso anche a calci nel sedere …>>
<<Controllati,” Gariba’”, che non sei il padre …>>
<<Eh! Si dice per dire, no? Peggio dei figli! Guai a chi te li tocca i tuoi adorati alunni! >>
Non era ancora passata la mezz’ora che il clacson dell’auto della vice ispettrice richiamò la sua attenzione. Di fretta e furia, salutò la moglie e scese.
<< Tutto a posto, Manue’?!>> <<Tutto liscio.>>
<<E Franco?>> <<L’ho chiamato. Già in ufficio pure lui. Mi aspettava in commissariato e vorrebbe venire.>>
«Chiamalo e digli che a casa Sarno andiamo noi, e che lui ci aspettasse in ufficio.>>
La vice ispettrice eseguì, salirono in auto e in men che non si dica furono a casa Sarno.
Bussarono e venne ad aprirli proprio la ragazza.
<<Ben tornata, signorina Sarno!>>, la salutò un po’ sarcasticamente la vice ispettrice.
<<Ben trovati!>> rispose per le rime la ragazza.
<<Ben trovati un corno, cara signorina!>>, l’assalì l’ispettore superiore, mentre si spostavano nel soggiorno, e continuò:<<Ma come? Circa qualche settimana fa c’è stata questa tragedia in casa sua, conosce la disperazione di sua madre, e lei si permette di allontanarsi per tre giorni, senza dare, almeno a sua madre, un segno dei suoi spostamenti?>>
<<Veramente due giorni fa le ho telefonato che ero andata a Varcaturo e che si era rotto il motorino e non potevo tornare …>>
<<E la sera del primo giorno non poteva avvertirla …>>
<<Si era scaricato il cellulare e non ho potuto mettermi in contatto con lei …>>
<<Signorina, mi perdoni, ma mi pare che ci stia raccontando un sacco di balle … Insomma perché si è allontanata così di punto in bianco?>>
<<Fatti miei, Ispetto’ …>>
<<E no, cara signorina! Dal momento che stiamo conducendo delle indagini sulla disgrazia di suo padre, sono anche fatti nostri, se permette …>>
In quel momento bussarono alla porta … La signora Lisa andò ad aprire.
<<Signora, abbiamo saputo che Giulia è tornata, è vero?>>
<<Sì, è di là, venite … C’è anche la polizia.>> Erano due compagni di classe, Pino Schiavo e Aldo Ardusi che, saputa la notizia, si erano precipitati a casa Sarno.
Come la ragazza li vide, però, li assalì in malo modo:<< Ma voi che ci fate qui in casa mia a quest’ora? Avete capito che mi dovete lasciare in pace? Andate via! Via! Uscite!>>
<<Signorina – intervenne l’ispettore – e che modi sono questi? Sono sui compagni di classe, che si sono preoccupati e sono venuti a rendersi conto di come stesse … Anche mia moglie, la prof.ssa Fimiani, si è molto preoccupata per lei, perché, come i suoi compagni, sono giorni che non la vede andare a scuola … E lei li accoglie in questo modo? Per lei sono tutti invadenti, intrusi, ficcanaso, scorretti? >>
<<Chiedo scusa, ma in questi giorni sono molto tesa …>>
<<Certo che deve essere tesa – le disse la vice ispettrice – ma, se si isola, è ancora peggio.>>
<<Dice che è stata a Varcaturo, ma dove?>>
<< Anche questo vi devo dire? Sono cose private …>>
<<Signorina, ma si vuole rendere conto che stiamo conducendo delle indagini sulla morte di suo padre?>>
<<Ma, insomma, che volete sapere?>>
<<Ecco, cominci con il dirci, per esempio, se si è allontanata volontariamente o è stata costretta e da chi?>>
<<Mi sono allontanata volontariamente … Chi mi avrebbe dovuto costringere?>>
<<Noi perciò facciamo le domande, per renderci conto di come siano andate le cose. Si è allontanata, quindi, volontariamente. E perché?>>
<<Mi sentivo depressa e ho voluto prendermi un po’ di libertà …>>
<<Abbandonando sua madre, la scuola, gli amici? Senza dare sue notizie per tre giorni? Signorina, per piacere, ci dica quale sia la ragione vera dell’allontanamento. Su, ce la dica, non si arrampichi più sugli specchi …>>
<<E va bene. Può immaginare in che situazione finanziaria ci ha lasciato papà, quindi mi è stato offerto un posto di lavoro, e io l’ho accettato …>>
<<Che lavoro? Dove?>>
<<Al “Mare Blu” di Varcaturo …, come cameriera …>>
<<E la scuola? Che fai? L’abbandoni? Proprio quest’anno che sei in dirittura d’arrivo?>>, intervenne preoccupata la madre.
<<Già, quest’anno abbiamo la maturità, come farai?>> precisò Pino.
<<Il lavoro è di sera, quindi avrò tutto il tempo di venire a scuola la mattina, studiare di pomeriggio, la sera andare a lavorare e ritirarmi in un orario decente per riposare …>>
<<Per me, disse la vice ispettrice, sarebbe meglio che lei pensasse solo a studiare. Comunque non possiamo impedirle che lei scelga liberamente la conduzione della sua vita …>>
<<Tenga presente, però, che la sorveglieremo – aggiunse l’ispettore Varriale – anzi, se le occorresse allontanarsi da casa anche per più di una giornata, tenga presente che deve farlo sapere anche a noi …>>
<<D’accordo, Ispetto’. È stata anche una mia inesperienza … Non pensavo di dare tanti grattacapi a tante persone …>>
<< E chieda anche scusa ai suoi compagni, soprattutto a Pino che mi pare “si strugga per lei!”>> e fece l’occhiolino al ragazzo.
<<Sì, chiedo scusa anche a loro. Come si può immaginare sono molto tesa in questi giorni. A Pino, poi, dico: “Si strugga di meno e studi un po’ di più!” Anzi si ricordi il caro Pino che pure lui quest’anno tiene gli esami di maturità.”>>
<<Se torni a scuola, ti prometto di diventare il primo “secchione” della classe …>>, la sfidò il ragazzo.
<<Ti prendo in parole! Allora, ci vediamo domani mattina a scuola, ragazzi … E scusate di come vi ho accolto …>>
<<E noi non possiamo che dirti: “Bentornata Giulia!” E ricordati, se non vieni, ti veniamo a prendere con tutta la classe.>> <<Vengo, vengo, tranquilli …>>
Uscirono da quella casa tutti più distesi. I ragazzi presero la via della scuola, i due funzionari di polizia quella del commissariato di Bagnoli. In auto, la prima cosa che fece l’ispettore capo fu di chiamare la moglie e aggiornarla sul caso. Anche nel cellulare si sentirono i gridolini di soddisfazione della moglie.
Non erano arrivati ancora in ufficio, però, che una nuova grana fece capolino nel cellulare dell’ispettrice Manna. <<Pronto? Franco? Sì, sono io … Come? Un nuovo caso? Stiamo arrivando … >>
<<Un nuovo caso, Manue’? Certo che in questo commissariato non si batte la fiacca!>>
<<Eh, no! Proprio no, caro ispettore capo! E allora è finita che ci chiamano “gli sfigati di Bagnoli”?>> <<Ma “dinamici”, come vi difendete tutti voi …>>
<<E certo. E questa ennesima chiamata è la prova.>>
Arrivati al commissariato, venne loro incontro prima Pasquale Scimone, il piantone … <<Dottò, è uscito solo un ambo: 65, ‘a morta ammazzata; e 71, l’omme ‘e mmerde. Ma mo’ tenimmo pe’ mmane un altro caso, nun ve scurdate ‘e m’aggiornà …>>
<<Pasquale, ma sei tremendo!>> E, con la vice ispettrice, si allontanò, raggiungendo l’ufficio. Sulla porta venne loro incontro l’ispettore Calopreso e il vice ispettore Ruotolo.
<<Allora, Andrea, Franco, aggiornateci …>>
<< Eh, sì! Un nuovo caso di morte – rispose Calopreso. Ha telefonato un quarto d’ora fa il capopattuglia del 113, Sandri, e il Vice Questore vuole che te ne occupi tu?>>
<<E dove sarebbe?>> <<Alla villa imperiale del Pausilypon. Hanno trovato cadavere l’impresario teatrale.>>
<<Nientedimeno! E pensare che io e mia moglie abbiamo avuto in omaggio i biglietti per lo spettacolo teatrale di domenica.>>
<<E vuol dire che mo’ ti andrai a vedere la “tragicommedia reale” anzitempo e fuori dalla finzione …>>
<< E chi sarebbe questo morto?>
<<Pare che si chiami Federico Fulgenzio … Sandri ha detto che è stato trovato cadavere stamattina dal guardiano e non mi ha detto altro.>>
<<E perché non se la vedono quelli di Posillipo?>>
<<Perché pare che il Fulgenzio sia della zona di Bagnoli e, quindi, vogliono che ce ne occupiamo noi.>>
<<Va be’, andiamo … Tu, invece, Manuela, con Fran …, con il vice ispettore Ruotolo, continua a indagare sul “caso Bagnoli”. Non sarebbe male che vi occupaste anche dei movimenti di Giulia Sarno … Magari, potreste fare una visita a questo “Mare Blù” di Varcaturo, per rendervi conto di che ambiente si tratti e accertarvi di quello che ci ha riferito la ragazza …»
<< Non sei convinto, insomma, di quello che ci ha detto, eh?>>
<<Per niente. Quella ragazza sta almanaccando qualcosa che la metterà completamente nei pasticci … E noi, se è possibile, dobbiamo prevenirla. Intanto domani, tramite mia moglie, saprò se è tornata a scuola. Ah, per il caso del padre, tu e Ruotolo passate un po’ in rassegna gli affiliati ai clan della zona, stampatene delle foto e mostratele agli operai della Ditta Sarno, come avete fatto per gli usurai … Chissà che non salti fuori qualche nome! >> Ovviamente la preoccupazione gli era dettata anche da quello che gli aveva detto il padre in sogno:<<una che non pensa ma agisce …>>
<<Ci mettiamo subito al lavoro, Gennà …>>, lo rassicurò la vice ispettrice.
<<Dottò, – aggiunse Ruotolo – metterò il computer sotto sopra! Se c’è lo schifoso, lo scoverò …>>
<<Bene! Al lavoro allora! E buona caccia!>> E l’ispettore capo e Calopreso lasciarono l’ufficio.
(Che cosa era successo al Pausilypon? E quale esito diedero le ricerche di Giulia Sarno? Come sempre, alla prossima puntata.)