“Il sito del naviglio” di Enrico Galatola (Edizioni Fioranna)


Armatori coraggiosi,  validi marinai, rotte verso tutti i paesi del mondo. Di questo e di molto altro ancora si parla nell’ultimo libro pubblicato da Edizioni Fioranna: “Il sito del naviglio” di Enrico Galatola.

Un’attenta analisi della scienza della navigazione e dei relativi progressi attraverso il trascorrere dei secoli, con sullo sfondo la raffinatezza nella materia dell’isola di Procida che sul finire dell’800 era la quarta marineria d’Italia e costruiva navi che solcavano tutti i mari del mondo.

“Il sito del naviglio” di Enrico Galatola, non solo Procida

Non solo Procida però. Tutto è trattato nella sua completezza. “Il sito del naviglio” è anche una storia di cantieri e di validissime figure di artigiani quali maestri d’ascia, calafati, tagliatori e cucitori di vele, che costituiscono il vero supporto di una grande marineria.

Una storia fatta anche e soprattutto da donne, quelle delle città di mare, forti, capofamiglia e misericordiose verso altre donne ai cui mariti il mare aveva già mostrato il suo volto peggiore.

Procida e il suo dialetto

«La vela fa parte della storia dell’isola di Procida, così come il suo dialetto nasconde mille sfumature anche in termini di navigazione. E pensare che quando andavo a scuola se si parlava in dialetto si veniva puniti» – commenta l’autore che ha navigato per oltre quattro anni come Ufficiale di Coperta su navi mercantili italiane e ha insegnato presso il I.I.S.S. “F. Caracciolo – G. da Procida” dove è stato direttore del Museo del Mare.

E’ un archivio molto particolare quello a cui si attinge: il dialetto dell’isola di Procida, con le sue espressioni tipiche che, ancora oggi, gran parte della popolazione usa come metafora di fatti e rapporti umani, pur non conoscendone più l’origine.

«Col tempo e grazie agli anni di navigazione, tra viaggi come in Sudafrica o Australia – spiega Galatola – mi accorgevo come i timonieri e tutto l’equipaggio, talvolta liguri o siciliani, erano molto attaccati al loro dialetto e alle tradizioni sul mare ma non solo, anche alla religione e ad altri interessi».

Anna Fiore: «L’intero volume è condotto con grande maestria dall’autore, Enrico Galatola, un grande esperto della materia».

Anna Fiore, titolare della casa editrice Fioranna, spiega così la scelta di pubblicare questo volume: «Parliamo di un libro che mi è subito piaciuto perché affronta il mondo della marineria attraverso un linguaggio adatto a tutti, spiegando in modo chiaro e facilmente comprensibile. Un volume che è rivolto sia a chi conosce già bene l’argomento, ma anche e soprattutto a chi non è esperto e vuole avvicinarsi a questo mondo. Mi è piaciuto tantissimo il capitolo dedicato alle donne e l’intero volume è condotto con grande maestria dall’autore, Enrico Galatola, un grande esperto della materia».

NOTE SULL’AUTORE

ENRICO GALATOLA, ha navigato per oltre quattro anni come Ufficiale di Coperta su navi mercantili italiane. Ha insegnato presso il I.I.S.S. “F. Caracciolo – G. da Procida” dove è stato direttore del Museo del Mare. Ha partecipato alla cura, all’allestimento e alla realizzazione di mostre e documentari su arte, cultura popolare e marinara anche in ambito internazionale. Libri da lui pubblicati: Quanno leva ‘u steddone – Al sorgere di Venere. Storie di pescatori procidani, tradizioni e canti popolari (a cura dell’Associazione culturale Aegaeum Onlus e del gruppo “Voci e canti dell’isola di Procida – 1998).

 

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