E’ uscito solo da pochi mesi ed è già in programma il suo adattamento cinematografico. Ad annunciarlo è stato nei giorni scorsi Alessandro Gassman che ne curerà la regia. Le riprese si svolgeranno a Procida. Il romanzo è “L’equazione del cuore”di Maurizio de Giovanni, edito da Mondadori.
“L’equazione del cuore” di Maurizio de Giovanni (Recensione)
Massimo, professore di matematica in pensione, vive su un’isola del Golfo di Napoli. Rimasto vedovo, trascorre il suo tempo pescando ed osservando il mondo attraverso regole matematiche. Massimo è introverso, quasi burbero. La compagnia implica impegni che Massimo desidera assolutamente evitare. Per questo motivo sa poco anche di sua figlia Cristina che si è trasferita al Nord, di suo genero e di suo nipote Petrini Francesco detto Checco, di anni 9.
Un giorno però arriva una telefonata che altera i suoi metodici ritmi di vita. Cristina e suo marito sono morti in un incidente stradale. In auto con loro c’era anche il piccolo Checco, miracolosamente sopravvissuto, ma ricoverato in ospedale in gravissime condizioni.
Poi suonò il telefono, nell’alba squarciata.
E nulla fu mai più come prima.
Massimo è costretto a lasciare, suo malgrado, l’isola per correre al capezzale del nipote. Lì trova Alba, la baby sitter di Checco che conosce suo nipote molto meglio di lui. Massimo vorrebbe ritornare immediatamente alla sua vita sull’isola, ma accade qualcosa. Nei giorni trascorsi al Nord Massimo prende coscienza di quanto non sia stato nè padre, nè nonno.
Recensione
Prendete tutto quello che avete letto finora di Maurizio de Giovanni e mettetelo da parte. “L’equazione del cuore” non c’entra nulla con I bastardi di Pizzofalcone, con le storie di Mina Settembre, con quelle del Commissario Ricciardi e con quelle di Sara. É una storia a sé stante. Non è neanche un libro giallo (come ci si potrebbe aspettare) anche se, a tratti, ne ha la parvenza.
La storia è di facile lettura ed è coinvolgente. Il personaggio di Massimo, taciturno, secco, diretto, di vivace intelligenza, convince. La penna di de Giovanni, come sempre, non delude.
Massimo non avrebbe saputo ricordare l’ultima volta in cui si era trovato a parlare con una persona sconosciuta per più delle quattro battute che servivano, per esempio, a comprare qualcosa nell’emporio di Solchiaro, e anche in quelle circostanze si limitava al minimo, cercando di scoraggiare la curiosità appiccicosa della grassa signora al banco.
“L’equazione del cuore” è un romanzo che insegna qualcosa in più a quelli come me che di matematica sanno poco e niente.
“Se mi senti, capisci questo: due sistemi, come per esempio due persone, o due anime, o due mondi, se entrano in contatto, per sempre, finché esisteranno, risentiranno l’uno dell’altro. Potremmo dire che questa scoperta, fatta da un solitario e silenzioso ragazzo nel secolo scorso, sia l’equazione che ci racconta. Potremmo proprio dirlo.”
E’ anche un romanzo che fornisce diversi spunti di riflessione, in particolare, su come sia cambiato nel tempo il ruolo paterno.
Un tempo i papà erano quasi tutti come Massimo. La crescita e l’educazione dei figli spettava alle donne. Ai padri spettava, nella maggior parte dei casi, il compito di dimostrarsi autoritari. Il legame tra padre e figlio esisteva, ma era povero di sentimenti e il ruolo educativo che consisteva il più delle volte nell’impartire comandi e punizioni, contribuiva ad alimentare la lontananza affettiva tra padre e figli. Oggi, al contrario, i papà accompagnano i figli nella crescita scegliendo insieme alla loro compagna i metodi educativi ritenuti più idonei.
Buona lettura!