Immagini di un’Italia diseguale secondo Daniele Poto
Il libro di Daniele Poto “Italia diseguale – Poveri e ricchi nel Belpaese”, edito nel 2015 dalle Edizioni Gruppo Abele, acquistabile al prezzo di 14 euro, mette in rilievo che nel nostro paese vi sono molti poveri che vivono in condizioni di marginalità o con un salario di sussistenza . Vi sono, inoltre, anche coloro che si sono impoveriti e sono stati costretti a rivolgersi alle banche -o peggio ancora agli usurai ed alle mafie- per ottenere un prestito che gli permettesse di estinguere i debiti e si sa che chi si rivolge agli usurai è costretto poi a pagare interessi elevati.
Mentre le rendite, l’accumulo pur nell’epoca dei BOT, interessi zero, vanno in direzione opposta.
Il credito chiama nuovo credito, risorse, interessi , capitali ed investimenti.
Questo non è altro che una sperequazione sempre più forte che divide le due categorie (che non sono classi): i ricchi e i poveri.
Oggi un numero sempre maggiore di persone vive borderline rispetto alla legalità, nell’impossibilità di pagare tasse procrastinabili e sempre più considerate inutili o “fastidiose”. Tutto ciò, malgrado le promesse di Renzi di varare un piano di riforme a 360° che prevedesse, tra l’altro, anche la soluzione del problema dell’occupazione e, soprattutto, la riduzione delle tasse che sono molto alte e penalizzano le classi meno abbienti.
Il nostro paese paga anche i fallimenti negativi che, dal punto di vista amministrativo ed economico, sono incontestabili; a tal riguardo, molte strutture vengono tenute in vita a causa di un’artificiale “pace sociale”ed una di queste è il calcio, dove le entrate sono nettamente inferiori delle uscite.
Inoltre vige un familismo imperante in cui i figli spesso ripercorrono le orme dei padri che trasmettono loro il loro studio; di medico, avvocato, notaio etc.
Da tutto questo emerge che occorre intervenire tempestivamente per varare le riforme più volte promesse dai politici per cercare di cambiare radicalmente il nostro paese, impegnandosi a tutelare le classi più deboli che sono quelle che stanno pagando maggiormente questa situazione di crisi economica.