Kundera muore assieme alla vera politica


La bella Brno, oggi è una delle città principali della Repubblica Ceca e può essere considerata una valida alternativa ad un viaggio a Praga, anche per i natali che diede il primo aprile 1929 al famoso scrittore Milan Kundera, scomparso da pochi giorni.Nella vecchia Cecoslovacchia il padre di Milan Kundera, Ludvik, era il direttore della locale Accademia musicale e un pianista famoso.

Ludvik spinge il bambino Milan Kundera a studiare musica e a suonare il pianoforte, ispirando in lui una brillante passione per l’arte.Al termine della Seconda Guerra Mondiale Milan Kundera decide di studiare cinema presso la FAMU di Praga e si appassiona pure molto alla politica, tanto da iscriversi nel 1948 al Partito Comunista.

Nel 1950 però viene espulso da questa formazione politica, perché le sue idee dissenzienti all’interno del partito sono soprattutto in contrasto con la linea filosovietica, sostenuta invece dal potere politico, che governa la Cecoslovacchia.Il suo orientamento politico può essere definito socialista in senso libertario e riformista perché si oppone sia al socialismo reale, che alla sottomissione dello stato cecoslovacco alle direttive staliniste sovietiche.

Solo dopo alcuni anni e precisamente nel 1956, quando la Cecoslovacchia riesce a distaccarsi dal regime di Mosca, viene riammesso nel partito comunista.Milan Kundera comincia a essere considerato un intellettuale importante della cultura ceca, addirittura una coscienza critica fondamentale del suo paese.

Nel 1968 scoppia la Primavera di Praga e si schiera a favore del nuovo corso politico avviato da Alexander Dubček, ma il ritorno prepotente della classe politica filosovietica lo mette di nuovo in condizioni difficili.Questi politici lo odiavano perché il suo primo romanzo intitolato “Lo scherzo” uscito nel 1967, era considerato una satira provocatoria nei confronti della società cecoslovacca del secondo dopoguerra, troppo presa dal culto della personalità di Stalin.

Kundera perde il posto di docente universitario e viene espulso dal partito in modo definitivo.Viene perseguitato e condotto all’isolamento culturale, fino a spingerlo alla decisione di lasciare il suo paese.

Nel 1975, insieme con la moglie Vera Hrabanková, arriva in Francia, dove insegna prima all’università di Rennes, poi in quella di Parigi, che diventa la sua città di adozione.I rapporti con la Cecoslovacchia rimangono tesi al punto  che nel 1979, ne “Il libro del riso e dell’oblio”, mette in ridicolo la sovietizzazione del proprio paese e gli viene addirittura tolta la cittadinanza cecoslovacca.

Nel 1981, però ottiene la cittadinanza francese, grazie all’opera del Presidente François Mitterand, un grande socialista.Per molti anni la divulgazione dei suoi libri viene assolutamente proibita nel suo paese e Kundera è costretto a pubblicare i suoi testi in lingua francese, rifiutando categoricamente i diritti di traduzione in ceco.

Dello stesso libro, forse il più famoso “L’insostenibile leggerezza dell’essere”, scritto nel 1984, Milan Kundera concede la pubblicazione nella Repubblica Ceca solo dopo due decenni e precisamente nel 2006,  perché solo in quegli anni è ritenuto uno dei più significativi scrittori contemporanei.In tanti ne parlano bene anche nel suo paese, che nel frattempo si è scisso in Repubblica Ceca e Slovacchia, perché Kundera ha cercato di rinnovare la forma del romanzo, realizzandone una nuova versione, una sorta di romanzo-saggio, nel quale i due generi si mischiano, per trattare il tema, a lui molto caro, della  storia del Novecento, inserendolo in una cornice narrativa ben definita.

Un esempio calzante è la sua opera del 1990, denominata “L’immortalità”.

Insomma lo scrittore ceco sicuramente  ha concesso molto spazio alle vicende politiche del suo Paese, attraverso alcune riflessioni profonde  sull’Europa e sul senso della modernità.Per tutti questi motivi Milan Kundera può essere definito un intellettuale piuttosto scomodo, e anche perché la sua scrittura è spesso molto pungente nella descrizione della realtà.

Kundera non ha voluto risparmiare critiche al comunismo, ma nello stesso tempo ha denunciato anche con precisione i meccanismi perversi del sistema capitalistico e della globalizzazione mediatica.Il rischio più grande, per Kundera, sta nella non volontà di usare la ragione, perché lo scrittore ha conosciuto sulla propria pelle il periodo oscurantista della storia del suo paese, che ha ribaltato il concetto filosofico di Emmanuel Kant del “Sapere aude“, vale a dire “Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza“, quello che poi sarebbe diventato il motto dell’Illuminismo.

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