“Storia di un ospite” (Bertoni Editore) è l’ultimo lavoro (o forse dovremmo dire “il primo”) di Diego Galdino. Si tratta di un libro decisamente diverso da quelli a cui Galdino ci ha abituato. Questa volta, infatti, il Nicholas Sparks italiano non ha intinto la penna nell’inchiostro rosa, ma in quello a sfumature noir.
“Storia di un ospite” (Bertoni Editore)
Ho avuto modo di leggere “Storia di un ospite” in anteprima. Ringrazio autore ed editore per avermi concesso questo privilegio.
Quella di “Storia di un ospite” – come racconta l’autore – è una storia che giaceva nel suo PC da circa 20 anni, un lasso di tempo importante prima che l’autore si decidesse a far conoscere la storia di Lexys.
Pubblicata da Bertoni “Storia di un ospite”, in poco meno di un mese, ha già acceso la curiosità di chi da Galdino si aspettava tutt’altra storia, ma anche di chi ha trovato in questo libro tantissimi spunti di riflessione. Si tratta, infatti, di un libro che potrebbe raccontare “un’altra verità”.
“Storia di un ospite” è un viaggio tra passato e presente. A scandire il ritmo dello scorrere dei secoli, intervengono un’entità di cui il mondo ignora l’esistenza e una famiglia rimasta custode di un doloroso e pericoloso segreto.
A raccontarci qualcosa in più di questa nuova pubblicazione è lo stesso autore che per Magazine Pragma diventa “L’autore del mese di Giugno”.
Per “Un autore al mese” intervista a Diego Galdino
- “Storia di un ospite” è una storia scritta circa 20 anni fa. Nel riprenderla a distanza di così tanto tempo l’hai sentita ancora e comunque tua?
In realtà non l’ho sentita mia nemmeno quando l’ho scritta. E’ stato qualcosa d’inaspettato anche per me. Mi rendo conto oggi, con l’esperienza di uno scrittore quasi consumato, di aver compiuto all’epoca un vero prodigio nello scrivere questa storia.
Inizio a pensare che abbia ragione il mio editor Amalia Papasidero quando dice che devo esser stato illuminato quando ho scritto “Storia di un ospite”. La cosa ancora più incredibile è che quella pubblicata, a dirla tutta, è proprio la prima stesura – e per una storia così complessa e articolata il fatto di non averci dovuto rimettere le mani per sistemare l’intreccio narrativo è davvero un miracolo. Una cosa inspiegabile, anche per me che l’ho scritta.
- Chi era Diego Galdino 20 anni fa quando ha scritto “Storia di un ospite” e chi è Diego Galdino oggi che ha scelto di pubblicarla?
Diego Galdino 20 anni fa era un barista che leggeva romanzi d’amore e non solo. Sempre un sognatore, appassionato di cinema, letteratura e arte. Un padre giovanissimo e un uomo senza alcuna velleità letteraria.
Oggi Diego Galdino è in pratica la stessa persona, che ha la fortuna di essere pubblicato in otto paesi europei e Sudamerica e che inspiegabilmente è apprezzato come scrittore da migliaia di persone sparse per il mondo.
La scelta di pubblicare “Storia di un ospite” a distanza di così tanto tempo dalla sua stesura è dovuta semplicemente al Diego Galdino di allora. Un uomo romantico che si lega mani e piedi al personaggio femminile di una sua storia come il Conte Fersen alla Regina Maria Antonietta e non riesce a scrivere nessun’altra storia d’amore in cui non ci sia lei come protagonista. Così decide per il momento di cambiare genere.
- Sei conosciuto in Italia e in diversi paesi del mondo come scrittore di romanzi rosa, tant’è che ti sei guadagnato il titolo di Nicholas Sparks italiano. Qual è stata la reazione delle tue affezionate lettrici dinanzi alla scelta di non pubblicare una nuova storia d’amore?
La soddisfazione più bella in questi primi giorni, dall’uscita del libro, è sicuramente il riscontro dei miei lettori più affezionati che hanno già avuto modo di leggere “Storia di un ospite”.
La frase “La tua scrittura empatica e avvincente è riconoscibile in qualsiasi genere” è la mia garanzia di non aver deluso nessuno, nemmeno stavolta.
- Quali sono le tue aspettative in merito a questo libro? Quali sono stati i primi feedback?
Lo dico sinceramente. Non mi aspetto nulla da questa storia, se non la certezza di non sembrare fuori posto in un genere distante anni luce dal mio, in tutti i sensi. Rendere felice chi mi dà fiducia acquistando i miei libri resta il mio obiettivo primario – e, dai primi feedback ottenuti, pare sia un obiettivo raggiungibile anche con questo libro. Per me vuol dire davvero tantissimo.
- A chi consiglieresti la lettura di questo tuo nuovo libro?
Per la prima volta penso di aver pubblicato un romanzo che possa davvero essere consigliato a tutti i tipi di lettori e di tutte le fasce d’età perché è sicuramente un libro diverso e per questo alla portata di tutti. Un libro che non ha un vero e proprio genere, un libro con una storia mai raccontata che cerca lettori, punto e basta.
La cosa che più mi ha sorpreso di questo mio romanzo è che in più di vent’anni nessuno mai abbia pensato alla storia che ho raccontato, sia nella letteratura che nel cinema o per qualche serie tv. Eppure pare che leggendo “Storia di un ospite” ci sia la possibilità di pensare che sia andata davvero così. Questo è per me un grandissimo risultato, forse il più importante di tutti.
- “Storia di un ospite” che è un libro che hai, in più occasioni, definito “paranormale” arriva dopo la pubblicazione di Principessa Saranghae. Ti rivolgo una “domanda paranormale”. E’ possibile che Lexys, il protagonista di “Storia di un ospite” oggi sia Giulio, il protagonista di “Principessa Saranghae”, il ragazzo romano che eccezionalmente è in grado di fare salti temporali? Del resto, “Storia di un ospite” è dedicato proprio alla Principessa.
Il libro è dedicato alla Principessa per portarla con me anche in questa mia nuova avventura letteraria. Un modo per continuare a tenerla vicina. Può sembrare una cosa stupida, ma per un romantico è ossigeno.
Lexys e Giulio sono agli antipodi. Nel bene potrebbe capitare un pizzico di male, ma nel male non ci sarà mai un pizzico di bene. Giulio potrebbe essere quello che ai giorni nostri prende il posto della famiglia Rabin in “Storia di un ospite” per fermare Lexys, ma lo farebbe principalmente per proteggere la sua Principessa e poi il resto del mondo.
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