Gianrico Carofiglio è uno di quegli autori che, di solito, mi tengono compagnia durante le vacanze estive. Lo scorso anno ho infilato in valigia “Le tre del mattino” (qui trovate la recensione). Quest’anno, invece, a viaggiare con me è stata Penelope Spada, la protagonista di “Rancore”.
“Rancore” (Einaudi) di Gianrico Carofiglio, trama
Recensione
Rancore è un libro che si legge in poche ore. La scrittura di Carofiglio è, come sempre, piacevolmente scorrevole; nessuna inutile divagazione, pulita e precisa.
Con Rancore Carofiglio svela i motivi che hanno costretto Penelope Spada, la sua prima eroina di sesso femminile, a lasciare la magistratura. Il finale di La disciplina di Penelope aveva lasciato intendere che ci sarebbe stato un seguito.
Penelope è un personaggio che ha del potenziale, che può entusiasmare i lettori, anche se, a mio avviso, occorre darle maggiore spessore.
La storia c’è. Il libro, lo ripeto, si lascia leggere velocemente. Quel che manca è, però, la suspence. Non proprio un dettaglio per un giallo. La sensazione è che la storia sia stata sviluppata troppo velocemente.
E’ anche vero che il giudizio è alterato dal fatto che da Carofiglio ci si aspetta qualcosa di più. Magari nel prossimo libro che avrà Penelope Spada come protagonista troveremo anche ciò che è mancato in Rancore. Sono sicura che questa nuova serie narrativa intrapresa da Carofiglio avrà un seguito. La ex pm milanese pare abbia ancora tante cose da svelare ai lettori.
Una lettura comunque piacevole, di compagnia, che vi condurrà nelle inquietudini di Penelope Spada.
“Volevo la conferma che il disastro combinato con la mia ultima indagine ufficiale non dipendeva da una fantasia investigativa, ma prendeva spunto da una congettura plausibile su un fenomeno grave. Che se avevo distrutto la mia carriera e rovinato la mia vita era stato per qualcosa che esisteva nel mondo reale e non solo nella mia immaginazione sovraeccitata.”