Mariuccia Mandelli, alias Krizia, 90 anni, alle 21 del 07 dicembre è stata colta da un malore nella sua abitazione di Milano
Krizia, un nome filosofico tratto dall’ultimo “Dialogo” di Platone, poi un’icona della moda italiana, fra eleganza e modernità, una donna forte, che non rimaneva mai in tema con le altre aziende, non si adeguava ma si distingueva.
Decide di rinunciare all’insegnamento per aprire un laboratorio a Milano con Flora Dolci, in un appartamento lasciato dall’amico Lelio Luttazzi, vi troviamo modelli molto semplici, in contrasto con la moda del momento. In sei mesi, si fa conoscere, la fotografa ufficiale del giornale “Grazia“, Elsa Haerter, se ne innamora e inizia a fotografare i modelli, che poi iniziano a girare fra le vetrine dei magazzini più prestigiosi.
In passerella andavano i colori? Lei presentò una collezione in bianco e nero; gli abiti lunghi erano in voga? Lei propose gli hot pans, per cui vinse nel 1971 il Tiberio d’oro, per la stampa americana, era crazy Krizia, non solo per le forme innovative ma anche per i materiali più inusuali dal sughero alla gomma, inoltre negli anni ’80 lanciò “K” di Krizia, che divenne la fragranza più richiesta, insieme alla linea di maglioni “animalier” ironici che finirono anche nel guardaroba di Lady Diana e Marella Agnelli, crea anche una linea da uomo, insomma la sua carriera è in netta ascesa.
Molto vicina alle nuove generazioni, affermava: “Il futuro è dei giovani, presto appariranno sulla scena parecchi nomi nuovi e finirà questa oligarchia della moda. Ma, attenzione, se noi siamo ancora qui significa che non abbiamo smarrito il genio e che in giro, tra i possibili emergenti, ci sono troppi presuntuosi e troppi arroganti. E pochissima umiltà”.
Ha numerose collaborazioni con Gianbattista Valli, Gianluca Capannolo, Jean Paul Knott, Alber Elbaz, Hamish Morrow, fu nominata commendatore della Repubblica Italiana nel 1986, insieme a Valentino Garavani, Giorgio Armani, Gianfranco Ferrè e Gianni Versace.
Politicamente di sinistra, socialista craxiana ma non troppo convinta, prodiana, ma soprattutto antiberlusconiana, nell’inchiesta Mani Pulite ne esce in appello come vittima di concussione.
Una stilista ma soprattutto una donna a tutto tondo, di classe, esuberante, intelligente, di cultura, ha dato tanto all’Italia e alla storia della moda Italiana.