“Sulla corsa” di Mauro Covacich (La nave di Teseo), un’esplicita dichiarazione d’amore alla corsa.
1976. Mauro ha undici anni e, insieme a un’altra cinquantina di bambini, partecipa a una gara di corsa organizzata dall’azienda del padre. È in quest’occasione che sperimenta per la prima volta le sensazioni che lo faranno innamorare della corsa, spingendolo a gareggiare per tutta la vita.
Accanto al racconto sul corpo – l’impatto degli allenamenti, la scoperta dei propri limiti – c’è la riflessione sul gesto: sulla sensazione di straordinaria libertà che si prova correndo sul bordo strada, sulla dimensione introspettiva della corsa, sulla maratona come disciplina interiore, su cosa succede quando la corsa ti punge e diventa la tua malattia.
“La corsa è una faccenda interiore, la capacità di ascoltarsi dall’interno, dal cuore, dal respiro. E di mettere tutto in connessione con il mondo. Tra lo scrivere e il correre posso dire che compio indubbiamente la stessa fatica. Ma il piacere che mi dà la corsa è impagabile”
L’autore
Mauro Covacich (Trieste, 1965) è autore della raccolta di racconti La sposa (2014, finalista premio Strega) e di numerosi romanzi. Presso La nave di Teseo ha pubblicato in una nuova edizione il “ciclo delle stelle”, A perdifiato (2003), Fiona (2005), Prima di sparire (2008), A nome tuo (2011, da cui Valeria Golino ha tratto il film Miele), La città interiore (2017, finalista premio Campiello), Di chi è questo cuore (2019), Colpo di lama (nuova edizione 2020). Nel 1999 l’Università di Vienna gli ha conferito l’Abraham Woursell Award. Vive a Roma.