Panamericana – Dall’Artide all’Antartide senza aerei di Carlo J Laurora – Recensione


Dopo cinque anni dal suo primo libro “Abito il mondo: la via della seta senza aerei”, Carlo J Laurora torna a raccontarci una nuova straordinaria impresa con “Panamericana – Dall’Artide all’Antartide senza aerei” edito da Sperling & Kupfer, diario di un leggendario viaggio: l’attraversamento del continente americano dall’estremo Nord all’estremo Sud senza mai salire su un aereo.

Panamericana – Dall’Artide all’Antartide senza aerei di Carlo J Laurora – Recensione

Carlo J Laurora, originario di Trani, nel 2017 ha lasciato la Facoltà di Giurisprudenza e ha iniziato a collaborare con alcune agenzie di viaggi. Qualche anno dopo ha fondato il tour operator “SiVola”. Ha poi percorso prima la “Via della Seta” (dalla Cina all’Italia senza mai prendere aerei) e poi la Panamericana (dall’Alaska all’Argentina, anche in questo caso senza mai prendere aerei).

Nel suo secondo libro Laurora racconta proprio il suo viaggio dall’Artide all’Antartide. Oltre 300 pagine per 35.000 km e 16 paesi che Laurora ha attraversato in quattro mesi viaggiando solo in autobus, in treno e in auto. Senza mai prendere un aereo è passato dalle foreste canadesi alle mangrovie e cactus messicani, ha visto colonie di pinguini, ha incontrato centinaia di persone, ha attraversato le Ande, aree desertiche e villaggi sperduti.

I suoi occhi hanno goduto di spettacoli immensi, ma non sono mancate difficoltà e fatiche. “Panamericana – Dall’Artide all’Antartide senza aerei” edito da Sperling & Kupfe, racconta tutto questo e molto altro.

“Con il cielo plumbeo faccio il mio ingresso nel Parco nazionale di Yellowstone. Il parco ha un importante valore storico, infatti è la prima riserva naturale istituita non solo negli Stati Uniti, ma in tutto il mondo. Era il lontano 1872 quando il presidente Ulysses S. Grant la dichiarò tale, e il 1° marzo scorso ha compiuto ben centocinquant’anni.

A darmi il benvenuto lungo la strada incontro alcuni bisonti simbolo indiscusso del parco. Mi fermo qualche minuto per provare a fotografarli, poi riparto.

Le prime soste che faccio lungo le strade del parco sono nei pressi di pozze di fango. fumarole e sorgenti di ogni tipo e di ogni colore. Hanno reso queste zone accessibili a tutti grazie a passarelle di legno che permettono di fermarsi davanti a ogni punto d’interesse, am anche di farlo in modo sicuro, poichè impediscono ai turisti di avvicinarsi troppo.”

Un avvincente diario di viaggio corredato da meravigliose fotografie nella parte centrale del libro attraverso le quali il lettore viene reso maggiormente partecipe alla straordinaria impresa compiuta da Laurora. Un racconto autentico e dettagliato nato da ciò che giorno dopo giorno l’autore ha annotato e trascritto durante la sua traversata.

“E dopo una giornata da perfetto turista me ne torno in hotel. Rientrato in camera apro il computer e, prima di mettermi a lavorare un po’, come cerco di fare ogni giorno nonostante sia in viaggio, compro un biglietto dell’autobus per la capitale.”

Alla fine del libro avrete sicuramente voglia di lasciarvi accogliere anche voi dal mondo. L’autore ha però premura di avvisarci: “Chi va per davvero, anche una sola volta, cambia per sempre. Imprime un tatuaggio alla sua anima, invisibile solamente agli occhi.”

 

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