Giappone, era Tenmei (fine del 1700). Manji è un Ronin (samurai decaduto) responsabile di un’orrenda strage. Inoltre lo spadaccino, per i suoi crimini, è stato infettato da un parassita, il Kessenchu. Il parassita, oltre e renderlo immune alle malattie ed alla vecchiaia, è in grado di guarirlo da ogni ferita, inclusa la decapitazione. Per liberarsi dovrà uccidere mille uomini malvagi. Durante il suo cammino incontra la giovane Rin Asano, unica sopravvissuta alla strage della propria famiglia per mano degli uomini dell’Itto-ryu.
Il manga, disegnato da Hiroaki Samura, pubblicato dal 1993 al 2015 per un totale di trenta volumi. Dal manga sono stati tratte due serie anime: una di 13 episodi uscita nel 2008 ed un’altra, uscita fra l’Ottobre 2019 e Marzo 2020, di 24 episodi pubblicata su Amazon Prime.
Il successo, sia di pubblico che di critica, fu immediato. Cinque milioni totali di copie vendute, una media voto di otto su dieci sui siti specializzati. L’Immortale miscela molto bene elementi realistici, fatti storici e fantastici. Inoltre l’autore non idealizza i combattimenti. I duelli non sono i balletti presenti in manga simili come ad esempio Vagabond. Ogni scontro è una bolgia di lame, fendenti, sangue e dolore.
Manji, nonostante debba cacciare uomini malvagi, vuole soltanto morire per porre fine al suo dolore. Infatti il Kessenchu cura le sue ferite ma non il dolore fisico. L’unica persona per cui prova un minimo di affetto e la giovane Rin.
Lo stile di Samura è molto dinamico, anche grazie al suo tratto “graffiato”. Infatti le tavole sembrano esser letteralmente graffiate, dando un senso di dinamiscmo molto efficace. Inoltre le caratteristiche fisiche dei personaggi tendono ad essere abbastanza realistiche, e l’autore costruisce spesso immagini in cui i corpi formano angolazioni e pose assai espressive, ad esempio alcune immagini in dettaglio di mani e piedi.
Sono molto curati anche i paesaggi ed i fondali. Alcune tavole sono realizzate con un tratto a matita ombreggiato anziché con un tratto inchiostrato.
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