Un racconto di sport, storia e umanità: “Il centravanti in giacca e cravatta” di Tommaso Mandato non è solo un’autobiografia, ma un viaggio tra aneddoti personali e riflessioni sul mondo del pallone inteso nella sua forma più autentica e lontana dalle derive moderne del calcio-business. Lo precisa lo stesso autore nelle pagine conclusive, tracciando una netta distinzione tra il calcio di oggi e il pallone di ieri, un concetto ripreso anche nel suo secondo libro, “Abbasso il calcio, viva il pallone”.
Il centravanti in giacca e cravatta, un libro lontano dalle celebrazioni
Tommaso Mandato presenta la propria vita con semplicità e chiarezza, evitando i toni autocelebrativi spesso tipici del genere autobiografico. Grazie a uno stile diretto, ironico e privo di fronzoli “Il centravanti in giacca e cravatta” edito da Homo Scrivens, è quello che può definirsi “un libro per tutti”, anche per chi di solito è restio a leggere storie personali di personaggi pubblici.
L’autore, con un racconto che è al tempo stesso intimo e universale, riesce a catturare il lettore offrendo spunti di riflessione che vanno oltre il calcio e che toccano la società, le scelte individuali e il peso del passato nella costruzione del futuro.
Mandato utilizza gli aneddoti della sua vita come fili conduttori per riportare il lettore a epoche storiche e calcistiche che non esistono più. Attraverso ricordi e storie vissute, il libro diventa un’occasione per riflettere su come lo sport – e in particolare il calcio – sia cambiato nel tempo perdendo quella dimensione umana e genuina che un tempo lo caratterizzava.
Un protagonista autentico: ‘O Russolillo
Il cuore del libro resta l’autenticità dell’autore. Nonostante una carriera di spessore come calciatore, avvocato, procuratore sportivo e organizzatore di importanti eventi sportivi, Tommaso Mandato non ha mai perso la sua essenza: quella del ragazzo dal sorriso timido, ma accogliente, conosciuto da tutti come ‘O Russolillo. Un uomo capace di coniugare successo professionale e umanità, mantenendo salde le radici della sua identità.
Ad arricchire il volume, oltre alla prefazione di Maurizio de Giovanni e alla postfazione di Enzo De Caro, un’appendice fotografica che ripercorre i momenti più significativi della vita professionale e personale di Mandato. Le immagini non sono semplici illustrazioni, ma tasselli che completano il racconto, offrendo al lettore uno sguardo visivo su un percorso di vita straordinario.
“Ho visto Tommy, l’Autore, giocare a pallone, dapprima nel cortile sotto casa, poi nei campetti di periferia e nel bosco della nostra Portici e quindi, finalmente, sull’insidioso fondo del Campo Sportivo Salvatore Cocozza, indimenticabile soprattutto per le nostre ginocchia cui il suo “brecciolino” lasciava spesso dei ricordi, più o meno indelebili… Quel giovane attaccante, rosso di capelli, apparentemente mingherlino – ma era quasi impossibile togliergli la palla che, invece sapeva gestire con rapidità e sapeva soprattutto a chi passarla e dove metterla (spesso in rete!) – fu uno dei motivi per cui io decisi di lasciare il calcio giocato, che in quegli anni ’70, nella mia adolescenziale Hit del futuro, si contendeva i sogni e i progetti col teatro. E sì perchè con quell’intelligenza calcistica innata non si poteva competere sul campo: la si poteva solo ammirare e sperare di vederla pienamente realizzata” (Dalla postfazione di Enzo De Caro).
“Il centravanti in giacca e cravatta” è dunque più di un’autobiografia sportiva; è una testimonianza di vita, di scelte coraggiose e di un’epoca che merita di essere ricordata.
Tommaso Mandato consegna al lettore un’opera che parla di sport, ma soprattutto di valori; un libro che insegna a rimanere fedeli a se stessi, anche quando si percorrono strade difficili, affrontando i cambi di direzione della vita con lo stesso sorriso che l’autore ha conservato intatto negli anni.