Una giornata a Roma insieme. Io e Fabiano, due amici che non si incontrano da un po’ di tempo. Io vengo da Napoli.
“Vengo a prenderti alla stazione, a Termini” dice lui.
Ci incontriamo. Un dialogo comune il nostro, quasi banale, che però è al tempo stesso speciale. E’ la voglia di ridere insieme e raccontarci i rispettivi trascorsi. Un signore sull’autobus ascolta le nostre conversazioni, si intromette, commenta ironicamente e comincia a raccontarci la sua vita, da marinaio, da imprenditore di lavanderie in Thailandia. Poi ci invita al suo locale/ snack bar.
Fabiano mi porta al Pantheon, saltiamo la fila, entriamo gratis. Camminiamo in centro. Per puro caso passiamo proprio da quel locale e pranziamo dal nostro ristoratore guascone. Poi il cammino verso il Colosseo. Entriamo di nuovo senza fila, né biglietto. Saliamo al secondo livello. Immaginiamo le lotte dei Gladiatori. Fabiano alza i pollici: ha appena salvato una vita!
Poi il ritorno verso la Garbatella, in metro. Un piccolo intoppo. L’ascensore non funziona, le scale mobili sono guaste. Ci scocciamo di fare le scale.
Prendiamo ancora la metro per una fermata e poi torniamo indietro nell’altro senso di marcia. Perdiamo 5 o 10 minuti, ma dall’altro lato dei binari L’ascensore funziona. Siamo un pò pigri, pieni di pinsa e porchetta, ma ne valeva la pena.
Bar, casa, chiacchiere, ristorante, letto.
Il giorno dopo andiamo al Disability Pride.
Fabiano autografa il suo libro O.I. L’ARTE IN UNA FRATTURA edito da Psicografici Editore. Io ho tradotto il libro in inglese, lui vuol cogliere l’opportunità di poterlo pubblicare anche negli States. Il mese prossimo andrà in America per un film.
«I più la chiamano malattia rara, io la chiamo semplicemente vita, giacché è l’unico modo che conosco per vivere. – Kim». Così si apre “O.I. L’arte in una frattura”: con un capovolgimento del punto di vista. Come se l’autore, Fabiano Lioi, volesse mettere da subito le cose in chiaro: voi pensate che la patologia dalla quale sono affetto “incida” sulla mia vita – sembra dirci – …ma in realtà “è” la mia vita, e come tale voglio viverla al massimo delle possibilità. O.I. L’arte in una frattura è un libro, ma non solo. È un insieme di situazioni: è il racconto di una malattia rara; è un catalogo d’arte, che raccoglie opere molto particolari di una mostra non ancora realizzata; è un manuale d’istruzioni, per provare a cambiare il punto di vista sull’Osteogenesi Imperfetta, attraverso una narrazione artistica a più voci. Le 21 opere che compongono il libro sono infatti lastre radiologiche sulle quali l’autore ha lasciato una traccia del suo passaggio artistico. Ognuna di queste tavole è accompagnata da un testo: citazioni e pensieri liberi, sull’Osteogenesi Imperfetta e non solo, per raccontare questa patologia non dalla prospettiva della scienza, ma con le parole di chi la vive.
C’è un’ultima cosa che non vi ho detto. Fabiano è affetto da Osteogenesi Imperfetta. Le sue ossa sono fragili come cristallo. Non riesce più a camminare e tutto quello che abbiamo fatto è avvenuto in carrozzella.
Ma per noi è solo un particolare, non frena la nostra allegria e voglia di divertirci.
Fabiano mi ha insegnato a vivere le debolezze del corpo con forza d’animo, trasformando le paure in energie positive.
Penso spesso a lui. È un grande esempio.
I due video (versione breve e lunga), sono il racconto della splenida giornata trascorsa con Fabiano Lioi.