Dopo numerose tappe nel Nord Italia, si è svolta alla Mooks di Piazza Vanvitelli la prima presentazione napoletana del secondo romanzo di Gianfranco Di Fiore dal titolo “Quando sarai nel vento”.
Candidato al Premio Strega e finalista per la narrativa al Premio Flaiano 2018 e edito da 66th and 2nd, “Quando sarai nel vento” è stato presentato da Viviana Calabria e Luisa Chiaese ed è stato impreziosito dalle letture di Francesco Teselli (Compagnia teatrale “La fermata”).
Storia di intrecci e di rimandi, romanzo di formazione e letteratura di viaggio, il libro è un percorso frazionato in quattro parti e marcato con quattro diversi colori, il cui punto di fuga -e quindi il punto di convergenza- è Abele, motore della vicenda, attore sospeso sul palcoscenico della vita, della precarietà lavorativa, delle assenze-presenze emozionali e infine spettatore dell’ eterno femminino che si scompone nelle tre figure chiave del romanzo: la madre, la sua gemella, la misteriosa compagna.
La sua scrittura è affascinante perchè corposa senza annoiare, elegante e forbita ma senza snobismi, articolata e descrittiva senza cadere nella didascalia gratuita; si comprende meglio la struttura del romanzo se la si guarda come ad un impianto scenico anche in considerazione delle pregresse esperienze di Di Fiore con il cinema e con la musica.
Pur partendo da una metodologia di lavoro squisitamente cinematografica, infatti, Di Fiore non scrive una sceneggiatura ma un romanzo in cui, tra le righe della pagina, colloca il movimento spaziale della macchina da presa, il rumore della Terra, i sapori del quotidiano, i colori della Pampa; i suoi personaggi sono ricchi di rimandi letterari, musicali e filosofici e spesso rappresentano il contraltare gli uni degli altri. Eppure, nonostante il talento descrittivo dell’ autore, Di Fiore trascura volutamente l’ aspetto fisico dei personaggi se i dettagli non sono strettamente funzionali per la storia ed il suo prosieguo per lasciare campo libero all’ immaginario del lettore.