Si intitola “Un altro destino” il libro che Paola Starace ha scritto a quattro mani con Carmine Schiavone jr, pubblicato in modalità self-publishing e disponibile su tutte le piattaforme digitali.
“Un altro destino” è un’opera che condensa in una manciata di capitoli una storia intensa e dolorosa, quella di un bambino lungamente conteso.
Giunta alla pubblicazione del suo terzo libro, la scrittrice napoletana, ormai mondragonese di adozione, decide di cambiare registro e di dar voce alla vicenda di Carmine Schiavone jr, il nipote del boss pentito più noto del Sud Italia. Per farlo ha accettato di raccogliere e di armonizzare nella forma del romanzo i ricordi -talvolta slabbrati dal tempo- del piccolo Carmine; per riuscirci ha cambiato, rispetto alle precedenti pubblicazioni, il suo point of view mutando la sua stessa posizione all’interno della storia, da io narrante ad osservatore non partecipante.
Dopo un inizio volutamente lento, Paola Starace lascia, quindi, che sia la voce di Carmine a dipanare il filo della narrazione e agli occhi del lettore scorrono, a velocità più sostenuta, le immagini di quella che sembra una fiction, in cui i fotogrammi della memoria del bambino si fanno via via più corposi e dolorosi, fino a diventare angoscioso resoconto, cronaca straziante -anche giudiziaria- della contesa tra famiglie e uno Stato nei confronti del quale Carmine Schiavone è molto critico.
Lui che, pur portando un cognome pesante come un macigno, non è mai entrato nelle attività del Clan dei Casalesi, lui che non avendo scelto quel destino, ha scoperto sulla sua pelle come si vive sotto la protezione dello Stato; lui, infine, che è rimasto in buoni rapporti con i suoi angeli custodi più che con gli amici di scuola che lo chiamavano con un altro nome.
Un giovane uomo che tenta, attraverso molte ritrosìe, di far conoscere la sua verità senza fare sconti a nessuno, impietoso talvolta anche con se stesso.