Di Vittorio, il lavoro e la CGIL
Il libro “ Giuseppe di Vittorio – Il valore del lavoro”, edito nel 2015 dalle Edizioni Clicky ed acquistabile al prezzo di 7,90 euro, è imperniato sulla figura del sindacalista Giuseppe Di Vittorio sia da un punto di vista biografico sia da un punto di vista professionale.
Molta parte del libro è incentrata, in particolare, sulla personalità del Leader della CGIL deceduto nel 1957; un uomo combattivo sin dalla sua giovane età, sempre impegnato nella difesa dei diritti dei lavoratori che, secondo lui, dovevano percepire un’equa retribuzione per l’attività lavorativa svolta. Da sempre attento nel blandire ogni forma di sfruttamento dei lavoratori da parte dei datori di lavoro, volle ribadire un concetto che andrebbe ripreso: il lavoratore deve essere considerato una persona anche sul posto di lavoro.
Di Vittorio, che veniva dal basso (essendo figlio di braccianti), che ha scalato posizioni nella GGL fino a diventarne il Leader, capiva bene le persone povere con difficoltà economiche, che vivevano in condizioni disagiate, per cui si batteva per abbattere la povertà e garantire a tutti condizioni di vita migliori.
Inoltre, Giuseppe Di Vittorio riteneva che vi fosse il problema delle scuole, degli ospedali, degli ambulatori -di cui vaste zone del nostro paese difettavano- e sottolineò anche la questione degli acquedotti e delle fognature, visto che molti erano i paesi sprovvisti di acqua. Nel libro si cita anche il viaggio in Sicilia, dove fu colpito dalle continue invocazioni del popolo riguardo appunto il bisogno di avere l’acqua; per cui era una persona che volgeva il suo sguardo anche ad altri settori, oltre a quello lavorativo come, ad esempio, il garantire un’istruzione a meno abbienti, ed il valore intrinseco della cultura quale elevazione delle masse.
Egli ha continuato a svolgere con impegno e dedizione la sua parsimoniosa attività fino alla sua morte, sopraggiunta a causa di un infarto nel 1957 e, malgrado la sua scomparsa, sono rimaste scalfite nella mente di molti le sue idee e leggendo questo libro ben curato da Marzio Landino sembra di sentire la voce del sindacalista deceduto.