La droga e il narcotraffico internazionale nei ricordi di un agente della DEA
Il libro dal titolo “I Signori della droga” di Eduard Follis con Douglas Century ed acquistabile al costo di 9.90, parla della carriera trentennale di un agente in forza alla DEA, Follis, che sotto copertura svolge operazioni piuttosto delicate, entrando in contatto con Boss del narcotraffico, ed intrattenendo relazioni strettissime con uomini che non solo controllavano il narcotraffico, ma erano anche membri di spicco di Al Qaeda, Hezbollah, Hamas o del Cartello messicano.
Egli non è stato solo uno degli infiltrati più abili dell’agenzia americana per la lotta alla droga, ma anche colui che ha portato la guerra agli stupefacenti ad un nuovo livello. Negli anni Novanta le operazioni si svolgevano prevalentemente per le strade delle metropoli USA, nel regno dei piccoli trafficanti e degli spacciatori di quartiere, per passare a svolgere missioni globali di alto spionaggio, che spaziano tra cinque continenti e sono finalizzate a spezzare l’intreccio mortale tra i grandi signori della droga e altri settori della criminalità organizzata, in particolare il terrorismo internazionale.
Il termine “narcoterrorismo”, è stato coniato nel 1983 dal presidente peruviano Fernando Belaúnde Terry e reso tragicamente famoso dai brutali attacchi di Pablo Escobar al governo e al popolo della Colombia, non è più un problema limitato all’ America latina, ma è diventato una tragedia planetaria. Oggi il narcoterrorismo si identifica con il crimine organizzato del XXI secolo e con i grandi gruppi criminali come i talebani, Hamas, Hezbollah; e le FARC (Fuerzas armadas revolucionarias de Colombia) sono mostri bicefali, un ibrido nato dalla fusione di cartelli di narcotraffico altamente strutturati a livello globale e terroristi con obiettivi politici. La vendita di narcotici rappresenta ancora la prima fonte di finanziamento di atti di terrorismo, come l’attentato coordinato ai treni di Madrid dell’11 marzo 2004 che fece 191 vittime ed ebbe un costo relativamente basso, intorno ai 70.000 dollari, finanziato principalmente dalla vendita di hashish ed ecstasy.
La morte avvenuta nel 2014 dell’attore Philip Seymour Hoffman per overdose di eroina ha gettato nuova luce sull’ allarmante, rapida crescita di abuso e dipendenza da oppiacei in tutti gli Stati Uniti. Secondo le statistiche più recenti, negli ultimi dieci anni le persone che hanno fatto uso di eroina per la prima volta negli Stati Uniti sono aumentate di quasi il 60%. Molti di coloro che, come me, hanno lavorato per la DEA o nelle forze dell’ordine a livello locale ne sono stati testimoni di prima mano: giovani che cominciano ad abusare di oppiacei, regolarmente prescritti spesso ai loro genitori e prelevati di nascosto dall’ armadietto dei medicinali di famiglia, per poi cominciare a cercare di comprare bustine di eroina da 5 e 10 dollari agli angoli delle strade. Nel dicembre del 2008 il generale Daud parlò a una conferenza dell’ONU a Kabul e in quell’ occasione denunciò il disperato bisogno che avevano le forze dell’ordine afghane di assistenza internazionale per addestramento ed equipaggiamento e parlò con coraggio della permeabilità dei sistemi di sicurezza e del legame tra narcotraffico e terrorismo, ma anche dell’alto tasso di corruzione di cui era testimone nella polizia e nell’ esercito afghani.
Le operazioni avvenute sotto copertura erano rischiose perché avevano a che fare con gente molto potente in questo campo, che non perdonava nessuna trasgressione, ma Follis che era stato ben addestrato, sapeva molto bene come muoversi in questo campo.