Lamù – Racconti di Anime, edito da Edizioni Mea, è un romanzo scritto a quattro mani da Tonino Scala e Antonio Portella. Ambientato a Napoli, negli anni a cavallo tra la fine del 1980 ed il 1990, il romanzo vede come protagonisti Lello, panettiere che sogna una vita diversa e Mario, operaio, sposato con due figli, che scopre di avere qualcosa in più nascosta in fondo alla sua anima. La prefazione scritta da Massimiliano Gallo introduce il lettore al tema principale del romanzo:” l’Amore che a volte può essere crudele, atroce, ma così potente da cambiare le cose per sempre”.
Storie diverse, famiglie diverse.Un’amicizia nata su un campetto di calcio
Intanto la palla consumata rotola in un campo in terra battuta che sembra però, nella testa degli avventori di questo calciotto di periferia, il terreno di gioco del Santiago Bernabéu. Quello della notte di quella domenica dell’undici luglio di quel nontanto lontano 1982. Ogni partita un ricordo. Barra come Madrid. Un goal fatto e la dell’urlo più famoso al mondo. L’urlo di Tardelli.Mette la pelle d’oca ogni volta. Pensarlo, rivederlo. Quel suo rialzarsi da terra, un attimo di sbalordimento, due passi veloci in silenzio, la smorfia incredula sul viso e poi la corsa con le braccia tese a mezza altezza, i pugni chiusi, la vita che esplode e l’urlo potente, rabbioso, infinito, “gool….goool… goooooool”, Pertini che esulta in piedi sugli spalti. Una formazione che i bambini di quella generazione ricordano come una filastrocca, come una sorta di preghiera laica: Zoff, Gentile, Cabrini, Bergomi,Collovati, Scirea, Oriali, Tardelli, Bruno Conti, Graziani, Rossi. Più Causio e Altobelli.
Che strana la vita. Corre per i fatti suoi e poi basta una semplice palla, un pallone consumato a fermare, imprimere emozioni. Quattro calci ad una palla sono lo schiacciapensieri per chi non ha niente. Sono il diversivo per Lello e Mario. Storie diverse le loro, famiglie diverse. Pochi anni di differenza, uno sognatore e senza famiglia, l’altro già sposato con figli e senza sogni. Sul campetto nasce la loro amicizia.
(estratto da Lamù – Racconti di Anime)
Lamù – Racconti di Anime, ogni lettore potrà ritrovarsi nell’Anima di uno dei personaggi
Ho letto questo libro durante le festività natalizie. L’ho letto in poco tempo perchè la scrittura è scorrevole e la trama diventa via via sempre più incalzante. Un intreccio narrativo particolarmente avvincente, un susseguirsi di colpi di scena.
“Lamù” è un libro per tutti perchè ogni lettore potrà ritrovarsi nell’Anima di uno dei personaggi rispecchiandosi in chi dimostra di avere coraggio “costi quel che costi”, chi invece non ci riesce e resta indietro, chi non accetta, chi consola, chi ci ripensa, chi resta spiazzato, chi si rassegna, chi aiuta, chi viene aiutato.
E’ un libro che desta curiosità; per questo ho voluto saperne un po’ in più e ho rivolto qualche domanda a Tonino Scala, uno dei due autori del romanzo.
Intervista a Tonino Scala
- Ciao Tonino, complimenti per questo tuo, anzi vostro, ultimo lavoro. Raccontaci di più. Come nasce questo libro?
Nasce per caso. Eravamo in macchina io ed Antonio Portella. Si girava l’ultima scena di “Felicissime Condoglianze”, il film tratto dal mio libro prodotto da Antonio. Iniziammo a fantasticare sui lavori futuri e pensammo ad una storia d’amore. Parlammo ore; poi, durante il lockdown, lo chiamai: “Antò, questo è il momento per scrivere quella storia”. “Quale? Lamù?” E così è venuto fuori un libro vero, un romanzo che racconta l’amore nella sua accezione più profonda. Ci siam fatti prendere la mano al punto che la forza delle immagini ha prenso il sopravvento. Le storie di Mario e Lello, i due protagonisti del libro, proprio come in una pellicola, scorrono con prepotenza e dolcezza. All’ombra di un’ipnotica luna, l’elemento campale del romanzo, abbiamo provato a scandagliare tante anime e ci siamo noi stessi innamorati dei personaggi costruiti che vivono di passioni, emozioni.
- Il titolo è un abile gioco di parole. Come si scrive un libro di “Anime” a quattro mani?
Si scrive aprendosi, mettendosi a nudo, facendosi male, partendo da sentimenti profondi, limandoli, facendoli diventare letteratura, ragionando ore, scrivendo e riscrivendo pensieri, delineando personaggi, i loro animi, da qui esce il gioco. Amo scrivere a quattro mani; si mediano sentimenti, si trova soprattutto in storie drammatiche come queste un equilibrio tra la testa e il cuore, l’animo e il ragionamento, la letteratura colta e lo slang popolare. ‘Lamù – Racconti di Anime’ è un viaggio attraverso le anime variegate in una periferia sia fisica che esistenziale, dove una superstrada collega la periferia, anche quella esistenziale quella dell’anima al capoluogo che è esso stesso periferia di un mondo periferico.
…si sentiva il friariello che suonava, faceva un rumore bello intenso, ritmato, che frieva appunto.
Frieva anche Lello, ma non lo dava a vedere
- Il “cammino” dei protagonisti è accompagnato spesso da una luna a volte impicciona, altre volte irriverente e spesso consolatoria. Perché la luna? Cosa rappresenta? Romanticismo? Malinconia? Solitudine?
La luna ha molti significati. In lei c’è una sorta di ambivalenza perché si manifesta allo stesso tempo in rapporto con la vita e la morte. La luna muore e rinasce, definendo l’aspetto dell’idea di far rivivere il tempo entro l’anno. Il culto della luna, ha varie caratteristiche in base alle epoche e alle culture diverse; intorno ad essa si è creata una ricca mitologia e un simbolismo associato alle varie culture. Questo ha influenzato anche la nostra scrittura. La luna in Lamù è tante cose: è amica, è spiona, è unico porto in un mare, in un animo agitato, è compagna, amante, traditrice, impicciona, è traditrice, è mamma ed è sempre presente così come nell’icona del cartone animato che tutti abbiamo visto da bambini.
- Questo libro esce in un periodo storico particolare in cui non è possibile fare presentazioni nelle librerie, firma copie, incontri. Quali sono le vostre aspettative?
Un periodo difficile per l’editoria; ciononostante, senza nessuna presentazione il libro sta andando bene attraverso il passaparola. Chi lo acquista, lo legge, lo consiglia, lo regala. È un libro vero che ci sta dando molte soddisfazioni. A fine 2020 si stima che la riduzione dei titoli dei piccoli e medi editori sarà del 32%. Questo vuol dire 21.000 opere in meno, il 54% di tutte quelle che andranno perdute nel 2020. Per fortuna il nuovo decreto governativo consente ai librai di non abbassare le serrande considerando il libro come un “bene essenziale”. Un passo importante perchè le librerie non sono semplici negozi, ma presidi sociali e culturali essenziali per le nostre città e, più in generale, per la vita democratica del Paese.
Pienamente d’accordo. Le librerie non sono semplici negozi, ma presidi sociali e culturali essenziali. Ora però ti tocca una domanda scomoda, quella dell’InterSVista. Hai a disposizione uno spazio tutto per te per disfarti di qualcosa di “non detto”. C’è qualcosa che avresti voluto dire e non hai ancora detto?
Sul libro nulla, quello che dovevamo dire lo abbiamo detto, anche in modo violento perché lo ritenevamo necessario. Forse Eva che a mio avviso è il personaggio più bello del libro merita un libro a sé, merita di essere raccontata e chi lo dice che non accadrà in seguito? Speriamo non in un lockdown, quindi a distanza, ma la sera davanti ad un buon piatto di pasta, a tavola, guardandoci negli occhi.